Puglia multicolor, la Regione non ci sta: «Sarebbe stato meglio restare in arancione»

Puglia multicolor, la Regione non ci sta: «Sarebbe stato meglio restare in arancione»
di Vincenzo DAMIANI
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Domenica 10 Gennaio 2021, 09:33 - Ultimo aggiornamento: 11 Gennaio, 13:01

La decisione di inserire la Puglia in fascia gialla da domani a venerdì 15 gennaio è contestata dalla Regione. Dopo le perplessità e i timori espressi dal governatore Michele Emiliano, ieri è stato l'assessore alla Sanità ed epidemiologo, Pierluigi Lopalco, a criticare la scelta. Venerdì giallo rafforzato, nel fine settimana arancione. Da lunedì giallo. Per tornare arancioni il prossimo fine settimana.

 

Il professore non le manda a dire:«Se è vero aggiunge - che il colore di una regione debba variare al variare del rischio, difficile ipotizzare che il rischio di contagio o di tenuta del sistema sanitario possa essere talmente altalenante». Secondo Lopalco, sarebbe stato preferibile mandare tutta l'Italia in zona arancione alla ripresa post feste natalizie, tesi condivisa da Emiliano. «In molte regioni italiane sostiene l'assessore - il colore arancione ha funzionato in autunno. Coprifuoco, chiusura al pubblico di bar e ristoranti e limitazioni allo spostamento fra comuni ha sortito il positivo effetto di limitare i contatti sociali non essenziali. Siamo in piena seconda ondata. Il virus circola in tutto il Paese più o meno con la stessa intensità. Non sarebbe stato meglio fissare un bel colore arancione omogeneo in tutto il Paese senza tanti arzigogoli, almeno fino ad ottenere una stabilizzazione della fase discendente della curva epidemica in tutte le regioni?».
Di qui l'invito accorato ai pugliesi: «Ai miei concittadini pugliesi faccio un appello: comportatevi come avete fatto quando eravamo in fascia arancione. Evitiamo di ridare forza al virus». Ma proprio sul fronte della colorazione e delle restrizioni, potrebbero esserci novità a partire dal 15 gennaio: il governo Conte è intenzionato ad inasprire ulteriormente i criteri di attribuzione delle aree di rischio per le regioni e sta pensando ad un altro Dpcm con le misure anti pandemiche che, secondo indiscrezioni, dovrebbe essere pronto per venerdì prossimo. Dopo l'abbassamento della soglia dell'Rt per determinare il posizionamento nelle fasce, il governo sta pensando di introdurre un'ulteriore stretta: se l'incidenza settimanale dei casi sarà superiore a 250 ogni 100mila abitanti scatterà in automatico la zona rossa. La proposta, avanzata dall'Istituto superiore di Sanità, è stata condivisa dal Cts e dovrà essere concordata con le Regioni. Un incontro tra il governo e le regioni ci sarà domani, è stato già convocato dal ministro per gli Affari Regionali Francesco Boccia. Alla riunione parteciperanno anche Anci e Upi con all'ordine del giorno le misure per il nuovo Dpcm che entrerà in vigore il 16 gennaio. All'incontro, in programma alle 10.30, parteciperà in videoconferenza anche il ministro della Salute Roberto Speranza. Però, serpeggia già perplessità, fra le Regioni, sulla proposta arrivata dal Cts di rivedere i parametri sull'incidenza dei casi: secondo diversi governatori, la soglia prevista farebbe finire quasi automaticamente in zona rossa molte regioni, a cominciare da Emilia-Romagna e Veneto. Perplessità che i presidenti di Regione esprimeranno al governo lunedì mattina: insieme ai ristori, quella delle regole per definire le restrizioni sarà uno dei punti più delicati al centro del tavolo. L'automatismo del numero dei casi per 100mila abitanti, è il ragionamento che si sta facendo in queste ore fra amministratori e dirigenti sanitari, potrebbe finire per penalizzare le regioni che fanno il maggior numero di tamponi ed essere una sorta di disincentivo al contact tracing, ovvero fare meno tamponi, per trovare meno casi, per non finire in zona rossa. E non terrebbe conto, inoltre, della diversa organizzazione delle strutture ospedaliere sui vari territori.
Da domani, intanto, cinque regioni torneranno in fascia arancione, non la Puglia che sarà in quella giallo. In Italia l'Rt, l'indice di diffusione del virus, è tornato per la prima volta dopo sei settimane superiore all'1, e 12 regioni sono definite a rischio alto. I dati della cabina di regia hanno confermato quel che era evidente da giorni: il Covid ha ripreso a correre ed è quindi fondamentale contenerne la diffusione per evitare la terza ondata. Vanno mantenute le misure in atto, confermano gli esperti invitando il governo a rafforzare le restrizioni. L'epidemia, dicono gli esperti, è in una fase delicata che sembra preludere un nuovo rapido aumento di casi nelle prossime settimane, qualora non venissero definite ed implementate rigorosamente misure di mitigazione più stringenti. Il governo inizierà a lavorare sulla bozza da lunedì, ma alcuni punti sono già definiti e Speranza li illustrerà alla Camera il 13. Verrà confermato il coprifuoco alle 22 e la zona gialla rafforzata, dunque con il divieto di spostamento tra le regioni. È invece ancora aperta la discussione se confermare o meno la possibilità di muoversi una sola volta al giorno in massimo due persone per andare a trovare parenti e amici, nell'ambito della regione se gialla, solo in ambito comunale se arancione o rossa. Per bar e ristoranti sarà confermata l'apertura nelle regioni gialle fino alle 18, mentre dovrebbero ancora rimanere chiuse palestre e piscine.
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