Regionali 2015, intesa nel centrosinistra: “Primarie il 30 novembre”

Regionali 2015, intesa nel centrosinistra: “Primarie il 30 novembre”
di Francesco G. GIOFFREDI
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Mercoledì 9 Luglio 2014, 10:43 - Ultimo aggiornamento: 10:44
Il mastice è spalmato da tutti, «perché - è il commento più in voga a fine incontro - spaccarsi sulla data delle primarie sarebbe stato da stupidi». Trappola evitata, anche se le tossine di tensioni, polemiche, sospetti restano e appesantiscono il passo della coalizione. Ma comunque: il popolo di centrosinistra voterà domenica 30 novembre per scegliere il candidato governatore d’area. È il colpo di cacciavite finale, quello che serra un dibattito sfiancante, a tratti paradossale, di certo sintomo e spia di strategie divergenti. Di qua c’erano Michele Emiliano e il Pd, intenzionati ad accelerare l’iter per impacchettare l’incoronazione; di là i vendoliani che rallentavano per non bombardare il governo pugliese, per consentire al loro leader di stendere il piano di guerra e in definitiva per logorare Emiliano.



Proprio con questo approccio battagliero (molto più dei precedenti incontri, e ieri per Sel c’era il capogruppo regionale Michele Losappio) i vendoliani si sono accomodati al tavolo, nonostante l’accordo del precedente tavolo sul voto di coalizione «tra il 26 ottobre e fine novembre». Nella cartellina Sel c’erano tre proposte, potenzialmente di rottura: primarie a dicembre, possibilmente dopo l’approvazione dei bilancio in Consiglio regionale; il doppio turno di voto alle primarie; il principio della lealtà («nella coalizione solo chi promuove i dieci anni di governo regionale»). Tre opzioni del tutto, o in parte, bocciate dal Pd e da una quota degli altri attori di coalizione. Almeno su un punto i vendoliani l’hanno spuntata: il disco verde al governo regionale e la messa in sicurezza dell’ultimo tratto di amministrazione, attraverso un patto sui temi portanti che sarà stilato nei prossimi giorni. Spiega il documento approvato: «I partiti e le forze politiche del centrosinistra si riconoscono pienamente nell’azione di buon governo esercitata in questi 10 anni dalla giunta regionale nell’esclusivo interesse dei pugliesi in materia ambientale, sociale, culturale, nelle politiche della salute, del lavoro e dello sviluppo. Il governo di Vendola ha determinato con la sua azione riformatrice una svolta che ha qualificato la Puglia contraddistinguendola positivamente dalle esperienze del passato ponendola come esempio virtuoso all’attenzione dell’opinione pubblica nazionale. È dunque necessario - continua il documento - che la qualità del buon governo si esalti ulteriormente in questi altri 8 mesi di legislatura su temi strategici a cominciare dalla legge elettorale».



Insomma: il giudizio «sulla straordinaria qualità di quanto si è fin qui realizzato» impone al centrosinistra «un percorso unitario». Tutto bene? Quasi. In mattinata Michele Emiliano, che ieri non ha preso parte al tavolo (per il Pd c’erano Giovanni Procacci e Domenico De Santis), era stato molto più diretto: «Il progetto politico di Vendola lo riconosciamo anche come nostro, ma ora lo vogliamo superare per guardare al futuro. A volte è stato faticoso sostenere un presidente di Regione che non era del nostro stesso partito». E il dibattito sulla data delle primarie? Ieri il Pd ha brandito come un’ascia il patto sancito nel precedente tavolo (voto tra il 26 ottobre e il 30 novembre), e nelle tre ore di faccia-a-faccia le primarie hanno danzato: 16 novembre (il Pd), 14 dicembre (Sel), 7 dicembre (ancora Sel), 30 novembre (il Pd). «Rompere sulla data - commenta Losappio - non avrebbe avuto senso. Con questo accordo pensiamo di aver salvaguardato la fine legislatura della Puglia. E il giudizio espresso all’inizio del documento è chiaro: volevamo che tutta la coalizione si riconoscesse in quella valutazione. Non avrebbe senso avere una coalizione o candidati che con una mano disfano quello che con l’altra mano il governo regionale fa. La proposta del doppio turno di voto? Beh, abbiamo solo ripreso il modello Bersani...».



Ma i democratici temevano l’agguato dei vendoliani: e cioè lo sfarinamento del fronte Pd al primo turno (complice la presenza di candidati dem ulteriori rispetto a Emiliano: ora questo sarà un tema caldo) e il colpaccio di Dario Stefàno - sarà lui l’alfiere dei vendoliani alle primarie - al ballottaggio. «Non possiamo che condividere il giudizio positivo sui dieci anni di governo», spiega il rappresentante dei socialisti Donato Pellegrino, «e prima di decidere su chi convergere faremo le nostre valutazioni». «È una buona giornata - commenta il pd De Santis - perché il duo “Michi e Nichi” trova la sintesi su tutto per costruire una nuova Primavera pugliese, per rilanciare gli ultimi mesi di governo e per costruire il programma dei prossimi dieci anni». Il tutto al netto di nuovi colpi di scena, magari sul terreno delle regole.
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