Resta agli arresti domiciliari l'ex assessore regionale al Welfare, Totò Ruggeri, 72 anni, di Muro Leccese. I giudici del Tribunale del Riesame di Lecce (presidente Pia Verderosa, a latere Giovanni Gallo ed Antonio Gatto) hanno respinto l'appello presentato dagli avvocati difensori Salvatore Corrado e Giuseppe Fornari sulle cessate esigenze cautelari a due mesi dall'arresto del 7 luglio scorso.
L'accusa: corruzione
Accusato di corruzione per ottenere assunzioni nella sanità, nelle aziende private, nell’Arneo ed anche per favorire l’accreditamento di società nel sistema sanitario, Ruggeri ed altri erano stati colpiti dall'ordinanza di custodia cautelare del giudice per le indagini preliminari, Simona Panzera, nell'inchiesta condotta dal pubblico ministero Alessandro Prontera con i finanzieri della compagna di Otranto.
Esigenze cautelari
Nei primi giorni di agosto i legali avevano presentato istanza alla gip Simona Panzera della revoca della misura, sul presupposto dell'insuissistenza del pericolo di reiterazione dei reati contestati poichè intanto Ruggeri aveva lasciato tutte le cariche pubbliche. Anche quella di componente del consiglio di amministrazione dell'Aqp dove era stato collocato una volta chiusasi l'esperienza barese in Regione. La stessa circostanza è stata prospettata questa mattina al Riesame, il collegio giudicante non ha accolto la tesi difensiva quanto piuttosto quella del pm Prontera secondo il quale l'inchiesta ha dimostrato quale capacità di influenzare i destini delle persone abbia avuto, ed avrebbe ancora, Ruggeri.