Le interviste ai candidati sindaco/Carlo Salvemini
«Un patto di cittadinanza per cinque anni di stabilità»

Le interviste ai candidati sindaco/Carlo Salvemini «Un patto di cittadinanza per cinque anni di stabilità»
di di Francesca SOZZO
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Sabato 18 Maggio 2019, 20:11 - Ultimo aggiornamento: 20:13

«Cosa mi aspetto da questa campagna elettorale? Di vincere». Carlo Salvemini, candidato sindaco della coalizione civica, moderata e progressista guarda al futuro con l'auspicio di tornare a sedere a Palazzo Carafa e riprendere la strada del cambiamento lasciata in sospeso dopo solo 18 mesi di governo.
Salvemini, che campagna elettorale è stata questa che sta per terminare?
«Bella, ricca, intensa, appassionata, emozionante, lunga».
Ha incontrato tanti cittadini per strada, nei quartieri, nelle piazze. Cosa le hanno chiesto?
«Cose semplici: di poter vivere meglio nella propria città. Questo significa garantire loro servizi pubblici che noi ribadiamo essere diritti di cittadinanza, diritto a una mobilità che consenta loro di organizzare il tempo liberandosi dall'uso dell'auto o offrendo un mezzo alternativo, diritto ad un servizio di pulizia e raccolta che garantisca strade, piazze e parchi puliti, diritto alla manutenzione ordinaria di strade, marciapiedi, alberi. Il diritto alla casa».
Nel 2017 ha dato il via al cambiamento e ha ribadito che indietro non si torna...in che modo si va avanti invece?
«Per noi andare avanti significa poter ottenere nuovamente la fiducia della maggioranza dei leccesi e governare per un mandato pieno (60 mesi) con una maggioranza solida che ci consenta di poterci misurare su un orizzonte temporale adeguato al raggiungimento di obiettivi strategici».
Lei si ripresenta alla città con un pacchetto di cose fatte: ma ripartiamo dalle marine..
«Le abbiamo poste definitivamente dentro il dibattito pubblico. Aver scommesso, quasi tre anni fa, su Lecce è il suo mare oggi ci porta ad un risultato importante: stiamo portando nelle marine la fogna nera, il gas; abbiamo proposto le marine dentro un progetto di rigenerazione ottenendo finanziamenti per il lungomare di Frigole e per la valorizzazione ambientale, paesaggistica, naturalistica di Acquatina. Abbiamo, in soli 18 mesi, predisposto una proposta di Piano Comunale delle Coste, strumento di investimento sullo spazio pubblico sulla nostra costa».
Mobilità: tra qualche mese potrebbe entrare in funzione il parcheggio ex Enel, come potrebbe cambiare il Piano Traffico con questo elemento?
«Se non dovessero esserci intoppi l'apertura dell'ex Enel potrebbe avvenire entro dicembre. Il tema della mobilità va scandito tra obiettivi di breve, medio e di lungo periodo. I primi sono quelli di riorganizzare il trasporto pubblico con un nuovo Piano di esercizio (frequenze, corse), riattivare le aree di sosta previste e poi predisporre iniziative di protezione della città storica con nuove visioni di accesso alle Ztl. A medio termine la previsione di investimento sulla mobilità pedonale, ciclistica, delle persone con handicap e di mobilità condivisa. Infine gli obiettivi di lungo periodo: Piano urbano della mobilità sostenibile (piste ciclabili, aree a parcheggio)».
Contenitori culturali: la sua gestione è stata criticata dai suoi competitor. Qual è invece la sua visione futura?
«Ho ascoltato nostalgiche ricostruzioni passate o censure, a volte prive anche di conoscenza di dati di fatto, ma non ho ascoltato soluzioni. Il tema dei contenitori è importante e vanno distinti per vocazioni, funzioni, per ambizioni. Abbiamo il Carlo V il cui recupero è in fase di completamento e necessita di un piano di valorizzazione per assegnarne la responsabilità esclusiva al Comune; c'è da ripensare il Must che nasce con alcune previsioni ed è invece oggi un patchwork snaturato; dobbiamo lavorare sulla valorizzazione di Teatro Romano, Anfiteatro e area archeologica di Rudiae che oggi sono nella responsabilità di enti diversi con un progetto coordinato; abbiamo da individuare il progetto di gestione delle Mura Urbiche e degli Agostiniani. Credo ci sia necessità di coinvolgere la città e le istituzioni dentro un grande Piano Strategico della Cultura, che è una leva importante per il turismo».
Turismo e collegamenti.
«C'è da lavorare e ci sono progetti in tal senso per rafforzare l'asse Brindisi-Lecce. Noi dobbiamo prolungare il soggiorno dei turisti agendo su due leve: far scoprire che Lecce è una città più ricca di quanto si conosce, offrendo percorsi archeologici, del patrimonio storico cinquecentesco, percorsi naturalistici sulla costa e attraverso i parchi cittadini. Fidelizzare i visitatori con una offerta turistica di qualità».
Piano Urbanistico generale: da che punto si riparte?
«Si riparte dal danno subito dalla città per 14 anni di immobilismo e oltre 1 milione di euro di consulenze che hanno prodotto il nulla, una pianificazione inesistente, uno sviluppo disordinato e danni certi. Non aver redatto il Pug ha lasciato la città disarmata rispetto all'insediamento commerciale di media e grande distribuzione. Questo non è un fenomeno ascrivibile alle forze del male come sento dire alla senatrice Poli, ma al fatto che Lecce non si è dotata del Pug e del Documento strategico del commercio. Si deve partire da qui con un bando di evidenza pubblica per il conferimento dell'incarico di completamento del Pug, con l'avvio di una stagione di confronto con cittadini, Ordini, Università, portatori di interesse».
Come si garantisce il diritto alla casa?
«Avendo sbloccato la graduatoria, sollecitando Arca a mettere a disposizione il patrimonio delle case oggi esistenti, lavorando su un programma di sviluppo dell'edilizia residenziale pubblica e sul social housing».
In questa campagna elettorale e nella precedente si è circondato di giovani: quale le politiche destinate a loro?
«I giovani sono una ricchezza. Lo ascrivo come un merito e un risultato, che con Alessandro siamo riusciti ad ottenere, quello di avvicinare ad uno spazio pubblico tanti giovani che prima vivevano la politica con distacco e che oggi sono motivati e al nostro fianco».
Un aggettivo per definire la Lecce di oggi...
«Una città del Sud che soffre di una insufficiente qualità dei servizi pubblici, ma che si pone l'obiettivo di poter vivere al Sud con un'alta qualità della vita che passa attraverso il riconoscimento dei servizi pubblici come diritti di cittadinanza».
I suoi avversari, in particolare Poli Bortone e Congedo hanno bocciato la sua amministrazione. Congedo le ha dato un sei politico. Si riconosce in questo giudizio?
«Mi riconosco nel giudizio dei leccesi».
Quale risultato si aspetta da questa campagna elettorale?
«Di vincere».
Al primo turno?
«Di vincere. Le finali non vincono necessariamente al primo tempo, puoi vincerle anche con un autogol all'ultimo minuto. Per me l'obiettivo è la vittoria che ci garantisca un premio di maggioranza, una stabilità di governo e un mandato quinquennale».
Dovesse andare al ballottaggio chi vorrebbe incontrare?
«Mi sono molto concentrato a ricordare che i miei avversari non sono le persone, ma i problemi di Lecce. Chi saranno i miei avversari lo decideranno i leccesi. Fa piacere che si dia per certo che ci sarà un avversario oltre a me».
Lo dice il centrodestra: il ballottaggio è quasi matematico...
«Siamo entrati in un tempo nuovo in città...».
Dovesse tornare a fare il sindaco quale sarebbe il primo atto tornando a Palazzo Carafa?
«Salutare i dipendenti comunali».
E dal punto di vista amministrativo?
«Mi prendo il tempo di capire cosa trovo sulla scrivania oltre ai temi noti, quelli che ho lasciato nel passaggio di consegne con il commissario prefettizio. Sarà utile eventualmente dialogare per verificare le urgenze lasciate per il futuro sindaco».
C'è qualcosa che avrebbe voluto fare in questi 18 mesi, ma che per questioni di tempo non ha fatto?
«Quello che non sono riuscito a fare è stato governare 60 mesi...Un'altra è quella di voler stare ancora di più nella città, nelle strade, nelle piazze. Ho capito che qualora avrò la possibilità, dovrò stare concentrato sul lavoro di ufficio ma riuscire a stare il più possibile con i miei concittadini».
Perché i leccesi dovrebbero votare nuovamente Carlo Salvemini?
«Per sottoscrivere un nuovo patto di cittadinanza che garantisca reciproci impegni, diritti e doveri, per proseguire il lavoro avviato per una città giusta, solidale, inclusiva e ambiziosa.

Perché abbiamo dimostrato di considerare il potere un servizio per migliorare, cambiare e non un sinonimo di comando o dominio».

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