Le motivazioni dell'annullamento della condanna all'ex gip Nardi: «Connessione con Capristo»

L'ex gip michele Nardi
L'ex gip michele Nardi
di Roberta GRASSI
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Mercoledì 20 Aprile 2022, 11:08 - Ultimo aggiornamento: 17 Febbraio, 18:10

C'è una connessione con l'indagine avviata a Potenza sull'ex procuratore Carlo Maria Capristo, ma non poteva essere rilevata in primo grado e neppure in seguito, perché non c'era ancora stato alcun atto formale per il numero uno dei pm di Trani e Taranto

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Le motivazioni

Sono queste, in sintesi, le motivazioni con cui la Corte d'Appello di Lecce (presidente Vincenzo Scardia, a latere Giuseppe Biondi e Luca Colitta) ha annullato la sentenza di primo grado con cui l'ex gip di Trani, Michele Nardi, era stato condannato a 16 anni e 9 mesi per aver pilotato sentenze in cambio di favori e denaro.

Erano stati condannati anche altri quattro imputati. 

L'eccezione sull'incompetenza

L'unica osservazione a essere stata accolta è quella sulla competenza “funzionale” a procedere, sulla base sì delle dichiarazioni rese dall'imprenditore Flavio D'Introna, che ha svelato agli inquirenti il presunto sistema. Ma soprattutto sulla base della successiva iscrizione da parte dei pm potentini di Nardi e Capristo in un fascicolo che tratta di vicende correlate. Secondo la difesa D'Introno avrebbe datato la nascita dell'ipotetico patto corruttivo tra Nardi e Capristo nel dicembre 2010 quando i tre si sarebbero recati a depositare una querela nella segreteria di un altro magistrato imputato (in abbreviato), l'ex pm Antonio Savasta. 

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La connessione

«Soltanto in data 15 gennaio 2021 - si legge - il pm di Potenza (competente a indagare sui magistrati in servizio a Taranto, ndr) aggiornava le iscrizioni, iscrivendo Capristo e Nardi per corruzione». Poi ne è stato chiesto il rinvio a giudizio. Quindi «Fino alla data del 15 gennaio 2021 non esisteva la pendenza di un procedimento connesso». La condanna in primo grado è del novembre 2020.

Nessun rilievo sul merito 

Nessun rilievo sul merito: si cita il capo di imputazione, si parla di «illecito aggiustamento» di sentenze e di concorso con Savasta, e con gli altri. Ma anche del «sostegno» dato a Capristo, secondo le ipotesi d'accusa, per la nomina a procuratore di Trani in cambio di «protezione». «Era grazie alla messa a disposizione di Capristo - secondo l'ipotesi d'accusa formulata a Potenza, si legge - che Nardi acquisiva e sfruttava notizie inerenti i turni di assegnazione di colleghi in servizio, sì da potere indirizzare le notizie di reato». 

La decisione finale

Infine la decisione: «L'evidente connessione per il Nardi esistente tra il procedimento pendente a Potenza e il presente, determina la necessità che i due vengano trattati unitariamente presso l'ufficio giudiziario potentino»

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