«È così. L’artefice di tutto è Maglio ma un ruolo decisivo lo ebbe anche Ennio Bonea. Il settimanale gli andava stretto, il quotidiano di informazione il suo pallino. La svolta fu nel ’75 quando con un gruppo di giornalisti che collaboravano con la Tribuna Maglio creò la cooperativa di giornalisti CoGiSa: furono anni febbrili, di grande impegno che culminarono di lì a poco nella nascita di Quotidiano”.
«Signorile, esponente di spicco del Psi, sinistra lombardiana, aveva bisogno di visibilità nel Salento, il suo collegio elettorale. Maglio voleva portare avanti il suo progetto: l’incontro - che fu preparato da Pippo Marra, proprietario dell’AdnKronos - avvenne a Roma, dove andammo con la 127 di Colaci, il responsabile dell’ufficio marketing. Il piano piacque, il sogno si avverò: il resto è storia».
«Freddamente nei primi due anni, che furono di rodaggio. Soprattutto a Lecce. Ci misuravamo con la Gazzetta del Mezzogiorno che all’epoca era una potenza».
«Grazie alla cronaca. E grazie a un gruppo di redattori bravissimi, tra cui mi piace ricordare Pietro Mita, Carlo Laudisa, Davide Tondi, Carlo Annese, Novella Topi, Carlo Chianura, mentre altri giornalisti come Franco Prattico e Enzo Luchi portarono qui la loro esperienza. La svolta si ebbe con una notizia sul calcio scommesse che vide implicato Merlo, ex Fiorentina. Ne parlò tutta Italia».
«Assolutamente sì, erano gli anni della Sacra corona unita. Ma anche gli inserti sono stati importanti. A Quotidiano si è forgiata una classe di giornalisti eccezionale».