Spesa e bollette + 45%: l'anno nero del Salento

Spesa e bollette + 45%: l'anno nero del Salento
di Paola Colaci
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Domenica 11 Settembre 2022, 05:00

Bollette di luce e gas raddoppiate, carburante ancora una volta alle stelle e un carrello della spesa sempre più “pesante”. A causa dei rincari sulle materie prime e dell’effetto guerra su forniture di elettricità e gas, in un anno la stangata a carico dei salentini ha toccato punte sino al 44,9%. 

Generi alimentari +12%

A certificarlo è l’Istat che nelle scorse ore ha pubblicato le stime preliminari, relative al mese di agosto 2022, sui prezzi al consumo. Un elenco di 12 macro-tipologie di prodotto che - seppure con qualche lieve oscillazione a livello territoriale - riporta segno più in 10 casi. Un trend che si conferma anche in provincia di Lecce dove a partire dai generi alimentari di largo consumo (pane, carne, formaggi ma anche pasta, insaccati e prodotti surgelati) il prezzo di vendita al dettaglio è già aumentato nel corso di 12 mesi e continua a salire. Se rispetto alla media del mese precedente, i beni alimentari hanno fatto registrare un +8%, la variazione più rilevante si è registrata infatti su base annuale (agosto 2021-agosto 2022) toccando quota +10,8%.

Luce e gas alle stelle

A dare una rilevante accelerazione dell’inflazione, tuttavia, è stato il prezzo alle stelle di luce e gas. Bollette da capogiro anche a carico dei salentini, dunque. E aumenti in fattura che oscillano tra il +42,9% di luglio e il +44,9% di agosto. Percentuale di incremento confermata anche su base annua.
E ancora, tra le voci di costo più rilevanti sui bilanci delle famiglie si aggiunge il “caro trasporti”: +10.6% su base mensile e lo stesso trend di incremento anche su base annuale.

E per una serata in pizzeria o al ristorante nel mese di agosto i salentini hanno dovuto fare i conti con uno scontrino più caro del 6%. Lo stesso incremento registrato nei 12 mesi precedenti. Sin qui la somma delle spese e delle voci di costo.

Acquisti in calo

Dunque, il risultato: per effetto delle difficoltà economiche e del caro prezzi i residenti in provincia di Lecce - come la media degli italiani - hanno tagliato sugli acquisti. Nel dettaglio, se la spesa per frutta e verdura nel 2022 è già crollata dell’11% in quantità rispetto allo scorso anno, un taglio netto di registra già anche sugli altri beni di largo consumo in percentuali variabili tra il 2 e il 10%. Ma non è ancora finita.
Secondo i calcoli di Coldiretti Puglia basati sui dati Istat di luglio, ancora, la mazzata ammonterà a 900 milioni di euro in più a fine dicembre, in particolare a causa dell’aumento dei costi energetici. Un esborso non compensato da un incremento degli stipendi, falcidiati dall’inflazione, nonostante la strepitosa crescita del Pil italiano nel secondo trimestre dell’anno.

Ricari record

L’aumento previsto toccherà il 10% per i beni alimentari e le bevande analcoliche che trainano i rincari nel carrello della spesa rispetto allo stesso periodo dello scorso anno: un balzo che non si osservava da settembre 1984. I prezzi della frutta fresca o refrigerata aumenteranno ancora su base annua dell’8,8%, mentre quelli dei vegetali freschi o refrigerati del 12,2% anche a causa dell’andamento climatico anomalo che ha favorito le speculazioni. Emblematico il caso dell’uva da tavola in Puglia, pagata agli agricoltori 0,50 euro al chilogrammo per poi essere venduta al supermercato a cifre fino a 4 euro. Una situazione destinata ad avere un impatto sulle famiglie più deboli che riservano una quota rilevante del proprio reddito all’alimentazione, certamente. Ma i 2,6 milioni di persone che sono costrette a chiedere aiuto per mangiare e rappresentano la punta dell’iceberg delle difficoltà in cui rischia di trovarsi un numero crescente di famiglie a causa dell’inflazione spinta dal carrello della spesa.

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