No alla pesca a strascico e restrizione delle aree di pesca: i pescatori protestano contro l'Ue

Un momento della protesta a Gallipoli (foto Coldiretti)
Un momento della protesta a Gallipoli (foto Coldiretti)
di Valeria BLANCO
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Sabato 6 Maggio 2023, 17:41 - Ultimo aggiornamento: 9 Dicembre, 17:58

L'Unione Europea "affonda" 500 pescherecci in Puglia. Ed è protesta in tutta Europa, compresi diversi porti d'Italia, tra cui Gallipoli, contro le nuove linee europee di indirizzo ad integrazione della Politica Comune, che prevedono il divieto di utilizzo delle reti a strascico e la restrizione delle aree di pesca con tagli fino al 30% (poco meno di 90 zone) rispetto a quelle attuali.


La singolare protesta

L'obiettivo è quello di far sentire la propria voce al commissario all'Ambiente e alla pesca, Virginijus Sinkevicius: per questo le imbarcazioni ormeggiate in porto, questa mattina alle 11.30, hanno suonato simultaneamente le loro sirene a Gallipoli e negli altri porti italiani.

I suoni sono stati registrati e saranno caricati sui social network sotto l'hashtag #sos_eu_fishing per essere poi trasmessi alla Commissione europea il 9 maggio, giornata in cui si celebra la Festa dell'Europa.

Coldiretti Impresapesca

Hanno aderito alla protesta Alleanza Cooperative Italiane Pesca, Federpesca, Coldiretti Impresa Pesca e Unci Agroalimentare. A Gallipoli i pescherecci hanno esibito le bandiere di Coldiretti. "Quelli che stanno per essere adottati - spiegano da Coldiretti Impresapesca - sono provvedimenti choc per la Flotta Italia. La misura più dirompente è il divieto del sistema di pesca a strascico che rappresenta in termini di produzione ben il 65% del pescato nazionale, operando di media non più di 130 giorni all’anno, secondo l’analisi di Coldiretti Impresapesca. Ma le nuove linee prevedono anche la restrizione delle aree di pesca con tagli fino al 30% di quelle attuali, denuncia Coldiretti Impresapesca, con scadenze ravvicinate nel 2024, 2027 per concludersi nel 2030".

Unci Agroalimentare

“L'attività della pesca - spiega Gennaro Scognamiglio, presidente nazionale dell'Unci Agroalimentare - ormai è sempre più apertamente nel mirino di Bruxelles. L'ingiustificata chiusura di 87 zone di pesca e il pregiudiziale divieto di utilizzo delle reti a strascico, proposto dal commissario all'Ambiente e alla Pesca dell'Ue sono un vero e proprio attentato contro centinaia di migliaia di lavoratori ed imprese dell'Europa, che l'Unci Agroalimentare è pronta a respingere con fermezza, insieme a tutte le sigle del settore”. Secondo Unci agroalimentari, si tratta di "veti irrazionali" che arrivano come unica risposta ai tentativi di dialogo intavolati dalla categoria nei mesi scorsi.

Per questo, le nuove linee guida sono percepite come "un'inaccettabile prevaricazione nei confronti di una categoria che è sempre disponbile a conciliare le proprie istanze con quelle dell'intera comunità, consapevole che la fauna, la flora, il paesagggio ed i fondali marini sono risorse di tutti, da preservare e rigenerare. Per questo si è indetta questa mobilitazione civile, la più grande mai realizzata, con l'obiettivo di sensibilizzare l'opinione pubblica e lanciare un messaggio forte e chiaro al commissario Ue e alle istituzioni, che non possono ignorare i delicati ed importanti problemi posti sul tavolo dai lavoratori, dalle imprese e dalle associazioni sindacali e di categoria della pesca e delle attività connesse alla filiera ittica e all'economia del mare”.

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