Salento, troppi debiti per famiglie e aziende: centinaia di immobili all'asta

Salento, troppi debiti per famiglie e aziende: centinaia di immobili all'asta
di Andrea TAFURO
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Sabato 18 Novembre 2023, 05:00 - Ultimo aggiornamento: 19 Novembre, 11:42

Famiglie costrette per i debiti a vendere la loro casa e aziende, che non reggono più le spese, costrette a chiudere le loro attività. L’allarme cresce anche nel Salento dove sempre più la sofferenza economica, che spesso sfocia nel sovraindebitamento, porta al pignoramento anche delle case di proprietà.
Nella sola provincia di Lecce si contano attualmente 415 immobili residenziali sottoposti ad asta giudiziaria: ciò significa che 415 famiglie sono state costrette a lasciare la propria abitazione perché sopraffatte dai debiti e incapaci di sostenere gli impegni economici diffusi. E non va meglio alla categoria degli imprenditori: sono attualmente circa 130 gli immobili commerciali, artigianali e industriali, anch’essi in vendita per via giudiziaria. 

I soggetti più esposti

I soggetti più esposti sono i proprietari di casa con mutuo ipotecario a tasso variabile: secondo il Codacons, un mutuo a tasso variabile costa oggi fino a +5.052 euro all'anno rispetto al 2021, mentre chi accende oggi un finanziamento a tasso fisso si ritrova a spendere fino a +3.204 euro annui. «Nel Salento l’indebitamento delle famiglie nei confronti delle banche e delle finanziarie segue il trend nazionale – precisa l’avvocato Cristian Marchello di Codacons Lecce - ed è quindi in aumento rispetto all’anno passato. Dall’indebitamento al sovraindebitamento il passo è breve e purtroppo molte famiglie sono in difficoltà economica. L’inflazione, l’innalzamento dei tassi di interesse, l’aumento spropositato dei prezzi e delle tariffe e la sostanziale assenza di misure di sostegno adeguate – aggiunge - hanno segnato l’impoverimento delle famiglie che non riescono più a ripagare i mutui e i finanziamenti con il rischio serio di perdere la casa o di vedersi letteralmente perseguitati da agenzie di recupero crediti che minacciano ogni tipo di pignoramento. La legge 3/2012 prevede però degli strumenti preziosi che consentono di gestire le crisi da sovraindebitamento. Non è un caso se negli ultimi tempi c’è stato un aumento del ricorso a queste procedure che hanno permesso di dare respiro a tantissime persone». 
Restando sullo scenario di crisi nel territorio leccese, al 30 giugno scorso risultavano 229 milioni di euro in sofferenza, ovvero soldi non rimborsati agli istituti di credito da parte di 5.097 soggetti tra persone fisiche ed aziende. 
In particolare, 66 milioni di euro non sono stati ancora rimborsati da parte di 3.504 cittadini residenti nella provincia di Lecce; nel comparto delle costruzioni ci sono altri 32 milioni di euro in sofferenza, riconducibili a 124 ditte; nel settore delle attività industriali ed artigianali ci sono altri 25 milioni di euro, riconducibili a 125 aziende; nell’ambito del terziario o dei servizi altri 63 milioni di euro, riconducibili a 418 aziende e nel resto delle altre attività economiche risultano in sofferenza 43 milioni di euro, riconducibili a 926 imprese. 
Per questo, è divenuto sempre più frequente l’iter di sovraindebitamento, con la quale i soggetti insolventi di grandi somme possono sdebitarsi chiedendo di utilizzare un piano di rientro (ricorrendo alla cosiddetta norma anti-suicidio).

Il quadro d'insieme dell'ordine dei Commercialisti 

Il quadro d’insieme, relativo al triennio 2020 – 2022 e riguardante la provincia di Lecce, è stato messo a punto dall’Ordine dei commercialisti e degli esperti contabili: un terzo delle richieste (33%) arriva dai lavoratori delle ditte private, seguiti dai piccoli imprenditori (20%) e dai pensionati (20%), quindi i dipendenti pubblici (14%), i liberi professionisti (11%) e infine gli inoccupati (2%). 
Adesione alla procedura collocata al di fuori del percorso fallimentare, confermata anche dai dati del Tribunale di Lecce: in occasione dell’inaugurazione dell’anno giudiziario si contavano 153 procedure, 63 per ristrutturazione del debito del consumatore, 24 per liquidazioni controllate, 6 per concordato minore, 43 per ricorsi per liquidazione concordata, 14 per ristrutturazione dei debiti e 17 ricorsi sono ancora pendenti. Quanto alle procedure esecutive invece, una stima provvisoria, calcola sia per il 2021 che 2022 circa 300 incarichi esecutivi, e identico trend dovrebbe ripetersi anche a chiusura di quest’anno. 
«L’utilizzo della procedura di sovraindebitamento – precisa Fabio Corvino, presidente dell’Ordine dei commercialisti di Lecce – ha diminuito le vendite esecutive degli immobili sottoposti a pignoramento.

La procedura “salva suicidi” interviene di fatto nella gestire con una rateazione controllata la vendita dell’immobile, oppure attivando un piano di rientro dai debiti, al fine di bloccare la procedura e salvare dove possibile anche la casa. Inoltre, nella procedura esecutiva il debitore non si esdebita e rimane obbligato verso i creditori per la differenza dei debiti – conclude Corvino - mentre nella procedura di sovraindebitamento i debiti non coperti dalla ipotetica vendita vengono stralciati, restituendo dignità anche i soggetti coinvolti che rischierebbero altrimenti di finire in un sistema pericoloso e privo di regole».

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