Bradanico-Salentina, è battaglia istituzionale: «Il ministero ci risponda»

Bradanico-Salentina, è battaglia istituzionale: «Il ministero ci risponda»
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Mercoledì 6 Marzo 2024, 05:00 - Ultimo aggiornamento: 7 Marzo, 21:05

La richiesta del territorio è ormai chiara: che l’ultimo lotto della Bradanico-Salentina (quello che va da San Pancrazio a Lecce, l’unico su cui ancora c’è qualche speranza di poter effettuare delle variazioni), sia realizzato a quattro corsie. Ieri i sindaci dell’Unione del Nord Salento, insieme con i colleghi dei Comuni interessati dal tracciato e con i presidenti delle Province di Lecce e Brindisi hanno messo nero su bianco, dopo un incontro a Lecce, la loro unità di intenti e la volontà di andare fino a Roma, al ministero delle Infrastrutture e dei trasporti, per illustrare le necessità di un’area che, dai tempi in cui è stato realizzato il progetto, ha visto cambiare le proprie priorità alla luce di un forte sviluppo economico e turistico. E la Regione ci sarà - anzi c’è già, dal momento che la richiesta di un incontro al ministero è già partita nei giorni scorsi - per dare sostegno ai sindaci e al territorio in questa battaglia. Il tempo non è molto e la risposta del ministero potrebbe arrivare dopo il 14 marzo, data in cui Anas ha convocato la conferenza dei servizi e in cui ci si aspetta che i sindaci scelgano tra le tre opzioni di tracciato proposte dalla stessa Anas, tutte a due corsie.

Le prospettive per la Lecce-Taranto


Quella di ieri è stata una giornata campale: dopo l’incontro in Provincia a Lecce, i sindaci si sono spostati a Campi Salentina per incontrare l’assessore regionale ai Trasporti, Anita Maurodinoia.

Un’occasione per illustrare quanto fatto finora nella storia quarantennale di questa strada, per chiarire che la Regione non ha alcun potere sulla modifica dei progetti, e per definire una strategia che deve inevitabilmente prevedere anche la possibilità di un parere negativo del ministero. In questo caso, è stato detto a chiare lettere, bisogna essere cauti e prendere comunque quello che si può ottenere, cioè una messa in sicurezza del tratto di 28 chilometri che va da San Pancrazio a Lecce e che vale 300 milioni, accettando la fine del sogno delle quattro corsie. 

L'assessore Maurodinoia


A Maurodinoia il compito di illustrare l’iter del progetto. «Voglio spiegare ai cittadini - ha esordito l’assessore - l’iter del procedimento e il ruolo della Regione. La mia - ha aggiunto, rispondendo alle critiche del centrodestra - non è una presenza in chiave elettorale. La Regione da sempre ritiene quest’opera strategica per il territorio, tanto da averla inserita nel Piano regionale dei trasporti». Ma le cose, rispetto al 2014, anno in cui la Regione effettivamente ha fornito una valutazione negativa sulle quattro corsie per il tratto da San Pancrazio a Lecce, sono cambiate: l’opera è finanziata direttamente dal ministero, Anas non deve più chiedere la valutazione costi-benefici della Regione e quella data dieci anni fa è nulla. «Nel 2020, quando sono arrivata in Regione - prosegue Maurodinoia - abbiamo chiesto ad Anas di rivedere il progetto, ma ci è stato risposto che sui primi due lotti, ormai già in fase avanzata, non era più possibile tornare indietro. Ma su quest’ultimo lotto si può fare qualcosa».


Ma tant’è. Ormai Anas - e siamo ai nostri giorni - ha prodotto tre ipotesi progettuali per quel tratto, tutte a due corsie. E ha chiesto ai sindaci, lo scorso mese di gennaio, di sceglierne uno. «Anas - precisa l’assessore - ha illustrato una serie di criticità che avrebbe il progetto a quattro corsie e cioè un forte impatto paesaggistico e ambientale, la compatibilità idraulica, il fatto che alcuni Comuni sarebbero tagliati fuori perché sono previsti non più di due svincoli. Ma si dice disponibile a cambiare progetto se lo chiede il ministero, ente che finanzia l’opera. A questo punto la Regione - conclude Maurodinoia - può intervenire solo accompagnando i territori nel chiedere la possibilità di rivedere il progetto. Chiediamo tempo ad Anas in attesa di una risposta da Roma. Attenzione però a non perdere sia l’una che l’altra possibilità. Se incasseremo un no sulle quattro corsie, ci dovremo accontentare della messa in sicurezza a due corsie, che comunque resta importante per il territorio tutto».

I sindaci del Nord Salento


Al padrone di casa, il sindaco di Campi Alfredo Fina, il compito di tirare le fila dell’incontro e di chiamare all’appello tutte le istituzioni, indipendentemente dal colore politico, che hanno a cuore le sorti del territorio. «Rilevo con piacere che forse per la prima volta l’Unione dei Comuni del Nord Salento, al di là delle differenti appartenenze politiche, sta ragionando da Unione. La nostra, non è una presa di posizione campanilistica, ma il desiderio di dare al territorio un’occasione in più di sviluppo: pensiamo a cosa comporterebbe un collegamento più diretto tra Lecce, i nostri Comuni e il porto di Taranto, solo per citare uno dei benefici della Bradanico-Salentina a quattro corsie. Tutte le nostre istituzioni, a tutti i livelli, interloquiscano con il governo se non altro per farci avere l’opportunità di illustrare le nostre ragioni. Il territorio va valorizzato, basta fare finta che non esista».


Anche da Salice Salentino, il sindaco Cosimo Leuzzi esorta ad andare a Roma per chiedere risposte: «Siamo già alla conferenza dei servizi, una fase avanzata: il rischio è quello di farci sfuggire anche la possibilità di questa messa in sicurezza. Per questo, la battaglia da fare in questo momento è una battaglia politica». «Chiediamo che le istanze del territorio vengano almeno ascoltate - interviene nel dibattito il primo cittadino di Carmiano, Giovanni Erroi -. Il progetto a due corsie aveva un senso quaranta anni fa, oggi solo l’ipotesi a quattro corsie potrebbe garantire lo sviluppo del territorio. Se c’è la possibilità di migliorare il progetto, proviamoci. Se il ministero ci dirà chiaramente che l’unica possibilità è quella delle due corsie, allora ci adegueremo». Dal sindaco di Novoli, Marco De Luca, un appello alla politica tutta, indipendentemente da casacche e colori: «Al primo incontro con Anas - premette - abbiamo avuto l’impressione che il piatto fosse già pronto. Non è stato un incontro interlocutorio, ma c’erano solo tre ipotesi, tutte molto simili, tra cui scegliere. Siamo stati bravi a prendere tempo, ma ora serve che il ministero ci faccia capire se abbiamo margini per cambiare quel progetto o meno. E serve che senatori, onorevoli, viceministri e ministri di questa Regione si facciano portavoce di questa esigenza del territorio». 

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