Liste d’attesa, asse Azione-Con. Pd: «Ma sulla spesa non paghino i direttori»

Ieri in Regione l'incontro tra i civici e i calendiani

Liste d’attesa, asse Azione-Con. Pd: «Ma sulla spesa non paghino i direttori»
di Alessandra LUPO
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Martedì 10 Ottobre 2023, 05:15 - Ultimo aggiornamento: 11 Ottobre, 21:40

I temi della sanità potrebbero creare un’inedita intesa in Regione, dove ieri si è tenuto un incontro tra la civica di maggioranza “Con” e il gruppo di Azione. Obiettivo: capire se esiste una possibile convergenza sull’abbattimento delle liste d’attesa che macchiano di nero la salute in Puglia. Nella stanza del commissario di Azione e consigliere regionale Fabiano Amati si è così recata una delegazione dei consiglieri di Con, capitanata dal capogruppo Giuseppe Tupputi. La prospettiva è quella di trovare una convergenza sulla proposta di legge Amati bocciata durante l’ultima seduta di Consiglio, magari riscrivendola insieme. E non è detto che della partita non possa fare parte anche la Lega che pure aveva votato sì al grosso de testo. 
Per quanto riguarda il Cup unico, la cancellazione delle agende chiuse e le prenotazioni dedicate per i malati oncologici o di patologie invalidanti l’accordo c’è. Resta invece problematica nella pdl presentata da Amati la decadenza automatica dei direttori generali nel caso non venga rispettato il riallineamento dei tempi tra le prestazioni mediche del servizio pubblico e quelle in regime privato. Sulla decadenza dei dg, d’altronde, sono in tanti a opporsi. Le legge - è l’idea dei più - non deve cercare dei colpevoli ma armonizzare gli strumenti. E su questo anche l’assessore Palese concorda. Il tema è stato al centro della Commissione Salute di ieri, dove si è discussa l’altra proposta di legge a firma Amati, che riguarda il contenimento dei tetti di spesa per l’acquisto dei dispositivi medici. Presenti, oltre a vari dirigenti Asl, anche Palese e il dirigente della sezione farmaceutica Paolo Stella. La pdl Amati ricalca quella sulla spesa farmaceutica e chiede che anche nel caso di sforamento sui tetti di spesa per i dispositivi medici i dg vadano rimossi. Questi ultimi però contestano i criteri adottati dalla giunta per fissare i limiti di approvvigionamento, definendo paradossale spingere per una maggiore efficienza e lesinare sui mezzi. Risultato: seppur da una posizione decisamente scomoda, Palese si ritrova nuovamente a difendere i direttori generali. E Azione riparte all’attacco: «I Direttori generali contestano i criteri usati dalla Giunta per definire i tetti di spesa e gli obiettivi, che rappresentano i riferimenti usati dalla nostra proposta per sancire la loro decadenza qualora non raggiungano i risultati attesi, che peraltro essi stessi si assegnano. E l’assessore Palese dà parere contrario alla proposta di legge, accogliendo anche le obiezioni dei Direttori generali sulla delibera approvata dalla Giunta su proposta dello stesso assessore Palese», contestano i consiglieri calendiani.
Adesso la proposta di legge andrà in Consiglio, ma dal Pd hanno già espresso una serie di obiezioni. Secondo il consigliere dem Pierluigi Lopalco, che parla da ex assessore alla Salute della Giunta: «I dispositivi medici che vanno dall’ago della siringa alle protesti fino alla robotica e ai mezzi di ausilio per il diabete, non possono essere soggetti a tagli lineari poco ragionati. O il rischio è di peggiorare l’efficienza che si richiede ai reparti». Gli fanno eco i consiglieri dem presenti in commissione: «Non è questa la ricetta che serve alla Puglia né per contenere la spesa dei dispositivi medici, né tanto meno per voltare pagina- aggiungono Michele Mazzarano, Deborah Ciliento e Lucia Parchitelli -: la razionalizzazione dei costi è assolutamente doverosa ma è necessario intervenire con azioni organiche che abbiano come obiettivo la qualificazione della spesa sanitaria. Quello che chiediamo al Governo regionale - proseguono- , è di attuare e migliorare la qualificazione della spesa per investire di più in tutte quelle tecnologie utili non solo in termini di risparmio, ma anche di garanzia della salute per i cittadini. Non possiamo accettare, né tanto meno consentire, che sui Direttori Generali penda la spada di Damocle della decadenza automatica perché, se così fosse, il rischio sarebbe quello di tagliare acquistando tecnologie di scarsa qualità».
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