Tap: puntiamo sul "modello Ibiza" per il gasdotto nel Salento

Tap: puntiamo sul "modello Ibiza" per il gasdotto nel Salento
di Maria Grazia FASIELLO
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Giovedì 18 Giugno 2015, 13:44 - Ultimo aggiornamento: 13:49

IBIZA - Tra Denia e Ibiza ci sono quasi centocinquanta chilometri di mare. Sotto la spiaggia della cittadina che sorge a un’ora di strada da Valencia passa un tubo di gas sotterraneo che collega la terraferma con l’isola e poi riprende il percorso fino alla Platja de Sant Joan De Dèu, Maiorca. Ad indicarne il passaggio c’è un cartello giallo con cui Enagas, la società di trasporto di gas naturale leader in Spagna, suggerisce - in caso di problemi - di chiamare due numeri di telefono. La gente prende il sole sulla striscia di sabbia dorata che si allunga poco distante dalla macchia mediterranea. Oltre le dune, ci sono hotel, residence e abitazioni.

Enagas è anche uno degli azionisti della Trans Adriatic Pipeline. Il suo ingresso in società crea un legame inedito tra i due progetti. Secondo Tap, le caratteristiche del gasdotto balearico riprendono in parte quelle del progetto di San Foca, per il quale il ministero dello Sviluppo Economico ha recentemente emesso l’Autorizzazione unica integrata, ultimo gradino istituzionale prima dell’apertura del cantiere prevista nella primavera 2016.

La realizzazione del gasdotto sottomarino delle Baleari, completato nel 2009 - dice Tap - permetterebbe di vedere gli effetti della costruzione sulla costa pugliese del gasdotto trans-adriatico, destinato ad entrare in funzione nel 2020.

Denia, in questo caso, non corrisponde esattamente alla funzione di San Foca, ma è da lì che parte il tubo per raggiungere le isole di Ibiza e Maiorca, mèta di giovani in cerca di divertimento sfrenato, eventi disco di richiamo e vita notturna. Per mettere il tubo sei metri sottoterra – oggi invisibile ai turisti - non è stata sfruttata la tecnica del microtunnel (come Tap pensa di fare nel Salento) ma la tecnica dello scavo in trincea aperta. «Al termine dei lavori, le condizioni della spiaggia sono state ripristinate – spiega Luigi Quaranta, senior media advisor di Tap – la spiaggia è in condizione naturale, unica traccia della presenza del tubo è la palina sul vialetto da cui si accede. Anche a San Foca sarà così, ma la tecnica del microtunnel è quella messa in pratica ad Ibiza, dove l’opera non interferisce minimamente con l’economia turistica. Il gasdotto balearico è lungo circa 270 chilometri, collega la terraferma alle due isole, garantendo a entrambe forniture di gas naturale dimensionate ai bisogni di consumo. È stato l’investimento più importante a livello infrastrutturale e tecnicamente più complesso realizzato da Enagas negli ultimi anni».

Il tracciato comprende: il tratto Montesa Denia (68 chilometri sulla terraferma), la stazione di compressione di Denia, il tratto Denia-Ibiza-Maiorca (268 chilometri in mare) e i terminali di ricezione sulle due isole. C’è una differenza sostanziale tra il progetto delle Baleari e la Puglia. Il gasdotto che porta il gas nelle prime è più piccolo e ha obiettivi più ridotti rispetto a quello che, approdando nella marina di Melendugno, dovrebbe portare energia fino al cuore dell’Europa, diversificando le fonti nella famosa visione “strategica” dell’Unione Europea. Il segnale più importante di questa differenza è la grandezza del terminale di ricezione, che si trova a più di due ore di traghetto dalla costa spagnola.

Sant Antoni de Portmany, Ibiza. Questo il nome della località in cui spunta nuovamente il gasdotto, dopo aver attraversato il mare di fronte a Denia raggiungendo profondità massime di 997 metri. A Sant Antoni, vicino alla nota Café del Mar, ci sono invece due microtunnel, quello di entrata e quello di uscita, quest’ultimo diretto verso la costa di Maiorca. Hanno entrambi una lunghezza di circa 130 metri ed escono in mare ad una profondità di 20 metri. Molto simile all’approdo di San Foca, dove la condotta passerà sotto la costa attraverso un microtunnel lungo 1,5 chilometri e uscirà in mare a 800 metri, ad una profondità di 25 metri. Il tubo non è visibile. Quel che si vede è il terminale di regolazione e misura costruito proprio sulla scogliera, nei pressi di una preesistente centrale di desalinizzazione. «Non abbiamo potuto fare niente, eravamo solo quattro residenti, la nostra voce contava poco – spiega una signora che abita lì di fronte – come per l’impianto di desalinizzazione, non lo volevamo, ma alla fine era più importante far avere acqua all’isola». La baia più vicina alla centrale del gasdotto è Cala Graciò, piena di bagnanti. «Non abbiamo avuto problemi durante i lavori – sostiene Enrique che lavora al ristorante “Sa Bresca” - e nemmeno i turisti sono infastiditi». Sentendo lui, è chiaro il motivo per cui Tap ha deciso di fare un parallelo con San Foca. Nella località salentina, però, il terminale di ricezione sarà molto più grande, situato su un’area di 12 ettari, a 8 chilometri dalla costa, nelle campagne nei pressi di Masseria Capitano a Melendugno. Anche la situazione “di contesto” è molto diversa da Ibiza: il Comune non ha mai accettato di stringere accordi con la società e guida il movimento di opposizione all’opera.

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