San Silvestro, l'allarme contagi fa saltare un cenone su due. Disdette ai ristoratori

Il ristorante Do Forni
Il ristorante Do Forni
di Marta Gasparon
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Martedì 28 Dicembre 2021, 05:05 - Ultimo aggiornamento: 17:33

VENEZIA - Fioccano le disdette, nei ristoranti del centro storico, con una persona su due pronta a rinunciare al veglione di San Silvestro, indice di una situazione pandemica che preoccupa e che continua a frenare molti spostamenti dall’estero. L’atteso cenone di Capodanno, vissuto per tradizione come momento di passaggio tra l’anno che ci apprestiamo a lasciarci alle spalle e il nuovo, tutto in divenire, in questo 2021 rischia di essere compromesso dall’aumento dei contagi a cui stiamo assistendo, con la variante Omicron protagonista di un’annata ormai al termine costretta ancora a fare i conti con Covid-19.


NUOVI TIMORI
Chi per timore di essere più esposto al virus o perché infettatosi in questi giorni, chi per l’impossibilità di muoversi dal suo Paese, molti avventori stanno rinunciando al proprio tavolo prenotato già da settimane. E i numeri registrati dal mondo della ristorazione – in costante evoluzione – parlano da sé. «Disdette? Ce ne sono continuamente, anche in vista del Capodanno. A Natale e la sera della vigilia si è lavorato – commenta Diego Paties, dei Do Forni, la cui cucina propone piatti della tradizione veneziana –, ma le cancellazioni sono state molte». Insomma, l’attività non è mancata, tuttavia non ai ritmi abituali, da pre-Covid, quando in questo particolare periodo dell’anno il locale risultava al completo. «Per via del distanziamento, ora abbiamo a disposizione circa 130 posti e per Capodanno, almeno sulla base dei numeri attuali, non arriveremo neanche all’80% dell’occupazione, percentuale raggiunta invece a Natale. Non mancano le prenotazioni last minute: in questo modo però si fa fatica a programmare», continua Paties, spiegando come le disdette stiano arrivando da stranieri ritrovatisi ad annullare il proprio soggiorno in città, come pure dagli italiani. «Per il cenone di Capodanno – questa la nota positiva per coloro che non mancheranno all’appuntamento – prepareremo più di trenta portate, un menù variegato e legato alle nostre tradizioni».


NIENTE MUSICA E BALLI
Una novantina di posti a disposizione, di cui una sessantina effettivamente occupati; questi i numeri registrati oggi da Arrigo Cipriani, che per la notte del 31 prevede al momento una capienza attorno al 60%. «Avevamo previsto di organizzare anche musica e ballo, ma abbiamo dovuto sospendere tutto. Una linea generale normale da adottare. Fino all’Epifania si lavorerà comunque abbastanza», riflette il proprietario del leggendario Harry’s Bar, sottolineando l’importanza di mantenere l’allerta alta. Nessuna preoccupazione all’orizzonte, per lui, ottimista per natura, ma la consapevolezza di come, prima del Covid, per il veglione si registrasse il “tutto esaurito”. Ora invece «paura e mancanza di certezze» stanno portando qualcuno a rinunciare alla serata. Numeri differenti anche per il tradizionale pranzo degli anziani offerto da Arrigo Cipriani nel giorno dell’Epifania, in ricordo dei suoi genitori: «Dalla cinquantina di ospiti abituali, stavolta saranno una dozzina».
Bilancio piuttosto positivo – almeno per il momento – per il ristorante Da Fiore, con una quarantina di posti. «Ad oggi, per Capodanno, siamo al completo.

C’è da dire però che le cose possono cambiare da un momento all’altro, anche in base alla cancellazione dei voli. Quel che dispiace è che verso le 23.30 i nostri ospiti raggiungevano Piazza San Marco per vedere i fuochi, che quest’anno non ci saranno. Vorrà dire che questa volta brinderanno insieme a noi», riflette il titolare, Maurizio Martin.


MANCANO I TURISTI
Per la vigilia disdette ne sono arrivate, specie da americani e tedeschi, tuttavia le prenotazioni last minute hanno contribuito a riempire la serata al 90%. Panoramica diversa per il pranzo del primo gennaio, attualmente al 30% della capienza, mentre la sera al completo. Paura del contagio da un lato, dall’altro tampone previsto per l’ingresso dei turisti europei in Italia, senza considerare che un’eventuale passaggio in zona arancione limiterebbe le tavolate a non più di 4 persone. Questi, per Emiliano Biraku, coordinatore Confesercenti per il centro storico, i fattori principali dell’aumento delle disdette per Capodanno. «Stiamo constatando un calo delle prenotazioni del 40-50%. Vigilia e pranzo di Natale? Abbiamo lavorato con una capienza di quasi il 20%, i ristoranti erano mezzi vuoti».
 

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