Cenone: spesa aumentata del 12%

Cenone: spesa aumentata del 12%
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Domenica 31 Dicembre 2023, 05:00

Per il cenone di fine anno saranno destinati alla tavola 120 euro in media a famiglia, il 12% in più rispetto all’anno scorso, ma c’è chi spende di più per menù economici da 150 euro a famiglia, ma fino anche a 300 euro per imbandire la tavola per i festeggiamenti senza rinunce, mentre ci sarà chi si manterrà tra i 40 e i 60 euro, barcamenandosi tra i rincari del 22% delle cime di rape, del 18% dei calamari, dell’11% delle lenticchie e di oltre il 100% dell’uva. E’ quanto emerge da una stima di Coldiretti Puglia, sulla base delle rilevazioni dei prezzi dell’Istituto Pugliese per il Consumo, in vista del cenone e del Capodanno per il quale si prevede che quasi 9 pugliesi su dieci (85%) consumeranno il cenone di fine anno nelle case, proprie o di parenti e amici, mentre gli altri si divideranno soprattutto tra ristoranti e agriturismi con oltre 10mila presenze secondo le stime di Terranostra e Campagna Amica.
Le tavolate si allungano ad una media di 8/10 persone e lo spumante – sottolinea la Coldiretti regionale - si conferma come il prodotto immancabile per più di otto cittadini su dieci (83%), ma è seguito a ruota dalle lenticchie presenti nell’80% dei menu, forse anche perché sono chiamate a portar fortuna secondo antiche credenze.
La produzione in Puglia di lenticchia è di circa 5.560 quintali e particolarmente ricercate sono le lenticchie IGP di Altamura, con l’accoppiata vincente– continua la Coldiretti regionale – con cotechino e zampone consumati proprio a fine anno con gran parte della produzione nazionale, ma si rileva anche una apprezzabile domanda di cotechini e zamponi artigianali. Non solo lenticchie tra i piatti portafortuna a fine anno ci sono – continua la Coldiretti Puglia - anche i chicchi di uva presenti sul 45% delle tavole. Ne vanno mangiati dodici, uno per ogni mese dell’anno. E di buon auspicio sono anche i melograni simbolo di riparo e protezione dai problemi che il nuovo anno potrebbe portare.

I prodotti


Sulle tavole per le feste è forte la presenza del pesce a miglio0 a partire da alici, vongole, anguille, capitone e seppie ma – sottolinea Coldiretti Impresa Pesca Puglia - il 61% dei cittadini assaggerà il salmone arrivato dall’estero, appena il 12% si permetterà le ostriche e il 5% il caviale spesso di produzione nazionale che viene anche esportata. Ma c’è anche chi dovrà rinunciare al pesce a causa degli elevati costi e per rispettare la tradizione porterà in tavola le cime di rapa stufate e i panzerotti fritti con ripieno di mozzarella, pomodoro e formaggio o con ricotta scuanta.
La scelta di prodotto locale a "filiera corta" garantisce freschezza e qualità ma scegliere pesce italiano aiuta anche a sostenere un settore della pesca e acquacoltura che vede impegnate - precisa Impresapesca Coldiretti – circa 1.500 imbarcazioni, colpite dalle scelte dell’Unione Europea che colpiscono alcuni dei segmenti trainanti del comparto.

La top-ten delle produzioni è guidata dalle alici, seguite da vongole, sardine, naselli, gamberi bianchi, seppie, pannocchie, triglie, pesce spada, gallinelle e sugarelli.

Il pesce


Per quanto riguarda il pesce congelato c’è l’obbligo di indicare la data di congelamento e nel caso di prodotti ittici congelati prima della vendita e successivamente venduti decongelati, la denominazione dell’alimento è accompagnata dalla designazione “decongelato”. Per garantirsi la qualità il pesce fresco - conclude la Coldiretti - deve avere inoltre una carne dalla consistenza soda ed elastica, le branchie di colore rosso o rosato e umide e gli occhi non secchi o opachi, mentre l’odore non deve essere forte e sgradevole. Infine, meglio non scegliere i pesci già mutilati della testa e delle pinne mentre - continua la Coldiretti regionale - per molluschi e mitili, è essenziale che il guscio sia chiuso. 
Secondo i dati elaborati da Bmti e Consumerismo, invece, in alto di quasi il 20% rispetto allo scorso anno, i prezzi di un altro prodotto molto consumato in questi giorni: il prezzemolo. Da una parte, hanno contribuito le basse temperature notturne che coinvolgono le zone di produzione (Campania e Puglia) che hanno rallentato la produzione ma, dall'altra, tale aumento è legato a un maggiore consumo di pesce tipico di questo periodo e alla preparazione di salse di accompagnamento in cui il prezzemolo rimane protagonista. Più 5% sui prezzi della cozza e + 32% per la vongola verace, entrambe danneggiate dal granchio blu. Insolitamente in aumento le alici a causa, invece, di una scarsità di prodotto nei mari, soprattutto nella zona adriatica. Stessa sorte quella del gambero rosa, in aumento del 31,5%. In calo di quasi il 14%, invece, il prezzo del calamaro grazie ad una maggiore disponibilità di prodotto proveniente da una pesca abbondante nel mar Atlantico settentrionale, sebbene continui a scarseggiare nei mari nostrani. Rimane alto, nonostante in calo del 10%, il prezzo dell'astice americano poiché il livello della domanda per questo prodotto è rimasto basso.

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