Recovery approvato, ora la Puglia aspetta il confronto col governo. Zes, trasporti e l'incognita Ilva sul tavolo

Recovery approvato, ora la Puglia aspetta il confronto col governo. Zes, trasporti e l'incognita Ilva sul tavolo
Recovery approvato, ora la Puglia aspetta il confronto col governo.​ Zes, trasporti e l'incognita Ilva sul tavolo
di Alessio PIGNATELLI
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Mercoledì 23 Giugno 2021, 05:00

Le sfide principali saranno due: incrociare le proposte territoriali con quanto previsto dal governo centrale e spendere quei soldi in maniera efficace e tempestiva. Una partita doppia che anche la Puglia dovrà affrontare e, per dirla come il presidente della Regione Emiliano, «siamo nati pronti perché dobbiamo essere più veloci degli altri altrimenti rischiamo di rimanere a terra». Le risorse del Recovery - 82 miliardi di euro per il Mezzogiorno, alla Puglia dovrebbero spettarne circa 18 - dovranno far fare il salto di qualità alla nostra Regione. Blue economy, trasporti, transizione, servizi, sanità: sono questi gli assi principali su cui saranno realizzati gli investimenti. Ancora non si è entrati nel vivo della discussione dei progetti ma qualcosa è già emerso. Fermo restando che nell’esecutivo Draghi c’è una volontà di accentramento maggiore, sarà inevitabile un confronto con i territori.

Porti e trasporti tra le priorità

Per esempio, le Zone economiche speciali pugliesi - con i suoi due porti di livello “core” di Taranto (Mare Ionio) e Bari (Mare Adriatico) - beneficeranno di investimenti per un totale di 124 milioni. Per i porti, sarà migliorata l’accessibilità marittima, cioè il miglioramento di infrastrutture, tramite dragaggi e altre opere per affrontare al meglio le sfide imposte dal cambiamento climatico. Queste alcune cifre filtrate da un incontro di qualche settimana fa della ministra Carfagna con alcuni media locali: 50 milioni di euro per il porto di Taranto, 41 milioni per il porto di Manfredonia mentre le aree industriali di Brindisi, Lecce e Taranto usufruiranno rispettivamente di 8,6 milioni, 16,2 milioni e 8,1 milioni.

Altro capitolo importante, i trasporti e i collegamenti. Per quanto riguarda alta velocità/alta capacità e infrastrutture ferroviarie, la Puglia è coinvolta negli interventi sulla linea adriatica e nella connessione diagonale con il Tirreno. Sulla linea Taranto-Metaponto-Potenza-Battipaglia saranno realizzate alcune tratte intermedie del progetto: al completamento, i tempi di percorrenza saranno abbattuti di 30 minuti sulla Napoli-Taranto (via Battipaglia) rispetto all’attuale tempo richiesto di 4 ore. A proposito di collegamenti su ferro, un importante progetto di riqualificazione funzionale, miglioramento dell’accessibilità e intermodalità sarà destinato alla stazione di Barletta in quanto inclusa nel circuito Easy&Smart: stazioni che, grazie all’innovazione tecnologica, facilità di accesso, alti livelli di sicurezza e qualità dei servizi, diventano delle piccole smart city inserite nel tessuto urbano. Per quanto riguarda i livelli essenziali delle prestazioni, il presidente Emiliano è stato chiaro.

Rivolgendosi alla ministra per gli Affari regionali e le Autonomie, Mariastella Gelmini, si è detto certo che i Lep «diventeranno il metro e la misura della distribuzione dei finanziamenti in materia socio sanitaria con l’aiuto anche degli investimenti che verranno dal Recovery Plan».

La transizione ecologica e il nodo Ilva

C’è poi molta curiosità su un altro tema: nella lista pugliese inviata all’epoca al governo Conte, grande rilevanza era data a digitalizzazione, innovazione e competitività del sistema produttivo. E alla transizione ecologica. Qui si apre una partita a sé e non si può non citare l’ex Ilva. Per la Regione - e per il Comune di Taranto - la soluzione è un accordo di programma che porti alla chiusura dell’area a caldo dello stabilimento siderurgico: nel frattempo, si dovrebbe lavorare a forni elettrici ipotizzando un futuro a idrogeno. Insomma, la cosiddetta decarbonizzazione. La Regione Puglia, con una delibera di indirizzo approvata il 6 aprile 2021, si è inoltre candidata a ospitare il “Centro Nazionale di Alta Tecnologia per l’Idrogeno”, come previsto dal Piano Nazionale per la Ripresa e la Resilienza. Il governo per ora nicchia in attesa degli sviluppi giudiziari sul fronte ex Ilva: a breve potrebbe trasformarsi in un terreno di aspro confronto.

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