Trasporto merci sui binari, le aziende ci credono: «L’Europa sarà più vicina»

Trasporto merci sui binari, le aziende ci credono: «L’Europa sarà più vicina»
di Pierpaolo SPADA
5 Minuti di Lettura
Domenica 12 Settembre 2021, 08:22

Via la gomma dall’asfalto, rivoluzione nei trasporti: la merce inizia a viaggiare sui tir a bordo dei treni, su e giù dai bacini del Nord Italia ed Europa connessi alla “Nuova via della Seta” e al resto del mondo. 
Da domani il Salento volta pagina. O, almeno, ci prova. Il cambio di passo è epocale e giustifica l’apprensione che sta alimentando il lavoro degli autotrasportatori già da due giorni attivi nell’allestimento dei mezzi e dello scalo brindisino di “Porta Lecce” dove, oggi alle 10, con le istituzioni, inaugureranno la prima “autostrada viaggiante non accompagnata” con tecnologia “RoadRailLink” lungo l’asse Adriatico Brindisi-Forlì: un progetto firmato in partnership dal vettore foggiano Lotras e l’operatore logistico-ferroviario tedesco Vtg Rail Europe GmbH. «Accorceremo l’Italia, risparmiando tempo e rischi, e contribuendo alla riduzione dell’inquinamento», è il motto sventolato. 
Domani il primo treno: partenza alle 7.30 e arrivo alle 19.30. In tutto, 26 carri ferroviari per altrettanti semirimorchi che conterranno 1.100 tonnellate di merce. Allo scalo brindisino sono attesi tir da ogni parte del Salento. Grazie al sistema “R2l”, i loro semirimorchi saranno caricati sui treni e indirizzati allo scalo forlivese di “Villa Selva” (gestito da Lotras).

I protagonisti


Non c’è il sold out: «Viaggeremo pieni tra 15 giorni, ora siamo al 70%», spiega Luigi Primiceri, l’amministratore della omonima ditta di autotrasporto di Casarano. È lui il personaggio-chiave dell’intera operazione. Gli ruota attorno un network di autotrasportatori che opera in concessione per aziende distribuite in tutta Europa, fino al confine con il Medio Oriente. In 6 mesi, ha messo insieme 200 imprese di settore disseminate tra Lecce, Brindisi e Taranto e proposto a Lotras l’autostrada viaggiante che, da ex gestore tra il 2007 e il 2009, ora punta dritto - insieme a realtà produttive locali e allo stesso vettore foggiano - a estendere allo Scalo di Surbo, che Ferrovie dello Stato ha appena messo in vendita per 1,6 milioni di euro. Il risparmio economico già calcolato ammonterebbe a circa «300mila euro l’anno».
«Da Brindisi trasporteremo ogni tipologia di merce. In buona parte, calzature, vini e componenti per auto e macchine movimento terra: i prodotti di punta dell’industria salentina. Ma anche cibo, arredamento e tanti altri articoli, compresi quelli per i “big” dell’e-commerce».

Le destinazioni


L’elenco è così ampio che occuperebbe due pagine. Il vincolo di privacy ne impedisce la diffusione. Le destinazioni? Quelle tradizionali: Lombardia, Veneto, Svizzera, Germania e Francia. Ma qualcosa - si apprende - è destinata anche in Norvegia e Danimarca. Il treno che giungerà martedì alle 7.30 da Forlì trasporterà, invece, ciò che le aziende salentine importano. Quindi, materie prime: «Pelli, tappi, scatole, lattine, lamiere e quant’altro. Il primo è già arrivato sabato sera. Ed era pieno». Due treni al giorno per dodici viaggi settimanali.
Gli autotrasportatori stanno spostando su ferro quanto finora hanno trasportato su gomma o quasi: «Su strada - spiega, infatti, Primiceri - continuerà a viaggiare la merce che è possibile consegnare entro le 8 ore. Questo vuol dire che tutto ciò che deve far tappa a Roma o ad Ancona sarà trasportato su gomma».
Il problema si pone per le tratte superiori alle 8 ore, Nord Italia e Nord Europa.

Il motivo è presto detto: la legge prescrive tassativamente a ciascun autista una pausa-riposo di 12 ore dopo 8 di guida. Ed è, dunque, in questi casi che acquisterebbe convenienza il trasporto su ferro: «Giunto a Rimini, oggi sono, infatti, costretto a fermarmi 12 ore prima di ripartire. E ciò non mi consente di effettuare le consegne non prima di 36/48 ore. Sfruttando l’autostrada viaggiante, invece, io carico il semirimorchio a Brindisi e in 12 ore arriva a Forlì dove, a bordo del trattore (la testa del tir), un altro autista scarica il semirimorchio dal treno, lo aggancia al mezzo e si avvia a destinazione. Milano - osserva l’autotrasportatore - è a meno di 3 ore».

I prezzi


Il prezzo del servizio è stato fissato a 375 euro per ciascuna azienda e indipendentemente dal peso della merce da far trasportare: «Circa 25/50 in meno del trasporto su strada e 75/100 in più rispetto al trasporto via mare». Dipende dalla destinazione e dall’urgenza che un’azienda ha di consegnare: «Il treno - suggerisce Primiceri - si presta ai casi di particolare urgenza e alle lunghe distanze. Ma in ballo non c’è tanto un risparmio economico, quanto piuttosto la certezza di pagare un prezzo che, a differenza di questo avviene per il trasporto su strada, sei certo che resterà invariato, oltre ai vantaggi in termini di sicurezza e puntualità».


Economia, sostenibilità e sicurezza. Ma, in fondo, traspare anche una questione di opportunità. Forlì è a due passi da Bologna dove è attivo l’interporto in cui ha luogo lo smistamento di merci verso Europa, Asia e Medio Oriente: «Bastano 3 ore e mezzo a un tir per raggiungere Torino. E, risalendo a bordo di un treno, dal capoluogo piemontese si può raggiungere Lyon (Francia) in modalità “autostrada viaggiante”. Analogamente si può procedere per la Germania: raggiungo Novara - dice Primiceri - e lì salgo col mio tir su un treno che mi porterà fino a Friburgo», ovvero a 400 chilometri dallo scalo di Duisburg che, dal 17 maggio, è connesso con binario diretto a Chongqing, la megalopoli più popolosa del mondo, motore di business nel Sud della Cina.

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