Salento, morto dopo l'incidente in moto: «Strada poco illuminata, s'indaghi su altri due funzionari della Provincia»

La moto a bordo della quale viaggiava Michele Mancarella Pinto
La moto a bordo della quale viaggiava Michele Mancarella Pinto
di Pierangelo TEMPESTA
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Martedì 7 Novembre 2023, 21:31 - Ultimo aggiornamento: 9 Novembre, 09:14

Un supplemento di indagine sulla morte di Michele Mancarella Pinto, il 38enne campano e residente a Lecce, padre di un bambino di 4 anni, morto a causa di un incidente stradale nel settembre del 2021 sulla provinciale 371 in direzione Lecce. È ciò che il giudice Sergio Mario Tosi ha chiesto al pm Rosaria Petrolo accogliendo l’opposizione alla richiesta di archiviazione avanzata dalla Procura. L'indagine, in particolare, dovrà valutare se vi siano state responsabilità non solo del 60enne attualmente indagato per omicidio stradale - che in Provincia ricopriva il ruolo di responsabile per la sicurezza su quel tratto di strada - ma anche di altri due suoi colleghi.

La famiglia e il perito di parte

Sul caso, dunque, saranno eseguiti ulteriori approfondimenti.

Al momento c’è un indagato, un 60enne di Lecce che in Provincia ricopriva il ruolo di responsabile della sicurezza per quel tratto di strada. Per la famiglia, la morte dell’uomo poteva essere evitata se su quel tratto di provinciale, in particolare sulla rotatoria, fosse stato presente un adeguato sistema di illuminazione. Conclusioni a cui era giunto il consulente di parte Antonio Sacino: «In configurazione di impianto illuminante regolarmente attivo - scrive nella relazione - il Mancarella Pinto Michele avrebbe potuto individuare la presenza della rotatoria a una distanza dalla stessa ben superiore ai centocinquanta metri, ovvero a una distanza sicuramente più che sufficiente all’esecuzione di una frenata esaustiva del proprio scooter, necessaria a rispettare la traiettoria curvilinea della carreggiata, evitando totalmente l’invasione del suo terrapieno interno”, aveva osservato l’esperto. L’assenza di illuminazione della rotatoria al momento dei fatti in esame, impedì, dunque, al Mancarella Pinto Michele di percepire l’imminente avvicinamento alla stessa, rendendo praticamente impossibile l’avvistamento di quella che sarebbe stata, ed effettivamente lo fu, l’insidia occulta. In conclusione, tale mancata illuminazione è da ritenersi la causa principale, se non unica ed esclusiva, del sinistro in esame». 

La difesa

L’indagato, tramite il suo difensore, l’avvocato Luigi Rella, ha prodotto memorie difensive in cui, tra le altre cose, si sottolinea come avesse segnalato ai colleghi di intervenire sulla rotatoria. Attraverso il suo legale, il 60enne indagato per omicidio stradale ha prodotto delle memorie nelle quali fa riferimento ai messaggi di posta elettronica inviati, pochi mesi prima dell'incidente mortale, a due colleghi, messaggi nei quali segnalava la necessità di intervenire su quella rotatoria della provinciale 371 per ripristinare gli standard di sicurezza relativi alla luminosità dell’impianto di illuminazione. Per il giudice, però, molti aspetti legati all’incidente non sono ancora del tutto chiari. Da qui la richiesta di ulteriori indagini. La famiglia della vittima è assistita dall’avvocato Salvatore Musco. 

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