Carla Fracci, passione civile fuori scena: grande italiana dietro la star

Carla Fracci, passione civile fuori scena: grande italiana dietro la star
Carla Fracci, passione civile fuori scena: grande italiana dietro la star
di Maria Latella
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Venerdì 28 Maggio 2021, 06:16 - Ultimo aggiornamento: 19 Febbraio, 11:32

Si può essere una star e restare una persona sensibile alle vite degli altri? Si può vivere la dimensione aerea della celebrità globale senza perdere la propria tenerezza, senza esibire in pubblico il capriccio d'artista, senza ingabbiarsi nel narcisismo autoriferito? Applicata a Carla Fracci la risposta è sì. Forse perché apparteneva a un'Italia uscita dal dopoguerra e abituata a rispettare la solidità delle cose che contano, Carla Fracci non è stata soltanto una grandissima danzatrice, è stata prima ancora una grande italiana, una donna interessante e interessata a quanti avevano avuto minor fortuna.

 


Nelle biografie si citano sempre le sue origini semplici, padre tramviere e madre operaia ma anche l'Italia nella quale Carla Fracci era cresciuta ha contribuito a farne la donna da tutti stimata. Sul palco e fuori. Avere una famiglia solida e semplice ha certamente formato la giovane Carla («Mi ha fatto rimanere con i piedi per terra» diceva lei) ma quanti artisti, calciatori, star (italiane e non) vengono da un'infanzia povera e difficile e, conquistato il successo, non hanno alcuna capacità di gestirlo?
Lei è rimasta grande durante e dopo il successo.

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Grande nella danza e nell'esempio perché aveva talento e grande disciplina. Ma aveva anche quella straordinaria umanità che mi piace pensare fosse legata ai valori (usiamolo il sostantivo tanto abusato), comuni in quell'Italia degli anni 50. Un'Italia nella quale un tramviere e un'operaia potevano coltivare la passione del liscio ma riconoscere anche la fascinazione del balletto classico, così da fare i sacrifici necessari perché la bambina Carolina fosse accolta alla Scala. Un'Italia che riconosceva e ripagava il merito e non selezionava in base al censo.
Nella danza se non sai ballare non diventi una étoile. O sei bravissima o non lo sei.
Per questo, al di là della sua grandezza di artista su cui altri potranno meglio dire, è la Carla Fracci grande italiana che andrà ricordata e raccontata alle ragazze e ai ragazzi di questi tempi confusi in cui si può diventare famosi per aver fatto esattamente il contrario della vita di Carla: niente disciplina, niente «lavoro, lavoro, lavoro» (il suo mantra) e invece molta esibizione della propria vita privata e di se stessi. Il contrario di come Carla Fracci ha vissuto da star.
Ai giovani danzatori della Scala ai quali fino all'ultimo ha dedicato attenzione ed energie, e ai giovani in generale, Carla Fracci ha mostrato come coltivare il talento, senza sprecarmi.

E' stata disciplinata ma anche viva, umana. In un mondo, quello della danza degli anni Sessanta, nel quale le ballerine erano viste come vestali totalmente devote alla loro arte e quindi chiuse in una bolla autoriferita, la Fracci infranse il sacro mito e umanamente si sposò con Beppe Menegatti, un gentiluomo e un regista col quale ha sempre condiviso ogni interesse. Scandalizzando molti, volle addirittura un figlio, Francesco. Margot Fonteyn, la danzatrice che accese nella bambina Carla la passione per la danza, di figli non ne aveva avuti.

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A volte i grandi artisti, immersi nella loro dimensione, si rivelano persone non particolarmente interessanti. Se li incontri a cena non sai di che cosa parlare se non parli di loro. Con Carla Fracci si poteva invece discutere di politica e del mondo reale perché lei dal mondo reale non si era mai allontanata. Anche negli ultimi anni, anche poco prima di una malattia vissuta con il riserbo di tutta la vita, se la chiamavano per un premio o per parlare ai ragazzi, non diceva di no. Andava. A Benevento come a Viareggio o a Firenze dove nel 2009 era stata assessore alla Cultura.


E' scomparsa pochi giorni prima del più solenne anniversario della Repubblica. Lei che alla festa del 2 giugno, nei giardini del Quirinale, non mancava mai. Arrivava vestita come sempre di bianco e al braccio dell'amato Beppe. Scompare dopo un anno in cui grandi artisti italiani ci hanno lasciato da Gigi Proietti a Battiato fino a Milva, mancata anche lei in una Milano che ha vissuto tempi durissimi. La sua Scala ospiterà l'ultimo saluto dei milanesi a Carla Fracci, i milanesi che l'hanno amata, applaudita, rispettata.
A tutti noi che non potremo essere lì il compito di ricordarla come la grande italiana che è stata.
 

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