Con un caldo così torrido meglio cercar riparo. Dove? Dimenticate le scene da film, è complicato - oggi, qui - sedersi sotto un albero e magari sorseggiare una bibita fresca. L’ondata di calore, la morsa di Caronte che assedia l’Italia e in particolare il Sud (ieri in Puglia temperature fino a 43,9 gradi, nel Foggiano) gioca facile perché nelle città vi sono pochi alberi. E in senso più esteso poco verde pubblico. L’ombra, insomma. Quella che in giornate come queste, così calde e così difficili da affrontare, sarebbe una manna dal cielo.
Il rapporto Istat
Il rapporto dell’Istat sul verde urbano - pubblicato ieri assieme a una serie di tavole su altri indicatori legati alla vivibilità delle città italiane - evidenzia come i metri quadri di parchi e alberi siano in aumento ma in maniera pressoché impercettibile. E già questo è un primo dato su cui riflettere. Le variazioni, che pure in Puglia hanno accompagnato il 2021 (l’ultimo anno preso in esame dal rapporto) se messe a confronto con la superficie comunale totale fanno registrare un segno positivo (tranne che a Foggia, dove il tutto resta invariato) ma si tratta di punti decimali. A conti fatti la situazione resta stabile. Non c’è meno verde, ma anche quel poco che vi è in più è del tutto impercettibile.
I numeri delle città
Spulciando i numeri delle città pugliesi emerge come a Foggia solo il 4% della superficie comunale sia ricoperto da aree verdi, e cioè da aree naturali protette o di verde urbano. E viene facile il collegamento con la temperatura da record di ieri. È chiaro, il verde pubblico non può abbassare di certo la temperatura. Ma può sicuramente contribuire - il fenomeno è spiegato scientificamente - nel ridurre lo stress termico dei centri urbani. Nel resto della Puglia va bene soltanto ad Andria (36,26%) e Barletta (29,52%). A Trani non si arriva neppure all’un per cento. E anche i numeri di Lecce (13,16%), Brindisi (10,89%) e Taranto (9,61%), nonostante aumenti nell’ordine di decimi di punto percentuale, non sono di certo positivi. In media, ci si ferma al 17%.
Sono lontane, così, le città del Nord.
Gli investimenti
Secondo una stima del Programma delle Nazioni Unite per l’Ambiente (Unep), investendo 100 milioni di euro all’anno in viali alberati la temperatura scenderebbe di un grado in zone dove vivono 77 milioni di persone. Lo stesso rapporto mondiale spiega che degli alberi adeguatamente piantumati ai lati dei complessi residenziali, nelle zone ad alta cementificazione delle città, potrebbero portare gli abitanti della zona a ridurre del 30% l’utilizzo dei climatizzatori anche nei mesi più caldi. È un effetto tutt’altro che complesso da spiegare: l’ombra sull’asfalto fa sì che la temperatura di superficie resti più bassa e di conseguenza incide anche sui gradi percepiti. Sarebbe strano se fosse il contrario. Senza contare che secondo gli esperti una pianta adulta è capace di catturare dall’aria dai 100 ai 250 grammi di polveri sottili. Un ettaro di piante sarebbe in grado di aspirare dall’ambiente 20mila chili di anidride carbonica. E il tutto si tradurrebbe in un impatto non solo sulle temperature - sempre più elevate anche in Europa - ma anche sul clima.
Più alberi vuol dire meno caldo. E il paradosso evidenziato dall’Istat è che laddove ve ne sarebbe più bisogno, vi sono meno piante. Al Sud il 16,28% della superficie delle città capoluogo è ricoperta di verde, al Nord il 21,32%, nonostante le temperature siano nella media più alte. Non si può combattere il cambiamento climatico piantando degli alberi solo qua e là, ma guardandosi attorno oggi, sarebbe già un primo, gran risultato.
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