Gino Strada al posto di Cadorna, polemica sul nome della via: il nipote del "Maresciallo d'Italia" querela la sindaca

Gino Strada al posto di Cadorna, querelle sul nome della via: il nipote del "Maresciallo d'Italia" querela la sindaca
​Gino Strada al posto di Cadorna, querelle sul nome della via: il nipote del "Maresciallo d'Italia" querela la sindaca
di Roberta GRASSI
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Venerdì 26 Gennaio 2024, 07:15 - Ultimo aggiornamento: 27 Gennaio, 16:29

Al posto di Luigi Cadorna, maresciallo d'Italia e figura della prima guerra mondiale, la strada sarà intitolata al medico di Emergency, Gino Strada. Una scelta «politica», dice la sindaca di Specchia, Anna Laura Remigi, che tuttavia ha già oltrepassato la soglia del palazzo di giustizia di Lecce. Sì, perché il nipote del Maresciallo d'Italia, il defunto Cadorna, ha deciso di sporgere querela e di opporsi all'archiviazione del procedimento, richiesta dal pm Erika Masetti. La camera di consiglio davanti al gip Silvia Saracino si terrà a breve, il 2 febbraio prossimo.

L'accusa, contestata alla sindaca, a quanto si apprende, sarebbe quella di diffamazione aggravata.

Non sarebbero piaciute al colonnello Carlo Cadorna, le esternazioni di Remigi che, nel dicembre 2022, annunciò di voler mutare il nome della via del centro. Per sostituire, disse, a una immagine «di guerra» quella portata nel mondo da un «uomo di pace».

Cosa è successo

A precedere la denuncia penale, uno scambio di missive tra l'avvocato del discendente e il primo cittadino. Soft, la prima istanza: «Si è appreso da notizie di stampa che in data 11 dicembre 2022 il Comune di Specchia ha inteso ridenominare l'esistente via Luigi Cadorna al dottor Gino Strada. Si chiede se a tal riguardo se tale denominazione sia stata autorizzata dal Prefetto, dal ministro dell'Interno, il verbale di Consiglio comunale e la delibera di giunta».
Di tutta risposta, Remigi, chiarì di aver solo avviato l'iter per la mutazione toponomastica: «L'amministrazione da me guidata ha solo manifestato l'intenzione di sostituire il nome del generale Luigi Cadorna, con il nome di Gino Strada, motivando il tutto con legittime e discrezionali intenzioni politiche. La strada resta ancora intitolata al generale Cadorna, e solo quando verrà espletata la procedura prevista dalla legge tale atto verrà formalizzato». Ma non è stato sufficiente. La risposta del colonnello, è stata di questo tenore: «Si constata - è riportato in un'altra nota - che come da documentazione fotografica apparsa sulla stampa, la targa di via Luigi Cadorna risulta essere stata affiancata con quella di via Gino Strada», il rilievo piccato e corredato di link al video della cerimonia.
«In tale sede - e per questo è partita l'iniziale diffida a rimuovere il filmato e poi la denuncia - sono state pronunciate affermazioni gravemente diffamatorie della memoria del Maresciallo d'Italia (non generale), o comunque totalmente infondate». Il rifermento è all'uso di alcuni aggettivi, all'averlo definito - si sostiene - «cattivissimo stratega» e «responsabile dell'eccidio di decine di migliaia di soldati». In più altre notazioni biografiche giudicate non veritiere. «Manifesto sconcerto - aggiungeva l'avvocato Andrea Tirondola - anche a nome del mio assistito per il modo in cui un onesto servitore delle Istituzioni viene fatto oggetto di questo trattamento da parte di una amministrazione pubblica». Poi la formale querela. Stando ai resoconti storici Cadorna guidò le operazioni del Regio Esercito nella prima guerra mondiale dall'entrata dell'Italia nel conflitto, il 24 maggio 1915, fino alla disfatta di Caporetto. Il nipote ha voluto tutelarne l'immagine e anche la targa apposta per ricordarlo, lo ha fatto per le vie legali.
«Ribadisco l'intenzione di modificare l'intestazione della via - spiega la sindaca Remigi, che è assistita dall'avvocato Paolo Spalluto - è una scelta politica, che deriva da una serie di considerazioni e anche dalla lontananza di Cadorna dalla cultura salentina. Vogliamo lanciare un messaggio di pace e Gino Strada, come è noto, ne è veicolo. Un uomo la cui opera è patrimonio di tutti».

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