Prestiti a tasso zero o a fondo perduto: ecco i bandi della Regione per imprese e autonomi

Prestiti a tasso zero o a fondo perduto: ecco i bandi della Regione per imprese e autonomi
di Pierpaolo SPADA
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Giovedì 28 Maggio 2020, 08:24 - Ultimo aggiornamento: 17:48
La Regione Puglia cala la sua manovra da 750 milioni per sostenere famiglie e imprese stremate dall'emergenza Covid. Prestiti, ma anche soldi a fondo perduto, tanto a favore di autonomi che di imprenditori. Giovedì saranno pubblicati i primi tre avvisi che riguarderanno in particolare Microprestito e Titolo II, misura in soccorso dei commercianti ma anche degli operatori del settore turistico. «La Regione Puglia vuole essere accanto alle persone in tutti i modi possibili. E lo facciamo sostenendo i lavoratori autonomi con somme a fondo perduto e con strumenti finanziari snelli ed efficaci», dichiara il presidente della Regione Puglia, Michele Emiliano.

Entriamo allora nel dettaglio delle misure varate. Il primo avviso riguarderà il Microprestito. Si tratta di un intervento da tempo atteso e, per certi versi, anche invocato dalle associazioni di categoria per offrire un'alternativa al sistema del credito bancario. È rivolto essenzialmente alle micro imprese con fatturato non superiore a 400mila euro nel 2019 che vogliano sostenere spese di funzionamento in una sede operativa in Puglia e che abbiano subìto perdite di fatturato o incrementi di costi in conseguenza dell'epidemia e delle misure di contenimento delle stesse.

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La misura più attesa dal sistema produttivo e dai lavoratori autonomi.
Si tratta di un prestito a tasso zero per un importo non superiore a 30mila euro da restituire in 5 anni, oltre 12 mesi di preammortamento e una quota di fondo perduto del 20%. A erogare le risorse sarà direttamente la Regione Puglia tramite la società Puglia Sviluppo, con procedure semplificate. Sono, tuttavia previsti alcuni requisiti. L'agevolazione concedibile sarà pari a 30mila euro per le imprese che abbiano avuto ricavi/compensi/fatturato compresi tra 120mila e 400mila euro nel 2019; pari al 25% dei ricavi/compensi/fatturato del 2019 per le imprese che abbiano avuto ricavi/compensi compresi tra 40mila e 120mila euro nel 2019; pari a 10mila euro per le imprese che abbiano avuto ricavi/compensi/fatturato compresi tra 20mila e 40mila euro nel 2019; pari a 5mila euro per le imprese con ricavi/compensi/fatturato inferiori a 20mila euro nel 2019. La dotazione complessiva ammonta a 248 milioni di euro e con essa la Regione ritiene di poter soddisfare l'esigenza di 16mila imprese.

Rivolti a professionisti e autonomi non iscritti al registro delle imprese, sono previsti anche altri tipi di contributi. La Regione Puglia prevede, attraverso apposita misura, di assegnare un contributo a fondo perduto di circa 2mila euro attraverso procedure estremamente semplificate. Per accedere sarà necessario solo dimostrare di aver avuto ricavi/compensi/fatturati inferiori a quelli registrati nel 2019. Ma, come detto, è intorno al Titolo II che l'interesse in Puglia comincia a concentrarsi, visti i risultati in termini di partecipazione e conseguente investimento registrati negli anni precedenti. La Regione si affida a tale strumento per incentivare la ripresa delle attività produttive e perché, appunto, già conosciuto e collaudato dagli operatori economici del territorio. Lo strumento - pensato per sostenere la creazione di nuova finanza da destinare al rafforzamento del capitale circolante delle piccole e medie imprese - prevede la concessione di sovvenzioni, parametrate sull'importo dei finanziamenti destinati a circolante.

Indipendentemente dalla durata di ogni singolo finanziamento, l'intervento agevolativo è limitato alla durata minima di 2 anni con un preammortamento di 12 mesi. Secondo quando si apprende dagli schemi regolamentari, l'importo di ogni singola operazione di finanziamento, preso a riferimento per determinare l'importo della sovvenzione, non dovrà essere inferiore a 30mila euro e non superiore a 2 milioni di euro. Si prevede una dotazione da 150 milioni di euro in favore delle imprese dei settori manifatturiero, commercio e servizi e 50 milioni per le imprese turistiche, con una sovvenzione diretta del 20% sull'importo del finanziamento bancario. Lo stesso aiuto potrà essere pari al 30% per tutte le imprese che s'impegneranno ad assicurare nel 2022 il mantenimento degli stessi livelli occupazionali del 2019. «L'imprenditore si rivolge in banca e chiede un finanziamento per liquidità che potrà essere erogato in base al fatturato del 2019.

Per il consigliere regionale Sergio Blasi «bene la manovra, necessario però abbattere la burocrazia per il microprestito». Parla invece di «grande bluff» il consigliere regionale Leonardo Di Gioia. «Non posso evitare di gridare, con forza, che questa manovra non apporta un euro nuovo alla Puglia: essa è il frutto di una semplice permutazione di capitoli di fondi comunitari», chiarisce. Tuonano i Cinquestelle: «Ancora una volta la Regione Puglia si muove dopo le nostre sollecitazioni. Peccato che però come sempre sia in ritardo rispetto alle esigenze dei cittadini. Si tratta di una rimodulazione dei fondi europei, attraverso cui è stato possibile avere le risorse per la misura Start' e resa possibile grazie al Decreto rilancio. Soldi che comunque sarebbero andati alle imprese, per cui la Regione non attinge a un euro del proprio bilancio». Per il capogruppo di Fratelli d'Italia in Consiglio regionale, Ignazio Zullo «un'economia sussidiata con la miseria di un bonus come quella messa in campo da Emiliano si ferma all'oggi e crea solo aspettative di un aiuto pubblico tanto caro all'ideologia di sinistra».
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