Rifiuti, via alla rivoluzione: Emiliano commissaria il ciclo in Puglia, nominati i sei sub-commissari

Rifiuti, via alla rivoluzione: Emiliano commissaria il ciclo in Puglia, nominati i sei sub-commissari
di Francesco G. GIOFFREDI
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Venerdì 4 Marzo 2016, 06:24 - Ultimo aggiornamento: 20:41

Lo scandalo brindisino, gli affanni di un settore ormai sull’orlo del collasso, la chiusura di un paio di partite (piano di riordino ospedaliero e reddito di dignità) strategiche e caratterizzanti: tutto ciò ha indotto Michele Emiliano ad accelerare il passo e a commissariare tutte le Oga (gli organismi territoriali) e l’intero ciclo dei rifiuti pugliesi, facendo così scoccare la scintilla di una lunga e lenta rivoluzione. Perché è solo l’inizio, questo. La decisione era nell’aria da tempo, anticipata anche ieri dal governatore, che in serata ha firmato il decreto. Il commissario unico sarà lo stesso Emiliano, affiancato però da sei sub-commissari.

Si tratta dei sindaci Paolo Perrone (Lecce), Ippazio Stefàno (Taranto), Antonio Decaro (Bari), Nicola Giorgino (Andria), di Floriana Gallucci (avvocato, già sub-commissario a Brindisi, dove la mannaia commissariale era scattata già a ottobre) e di Antonio Grandaliano (presidente Amiu Puglia). Le strutture tecniche delle singole Oga saranno comunque confermate, e il board commissariale sarà presto integrato da due ingegneri di supporto a breve individuati da Barbara Valenzano, direttore del Dipartimento Qualità urbana della Regione.

Il pool di commissari traghetterà il settore al prossimo step: l’Agenzia unica regionale per il ciclo dei rifiuti, che prenderà il posto delle singole Oga. L’atto di nascita dell’Authority sarà sancito dalla legge ormai in rampa di lancio e che entro fine mese sbarcherà in Consiglio regionale: il testo, messo a punto dal capo di Gabinetto Claudio Stefanazzi, è ai colpi di lima e darà all’Autorità pieni poteri nel disegnare il nuovo piano pugliese dei rifiuti. Con l’obiettivo, al momento quasi una chimera, di chiudere il ciclo.
Intanto però la struttura commissariale non si limiterà alla semplice ordinaria amministrazione, ma farà una capillare e approfondita ricognizione del precario quadro pugliese. Gettando così le basi del piano. Parallelamente corre l’altro, ambizioso binario: costituire una società pubblica regionale per la realizzazione di nuova impiantistica, dalla biostabilizzazione al compostaggio. La public utility si stima che sfornerà gare d’appalto per 150 milioni di euro, di fatto riducendo l’impatto dei privati nell’affaire rifiuti. Proprio come Emiliano aveva più volte auspicato in campagna elettorale.

La sfida. Archiviate così le insidiose trappole del riordino ospedaliero e del reddito di dignità, il prossimo Everest in Regione sono i rifiuti. E il governatore l’aveva fatto intravedere già ieri mattina: «A giorni - aveva detto - commissarieremo tutto il ciclo dei rifiuti nella Puglia, che purtroppo non ha mai funzionato e cercheremo di rimetterlo in ordine. Innanzitutto stiamo cercando di mettere ordine in una delle principali fonti di spesa dei Comuni con un’aggravante: è una spesa che si scarica direttamente sulle bollette dei cittadini. Il commissariamento, quindi, ha come obiettivo quello di evitare che i costi per la raccolta e lo spazzamento dei Comuni e anche per la gestione del ciclo dei rifiuti aumentino con l’aumento delle tariffe».
La vera scommessa, adesso, è la società pubblica per l’impiantistica. Terreno sconnesso, difficile. La mossa è ispirata a modelli già messi a frutto altrove (con società come A2A, Hera, Iren), e punta a depotenziare l’impatto della dinamica di mercato «perché la libera gestione - sostengono ora in Regione - è stata un errore». Attraverso un advisor, la Regione valuterà che architettura dare alla società, come articolarla, che piano industriale redigere e infine quale partner “sposare”. Passi felpati, ma senza fermarsi un attimo: il ciclo pugliese vale 2 milioni di tonnellate annue di rifiuti, e il sistema passeggia sul confine del burrone.

Lo sanno anche al ministero dell’Ambiente, tanto che il ministro Gianluca Galletti - due giorni fa in Commissione Ambiente della Camera - ha spiegato che in Italia ci sono «155 discariche in procedura di infrazione europea» e che «in particolare per la Regione Puglia restano attualmente in procedura di infrazione nove discariche abusive ed un ulteriore caso che si ritiene sia un ulteriore errore di censimento. Allo scadere dei termini delle diffide potranno essere valutate specifiche soluzioni per ciascuno dei siti al fine della chiusura della procedura di infrazione».

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