Puglia, il rebus giunta e la paura dell'effetto domino dopo le dimissioni di Lopalco

Puglia, il rebus giunta e la paura dell'effetto domino dopo le dimissioni di Lopalco
di Antonio BUCCI
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Venerdì 12 Novembre 2021, 09:39 - Ultimo aggiornamento: 17 Febbraio, 11:46

«La sanità pugliese è in buona salute, va tutto assolutamente bene, naturalmente ci auguriamo che tutto si risolva nella maniera migliore. Capisco che è un mestiere molto complicato quello che facciamo noi, ci vuole allenamento». Getta acqua sul fuoco, da Lecce, Michele Emiliano. È già sera, quando il governatore decide di commentare il passo indietro dell'ex capo della task force per l'emergenza sanitaria. Poco prima, era stata una nota ufficiale a lanciare l'ultimo ponte: «Ho chiesto all'assessore Lopalco, al quale mi legano sinceri sentimenti di stima e affetto, di provare a recuperare le forze e tornare ad offrire il suo sostegno all'azione della giunta, auspicando che possa rimeditare la sua scelta», gli aveva mandato a dire, disinnescando anche la mina del casus belli. Quello del farmaco per il piccolo Paolo malato di Sma: «La Regione metterà a disposizione le somme necessarie per il sostegno alla famiglia. Se c'è un medico che lo prescrive e se la famiglia autorizza, la Regione sosterrà le cure del bambino, ovviamente nel rispetto delle regole e della supremazia della prescrizione medica».


Intanto, l'effetto domino è appena innescato e destinato a rimescolare non poco le carte, fuori e dentro le stanze di Lungomare Nazario Sauro. Tanto più dal momento che le dimissioni del prof originario di Mesagne non placano le scosse che, da giorni, investono il centrosinistra di Via Gentile. Anzi. Non è andata meglio con la proroga del Piano Casa. Via libera alla misura fino al 31 dicembre 2022 - peraltro, corredata da quella che è passata come legge Tutolo in materia - e voto unanime, sì, ma con il parere contrario del Governo e, nello specifico, della titolare della delega competente Anna Grazia Maraschio che pure avrebbe preferito evitare di procedere di proroga in proroga, costruendo un contenitore normativo in grado di ereditare le buone pratiche della misura. È finita diversamente e, dall'opposizione, la Lega ne ha chiesto le dimissioni.

L'opposizione che incalza

A riaprire il caso, ci pensa il capogruppo di Fratelli d'Italia, Ignazio Zullo, puntando il dito contro «una maggioranza che non ha rispettato due volte il proprio assessore: la prima, quando ha discusso in sua assenza provvedimenti urbanistici; la seconda, quando - ignorando il parere contrario - ha votato all'unanimità le due leggi».

La minoranza, che pure ha votato convintamente, «non ha i numeri né per far rinviare né per far approvare», manda a dire all'assessore. Certo, in sua difesa sono accorsi da Sinistra Italiana esprimendo «il più totale dissenso sull'ennesima pericolosissima proroga» ma il dato resta: «La Maraschio dovrebbe chiedersi a che gioco gioca con lei la sua maggioranza, ma anche il presidente Emiliano», a dirla con le parole del numero uno degli uomini di Giorgia Meloni. Solo un incidente di percorso o qualcosa in più?

Spaccavento al osto di Lopalco?


Dalla stessa lista di Puglia Solidale e Verde svetta - per la sostituzione di Lopalco in giunta, si vedrà se anche nella delega - il nome del coratino Felice Spaccavento, primo dei non eletti con 8mila voti. Ma è ancora fantapolitica. Tra gli scranni dati per traballanti, se si dovesse optare per un rimpasto, ci sarebbe anche quello di Massimo Bray, ufficialmente per motivazioni personali dell'ex Ministro e non per dissidi politici. E, se è per questo, in bilico pareva essere pure lo slot di Gianni Stea al Personale, le cui quotazioni sono tornate a salire dopo la nota che ha ricompattato il fronte a centrocampo, serrando i ranghi nelle truppe dei Popolari, sotto un unico scudo. In grado di tenere insieme anche Massimo Cassano e Salvatore Ruggieri, che resterebbero sulla tolda di comando regionale del movimento. Tra coloro che, in caso di giri di valzer, potrebbero ambire ad una promozione, si fanno i nomi di Domenico De Santis e Carmelo Grassi. Il primo si è visto togliere i galloni di segretario metropolitano dei dem dall'azzeramento del congresso pugliese (senza competitor, mentre si fa il nome di Paolo Campo per la segreteria regionale). Il secondo è pronto ad entrare nella massima assise dalla porta principale, dopo il riconteggio di Palazzo del Governo, sanando così il vulnus della rappresentanza brindisina in squadra. Ammesso che il gioco di incastri non diventi più complicato.
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