Carla Fracci, Abbagnato: «Le devo i primi passi, era rimasta l'unica a credere nei giovani»

Carla Fracci, Abbagnato: «Le devo i primi passi, era rimasta l'unica a credere nei giovani»
Carla Fracci, Abbagnato: «Le devo i primi passi, era rimasta l'unica a credere nei giovani»
di Simona Antonucci
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Venerdì 28 Maggio 2021, 06:08 - Ultimo aggiornamento: 19 Febbraio, 11:32

Cara Eleonora, non posso essere con te per festeggiare l'addio del tuo bel percorso artistico all'Opéra, ma è come se ci fossi, con entusiasmo... «Carla mi ha mandato questo messaggio due giorni fa», racconta l'étoile Eleonora Abbagnato, mentre sta raggiungendo Parigi per salutare il teatro, addolorata per la scomparsa di Carla Fracci che conobbe quando aveva dieci anni.

Carla Fracci

Proprio accanto a lei ha ballato nelle sue prime tournée, all'inizio di una folgorante carriera. «Un sms che conserverò per sempre.

Sinceramente non pensavo di doverle dire addio così presto. E mi si apre il cuore al pensiero che, nonostante stesse così male, ha avuto il desiderio di scrivermi». Dopo gli auguri, Fracci ha ricordato gli anni passati, momenti felici, evocando il lavoro fatto assieme, creativo, con la regia di Beppe Menegatti. Bei tempi!!! Ti abbraccio forte, abbraccio tutti voi e la tua famiglia. Grande felicità.

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La data per l'uscita dall'Opera di Parigi di Abbagnato, dove entrò quasi trent'anni fa (la prima italiana, «l'italienne e qualche volta la mafieuse», ricorda) è stata fissata, dopo slittamenti e scioperi, al prossimo 11 giugno, con un omaggio a Roland Petit: «A 42 anni il teatro francese ti manda in pensione. In Italia, le fondazioni ti consentono di ballare fino a 47. Direi che 45 sarebbe una giusta via di mezzo. Ho aspettato a lungo questo momento e ora ci andrò portandomi Carla nel cuore», spiega Abbagnato, attuale direttrice del corpo di Ballo di Roma, ruolo che Carla Fracci ricoprì dal 2000 al 2010.
Che vuoto ha lasciato Carla Fracci?
«È un momento tragico per tutti noi che l'abbiamo conosciuta e amata, ma soprattutto per la danza in Italia, perché era rimasta davvero l'unica ad avere una passione così profonda per il balletto, i giovani, i teatri italiani. Carla ha sempre conservato un'immagine grandiosa a livello internazionale e ha fatto brillare anche noi».
Lei l'ha incontrata da piccolissima, che cosa ricorda?
«Io l'ho conosciuta da bambina. Fu lei che all'inizio mi ha aiutato a crescere. Avevo solo dieci anni. E per me era un grande sogno danzare accanto a lei. Per due anni, suo marito Beppe Menegatti che curava i suoi spettacoli, mi ha portato in tutte le loro tournée. Fedra, Souvenir di Giulietta, erano tutti spettacoli che Beppe ideava su misura per lei. E ho respirato, proprio nel periodo della mia formazione, il suo immenso carisma».
Che scambi ha avuto con lei?
«Io la osservavo sul palcoscenico e dietro le quinte. Ero rapita dalla naturalezza e dalla sincerità con cui stava in scena. Cercavo di rapire la sua passione. Ed era un esempio per tutto. Dal palco alla vita».
E alla Fracci che cosa piaceva di lei?
«Ammirava la mia spontaneità, la mia voglia di stare in palcoscenico, accanto a lei».
Come ha indirizzato la sua carriera?
«Io la osservavo e lei mi consigliava. Siamo state molto legate. Mi ha dato tanto, proprio in un momento in cui dovevo prendere scelte fondamentali. E fu proprio lei ha indirizzarmi verso la Francia. Mi disse che l'Opera di Parigi era il teatro più importante al mondo».
Che cosa aveva la Fracci di speciale?
«Carla era unica. Di una bellezza e di una personalità irripetibili. Con un viso da attrice che è stata la sua grande forza e le permetteva di interpretare i personaggi, regalandogli mille sfumature. L'ammiravo perché era incredibilmente bella».
Aveva rimpianti?
«Il suo è stato un percorso sereno».
Come direttrice del Ballo del Teatro dell'Opera di Roma, qual è la sua eredità?
«Le più belle produzioni del teatro dell'Opera sono state fatte da lei, insieme con suo marito. I loro spettacoli erano di una eleganza, gusto e naturalmente qualità. Giselle, La bella addormentata, il grande repertorio lo dobbiamo tutto a Carla».

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