Cosparge il padre di alcol e gli dà fuoco: omicida confessa. «Dopo averlo ucciso, ho cucinato la pasta» - LA REGISTRAZIONE DELLE LITI

Cosparge il padre di alcol e gli dà fuoco: omicida confessa. «Dopo averlo ucciso, ho cucinato la pasta» - LA REGISTRAZIONE DELLE LITI
di Alessandro CELLINI
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Mercoledì 29 Maggio 2019, 21:16 - Ultimo aggiornamento: 31 Maggio, 06:54

Bruciato vivo in casa, dal figlio, al culmine di una violenta lite. La confessione al termine di un interrogatorio durato tutta la notte. Vittorio Leo ha ammesso di aver ucciso il padre, Antonio, 89enne e, dopo, si è cucinato un piatto di pasta al ragù. Lo ha detto ai magistrati, durante la confessione avvenuta questa notte e nella quale ha anche asserito di essere rimasto ben quattro ore nella casa del genitore, di aver assistito alla sua agonia e di esservi rimasto anche dopo la sua morte.

L'orribile delitto è avvenutoieri in una strada periferica di Collepasso ed èmaturato in una situazione familiare tutt'altro che degradata: è questo ciò che emerge dai primi accertamenti dei carabinieri. L'anziano viveva solo, il figlio - titolare di una agenzia immobiliare - occupava un appartamento nello stesso stabile, in via Luigi Sturzo, all'angolo con via Roma.

È qui che si è portata, ieri poco dopo le 17, dapprima una pattuglia della stazione di Collepasso, poi a seguire i carabinieri del Nucleo operativo e radiomobile di Casarano, del Nucleo investigativo di Lecce e della Sezione investigazioni scientifiche. La telefonata al 112 l'ha fatta proprio il figlio, non è ancora chiaro se immediatamente dopo il fatto oppure se a distanza di ore. Di certo è stata la sua voce a parlare al telefono con l'operatore della sala operativa dei carabinieri. È stato lui a indirizzare i militari verso la villetta di via Sturzo.

 

Arrivati sul posto, gli investigatori si sono ritrovati davanti a una scena raccapricciante: il corpo dell'anziano giaceva sul pavimento del bagno, ormai senza vita. Non era completamente carbonizzato, tuttavia aveva riportato ustioni gravissime ovunque. Tanto da non lasciagli scampo. La vittima, stando ai primi rilievi, sarebbe stata cosparsa di alcol, del comune alcol casalingo, e poi gli sarebbe stato dato fuoco. Una fiammata improvvisa, violentissima, che non gli ha lasciato scampo.

Il corpo dell'anziano è stato portato nella camera mortuaria dell'ospedale Vito Fazzi di Lecce, in attesa di essere sottoposto a un esame medico-legale, se il magistrato di turno dovesse ritenerlo utile. Vittorio Leo, invece, è stato portato subito in caserma, distante poche centinaia di metri dall'abitazione. Qui, alla presenza del sostituto procuratore Luigi Mastroniani, dei militari dell'Arma, e di un avvocato, è stato interrogato a lungo. L'ascolto si è protratto per diverse ore nel corso della notte.

Di certo la situazione familiare, ultimamente, non era delle più rosee. Una decina di giorni fa lo stesso Vittorio Leo, sul suo profilo Facebook, aveva pubblicato un post in cui emergevano una serie di contrasti familiari di difficile risoluzione. Fratture evidentemente insanabili, che hanno finito con il coinvolgere l'anziano padre, per un motivo o per un altro.

Sono ancora molti però i punti oscuri di questa vicenda, che sarà necessario chiarire per avere un quadro completo di quanto accaduto.
Quel che è certo, in ogni caso, è che si è trattato di una tragedia familiare che ha scosso un intero paese.

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