Non è una provincia per giovani. Salento sempre più spopolato: Lecce e litorali in controtendenza

Non è una provincia per giovani. Salento sempre più spopolato: Lecce e litorali in controtendenza
di Matteo CAIONE
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Lunedì 1 Marzo 2021, 07:31 - Ultimo aggiornamento: 17:04

Il capoluogo attrae. Il resto del territorio e i piccoli comuni perdono residenti. E il Salento continua a spopolarsi. La tendenza si accentua nell'ultimo decennio e le variazioni in negativo - non più relegate solo al Capo di Leuca - si allargano a macchia d'olio. Anche verso il nord della provincia di Lecce.
Eppure le eccezioni non mancano. Sono quelle che, guardando la mappa, porta in dote il mare: sempre di più vera e propria calamita capace di attrarre residenti. E così quella che emerge dal confronto tra i dati del censimento Istat 2019 e quello precedente del 2011 è una località balneare: il Comune di Porto Cesareo. La cittadina accarezzata dallo Ionio è quella che in otto anni ha avuto il maggiore incremento percentuale di popolazione in tutta la Puglia: +14,35% dal 2011 (quando contava 5.448 residenti) al 2019 (6.230 residenti). Porto Cesareo conquista il primo posto assoluto regionale seguita da Carovigno (+7,55%). Questi due comuni sono gli unici in Puglia che, nella mappa Istat della variazione demografica, sono colorati di rosso: ovvero quelli con un balzo di popolazione superiore al 7,5%. Ma c'è di più. Per le proporzioni della crescita, Porto Cesareo è il quinto comune del Mezzogiorno d'Italia, insieme a Castel Volturno (Caserta), dopo Gricignano di Aversa (+18,65%) e Villa di Briano (+18,36%), centri della Campania, e dopo Montepaone (+16,96%) e Ionadi (+15,49%), in Calabria.

I dati e la mappa: grafico spopolamento_01073112.pdf

Ma torniamo ad uno sguardo più ampio. La popolazione censita in Puglia al 31 dicembre 2019 ammonta a 3 milioni e 953.305 persone, con una riduzione di 22.223 abitanti rispetto all'anno precedente e di quasi 100mila residenti (99.261 per la precisione) rispetto al censimento 2011. Dunque, meno 2,51% in otto anni.
Nel confronto con il 2011 i residenti calano in tutte le province pugliesi. Ovunque, il trend è negativo: la riduzione è maggiore a Brindisi (-3,88%), Taranto (-3,53%) e Foggia (-3,06%). Lecce fa segnare una discesa del 2,47%: la provincia nel 2011 contava 802mila residenti, nel 2019 erano 782mila. Dunque, ben 20mila residenti in meno.


Chi perde meno è l'area metropolitana di Bari (per il capoluogo -1,37%). I territori più vicini al centro, ovvero che fanno da cintura ad una capitale regionale o provinciale, pagano meno l'effetto spopolamento. La Bat fa registrare solo un lieve calo di abitanti che è pari all'1,76%.
Focalizzando la lente di ingrandimento sul Salento, a perdere la maggiore fetta di residenti sono soprattutto i centri più piccoli e più distanti dal capoluogo: in caduta libera il dato degli abitanti del Capo di Leuca ma anche ll'entroterra a sud di Otranto sul versante adriatico dove più marcata è la polverizzazione dei Comuni (quasi sempre al di sotto dei 5mila abitanti) e quindi anche dei servizi.


Maglia nera per Nociglia che fa registrare la regressione peggiore: la popolazione residente è calata del 10,89% nell'arco di otto anni (da 2.456 a 2.191 cittadini). È il paese del Salento che, in proporzione, si è svuotato di più. Poi Collepasso (-9,08%) e Taurisano (-8,68%), che è l'unico comune che supera i 10mila abitati tra quelli marchiati col verde scuro (ovvero che hanno perso più del 7,5% di residenti). La classifica dello spopolamento prosegue con Sternatia (-8,45%), Presicce-Acquarica (-8,38%), Neviano (-8,07%), Palmariggi (-7,98%), Zollino (-7,82%), Morciano di Leuca (-7,70%), Caprarica (-7,59%) e Giuggianello (-7,53%).
Il grosso del Salento, nella mappa, è coperto poi da una coltre di verde chiaro: è il colore che l'Istituto nazionale di statistica assegna ai comuni con una variazione demografica negativa che rientra in una forbice dal -2,50% al -7,50%.

Tra questi spiccano Nardò (-2,94%) e Galatina (-3,72%). Soltanto quattro, invece, i Comuni dell'area arancione, cioè che sono cresciuti con un incremento di popolazione compreso tra +2,50% e +7,50%. In questo versante della graduatoria risaltano due comunità di mare: Otranto che fa segnare +3,65% e Melendugno +2,96%. E che, insieme a Porto Cesareo, la regina di Puglia che è in piena zona rossa (+14,35%), catalizzano una grossa fetta del turismo made in Salento. Le altre due, sempre in arancione, guidano il polo di attrazione formato dal capoluogo e dall'hinterland. Lecce cresce del 4,39%: da 89.919 (nel 2011) a 93.865 abitanti (nel 2019). E in proporzione aumenta ancora di più la vicina Cavallino (+5,65%). Segno positivo inoltre per Lizzanello (+1,19%).


Il richiamo della città, oltre a Lecce, si riflette sulla corona di paesi che abbraccia la capitale salentina. In quest'area non mancano, infatti, le zone bianche: sono i comuni che pareggiano la battaglia contro l'abbandono dei residenti. Si tratta di campanili che tengono botta e che in otto anni non hanno subito scossoni assestandosi tra -2,50% e +2,50%: in particolare Surbo, Trepuzzi, Arnesano, Monteroni e Lequile. In bianco anche Leverano e Copertino. E poi il triangolo Corigliano-Melpignano-Carpignano.
Tra i centri che si difendono spiccano ancora una volta una città di mare e cinque con litorali: Tricase, Racale, Alliste, Ugento e Castrignano del Capo (che ha come frazione Santa Maria di Leuca). Come se a spostare gli equilibri demografici, oltre all'appeal del capoluogo, fosse un appartamento vista mare.

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