Salento, reddito di cittadinanza: meno percettori, ma aumentano i lavoratori stagionali

Salento, reddito di cittadinanza: meno percettori, ma aumentano i lavoratori stagionali
di Andrea TAFURO
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Domenica 28 Maggio 2023, 05:00

Diminuiscono i percettori di reddito e pensione di cittadinanza nel Salento. Circa 15mila in meno i beneficiari nell’ultimo anno. Un dato che disegna un nuovo scenario nel mondo del lavoro, con una lieve inversione di tendenza soprattutto per turismo e ristorazione, che tornano ad avere alcune richieste di ingaggio, poche ma significative, rispetto al trend degli anni passati, soprattutto tra le figure cosiddette di basso profilo. 

I dati Inps

Il quadro emerge dagli ultimi dati diffusi da Inps. In particolare, in provincia di Lecce, attualmente sono 20.544 nuclei familiari che percepiscono il reddito di cittadinanza, a cui fanno riferimento 43.962 persone. L’importo medio è di 571 euro al mese. Riguardo alla pensione di cittadinanza, invece, i nuclei familiari sono 2.075, di cui fanno parte 2.465 persone; per un importo medio di 324 euro al mese. Tra reddito e pensione di cittadinanza, dunque, i nuclei percettori salentini sono 22.619, per 46.427 persone. L’anno scorso invece, come rilevato dal data analyst Davide Stasi, i nuclei familiari erano 29.289 di cui facevano parte 61.512 persone. Il cosiddetto “tasso di inclusione” resta tuttavia più alto della media nazionale. 
«L’ultima legge di Bilancio – spiega Stasi - ha stabilito una durata massima di 7 mensilità nell’anno 2023 per i nuclei familiari percettori di reddito di cittadinanza al cui interno non sia presente un minore o un componente disabile o un componente di almeno 60 anni di età. È prevista inoltre l’abolizione del reddito o pensione di cittadinanza a partire dal primo gennaio 2024».

Dopo un’impennata dei beneficiari dal 2019, anno di avvio, al 2021, a partire dal 2022 si è registrata una prima flessione: 1.690.190 nuclei, per un totale di 3,7 milioni di persone. Nei primi tre mesi di quest’anno poi si è verificata un’ulteriore flessione: 1.238.019 nuclei, per un totale di 2,6 milioni di persone. A conti fatti, oltre un milione in meno in un anno.

Il beneficio revocato a 27mila nuclei in tre mesi

«Tra gennaio e marzo 2023 – aggiunge il data analyst - il beneficio è stato revocato a circa 27mila nuclei: sono stati 73mila nel 2022, 107mila nell’anno 2021 e 25mila nel 2020. I motivi per cui è possibile che il beneficio venga revocato sono molteplici. La motivazione più frequente è l’accertamento della mancanza del requisito di residenza/cittadinanza. La causa più frequente – conclude Stasi - è legata alla variazione dell’Isee, che supera la soglia prevista».  Con i dati in flessione di Rdc e pensione di cittadinanza, il mercato del lavoro prova a cambiare pelle e alcuni settori, tra i più danneggiati nel periodo della pandemia Covid, ristorazione e turismo, provano a recuperare i professionisti perduti nel tempo e ad integrare gli organici con nuove risorse.

Lo chef

L’effetto ripartenza ancora non c’è stato, ma qualche timido segnale è arrivato, seppur parziale, e che al momento come non consente analisi sul lungo periodo, come evidenziato dallo chef e presidente dell’associazione cuochi salentini, Gigi Perrone. «Siamo all’inizio e gli effetti della riduzione della misura di sostegno non sono ancora ben evidenti. Riscontriamo domande d’impiego per ruoli di secondo piano, ma quello che continua a mancare sono i professionisti del settore. La chiave della ripartenza è nella fidelizzazione del personale, ma le colpe – prosegue Perrone - non possono ricercarsi solo nei titolari, ma vanno divise tra tutte le parti in causa. In tanti durante la pandemia hanno compiuto scelte professionali diverse, che hanno svuotato la ristorazione al sud. Se a questi aggiungiamo chi non ha mai avuto voglia di lavorare, e continua a nascondersi dietro i sussidi economici, e i giovani ancora acerbi, il problema resta irrisolto».

L'opinione di un albergatore

Analisi sul tema condivisa anche da Luca Falconieri, amministratore di una società pugliese di servizi e gestione alberghiera. «Manodopera dall’Est Europa o poco qualificata, questi sono al momento i nuovi ingressi nel mondo del turismo. Purtroppo l’inversione di tendenza non c’è stata e tanti imprenditori e gestori sono in difficoltà a coprire adeguatamente servizi essenziali nell’ospitalità. Il reddito di cittadinanza ha falsato il settore, in Puglia come in tante altre regioni italiane – evidenzia Falconieri – quindi, se vogliamo ripartire è necessario cambiare strada: toglierlo a chi è parte attiva nel mercato del lavoro e lasciarlo solo ai bisognosi veri». 

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