La ricerca: «In Puglia la Coca Cola costa più che a New York»

La ricerca: «In Puglia la Coca Cola costa più che a New York»
di Rita DE BERNART
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Domenica 7 Agosto 2022, 05:00 - Ultimo aggiornamento: 17 Febbraio, 22:53

«Costruire un’identità, fare rete, scegliere i target e lavorare ad un’offerta coordinata e coerente». Senza strafare. Primo passo: condurre analisi reali, studiare il profilo dei turisti che arrivano sul territorio e stilare una lista di errori da non commettere per non perdere “follower”. Ragionando secondo i meccanismi dei social e immaginando i turisti come fan che mettono e tolgono un like ad un prodotto, in questo caso la destinazione Puglia, bisognerebbe definire delle linee guida, ferree, affinché la popolarità non si trasformi in un boomerang. Intanto occorre tenere alto l’interesse ma soprattutto non deludere le aspettative e mantenere un messaggio coerente. E un’offerta sostenibile, a più livelli. Mentre, in attesa dei primi bilanci ufficiali, la stagione 2022, fino a questo momento, pare dare segnali preoccupanti di un raffreddamento di questo appeal e mentre ci si interroga sulle cause, una possibile risposta arriva dal Post Office Travel Money che in una recente analisi ha piazzato la Puglia tra le mete più costose al mondo. Le lamentele da più parti erano già arrivate. Ombrelloni, lettini, ristorazione, affitti, navette: prezzi lievitati, in alcuni casi più del doppio, rispetto al pre covid, e spesso non a fronte di un commisurato livello qualitativo del servizio fornito. L’agenzia inglese, per stilare la classifica, prende in esame otto voci, tra beni e servizi, uguali per tutte le località: il caffè al bar, il ristorante, una birra, la crema solare, il vino, una bottiglia d’acqua, una lattina di coca cola. Sì, una lattina di Coca Cola in Puglia costa più che a New York. La Puglia risulta la decima destinazione più cara con una spesa media singola di 126.25 euro, mentre la località più cara è Reykjavik, seguono le Barbados, Dubai e Caraibi, e ai margini della top 10 ci sono New York e Vancouver. Prezzi alti solo in parte giustificati dalla pandemia che ha assottigliato i profitti e aumentato i costi e molto spesso invece frutto di una speculazione. Di un’onda cavalcata male. A questo si aggiungono i servizi inadeguati o assenti, l’eterno nodo dei collegamenti all’interno della regione e l’enorme fetta di turismo sommerso, con affitti in nero e proposte fasulle. 

Le truffe


I turisti poi raccontano le loro esperienze negative che nel mare della rete fanno il giro del mondo in pochi minuti: come la turista che ha scritto al sindaco di Gallipoli per comunicare di essere stata truffata o il turista milanese che ha vinto il ricorso contro un hotel di Vieste poiché le foto della piscina e della palestra della struttura ricettiva erano diverse dalle immagini pubblicate su Booking. E il boomerang, pesante, è servito. «Prendiamo solo come pretesto il report del Post Office – commenta Antonio Tornese, esperto del settore e membro dell’Organizzazione mondiale del turismo - per parlare di caro prezzi. In parte sono giustificati dai tanti rincari che pesano sulle attività turistiche ma in molti casi questo processo è già iniziato prima, sull’onda della popolarità. Abbiamo un problema di identità, questa è la chiave di lettura. Dove vogliamo andare? Quali sono i turisti che vogliamo? Si parla tanto di luxury ma la gran parte della nostra offerta di strutture ricettive, alberghi e villaggi anche di qualità, è per turisti di medio target, per famiglie. Ed è a loro che dobbiamo orientare i servizi ad un prezzo commisurato e non speculativo. Il nostro punto debole è non saper fare rete, dove lo hanno fatto, dove hanno scelto i target giusti oggi non hanno problemi. A che serve riempire di masserie di lusso se poi i servizi non ci sono, se mancano trasporto pubblico, collegamenti capillari? Serve umiltà. E serve che anche le istituzioni facciano il loro». Una situazione, però, quella dei rincari esagerati, che non si verifica in tutta le regione. «Occorre precisare - dice Raffaella Altamura, presidente Confesercenti Puglia - che certe situazioni sono a macchia di leopardo, ci sono rincari esagerati solo in alcune località e aree.

In ogni caso va detto anche che se il servizio c’è è fisiologico che il prezzo aumenti così come avviene in altri posti. Il problema nasce di fronte alla speculazione di prezzi non commisurati al servizio. Cosa serve oggi allora? Formazione, qualificazione, controllo. Dobbiamo seguire quest’onda ma nel modo giusto, accompagnandola. E devono farlo anche le istituzioni: abbiamo in questo momento tanti fondi da investire, tra questi il Pnrr, serve strategia, l’improvvisazione non porta da nessuna parte. Pianificare investimenti in collegamenti e infrastrutture. Un turismo non di massa comporta qualità del servizio che si vende».

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