Il paradosso dei posti per i prof di sostegno: in Puglia oltre 1.200 candidature per 70 posti (in Lombardia il contrario)

Il paradosso dei posti per i prof di sostegno: in Puglia oltre 1.200 candidature per 70 posti (in Lombardia il contrario)
di Giuseppe ANDRIANI
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Domenica 11 Febbraio 2024, 05:00 - Ultimo aggiornamento: 12 Febbraio, 14:21

In Puglia per la scuola elementare a fronte di 70 posti per i docenti di sostegno sono arrivate 1.259 candidature. In Lombardia, invece, i posti sono 4.111 e i candidati, invece, sono stati soltanto 171. E i prof emigrano sempre più spesso. Le forti incongruenze nel reperimento - e nelle candidature - dei docenti tra Nord e Sud sono messe in evidenza da un report della Cisl Scuola, che pone l’accento su una serie di questioni. Intanto c’è il discorso dei posti per i nuovi assunti: per la scuola elementare, ad esempio, sono circa 4mila in Lombardia su un totale di 9.348 a livello nazionale. 
Numeri alla mano, permangono una serie di dubbi. Ma il più grosso riguarda proprio l’arrivo delle candidature rispetto ai posti. Un sistema che al Sud, di fatto, si presenta ermetico, chiuso. E che al Nord, invece, vede addirittura tantissime domande di lavoro inevase. Perché? Intanto è di sicuro centrale nel ragionamento il tema della precarietà di tanti docenti del Sud, che talvolta sperano di rientrare a casa, dal Nord, con il concorso per i posti di sostegno. Non sempre, però, questo poi avviene. 
Ancora numeri, dall’elaborazione grafica presentata qualche giorno fa dal sindacato: secondaria di primo grado (la scuola media, ndr), in Puglia 36 posti a disposizione, 1.511 domande; in Lombardia 530 domande a fronte di oltre duemila posizioni aperte. Idem in Liguria: 16 candidati ma i posti sono 191. E ancora in Veneto, dove resteranno vacanti quasi 350 posti per il sostegno. Il trend è lo stesso anche per le superiori, per quanto vi sia uno scarto diverso perché qui i posti - sarà anche per la richiesta di studenti che ne hanno bisogno - sono di meno un po’ ovunque (a livello nazionale 961 posizioni per più di 27mila candidature).

L'analisi della Cisl

La Cisl, poi, chiede una serie di modifiche nella formazione dei prof di sostegno.«Si conferma, e forse si accentua - si legge nella nota diffusa ieri -, un fenomeno su cui già in passato, in alcuni dossier dedicati all’argomento, la Cisl Scuola aveva richiamato l’attenzione, denunciando l’inadeguatezza delle politiche fin qui seguite non solo sul reclutamento, ma anche nella programmazione e gestione dei percorsi formativi richiesti per il conseguimento dei titoli di specializzazione. Un’offerta da tempo segnata da squilibri e incongruenze, che vedono l’attivazione di corsi in aree già sature di personale specializzato, mentre l’offerta è limitatissima proprio là dove si registra il più alto fabbisogno di personale».
Il problema, secondo la Cisl, non riguarda soltanto la ripartizione dei posti ma anche il percorso di formazione. «È di tutta evidenza che occorre superare l’affidamento in esclusiva alle Università della gestione di questi percorsi: la Cisl Scuola ha proposto ripetutamente di valorizzare il ruolo che le scuole stesse potrebbero svolgere, oltre a quello di ospitare le attività di tirocinio. Così come andrebbe considerata l’opportunità di offrire alle migliaia di docenti ogni anno in servizio sui posti di sostegno – senza i quali, è bene ricordarlo, il sistema andrebbe in tilt – l’opportunità di conseguire la specializzazione, supportando e valorizzando anche in termini formativi l’esperienza di lavoro che acquisiscono sul campo».
Insomma, il sindacato alza la voce su un tema molto caro al mondo della scuola.

In particolare perché soprattutto negli ultimi anni i docenti che hanno scelto la via del posto di sostegno sono stati tanti. I problemi sul piatto sono (almeno) due: da un lato la discrepanza territoriale, che segue inevitabilmente dei criteri legati alla domanda di posti di sostegno. Dall’altra parte, però, c’è anche il fatto che nelle regioni del Nord diversi posti resteranno vacanti. Con tutto ciò che questo comporterà.

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