Maldive, indagini sui lavori: scattano i sigilli. Esposto dei consiglieri di opposizione: «Mezzi pesanti e spostamenti di sabbia»

Il proprietario: «Tutti pareri favorevoli nessuna accusa di danno ambientale»

Maldive, indagini sui lavori: scattano i sigilli
Maldive, indagini sui lavori: scattano i sigilli
di Roberta GRASSI
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Martedì 19 Marzo 2024, 21:29 - Ultimo aggiornamento: 21 Marzo, 14:45

Scattano i sigilli in un’area di pertinenza del lido “Le Maldive del Salento”. I militari della Capitaneria di Porto hanno compiuto verifiche, ieri, per via dell’esecuzione di lavori di trasferimento di un chiosco bar e di realizzazione dei basamenti per la nuova collocazione.

Il provvedimento è stato assunto, a quanto si apprende, d’iniziativa da parte degli investigatori che ora dovranno condurre i consequenziali approfondimenti sul possesso dei titoli autorizzativi in relazione alle operazioni in fase di esecuzione. Il proprietario dell’area si è affidato all’avvocato Alessandro De Matteis, e naturalmente afferma la correttezza assoluta delle attività in corso. Si parla di uno dei tratti costieri più belli del Capo, sul versante ionico, in territorio di Salve.

Gli accertamenti

A quanto si apprende gli accertamenti sono partiti dalla segnalazione dei consiglieri di minoranza del comune che hanno dapprima segnalato quanto accaduto alle autorità locali, per poi formalizzare - ieri - un esposto alla Capitaneria e alla Procura, depositando anche alcune immagini a riscontro della richiesta di verifiche.

«I sottoscritti consiglieri comunali del gruppo Salve Futura - si legge - sono stati informati dai cittadini che nel tratto di spiaggia in prossimità dello stabilimento balneare Le Maldive del Salento - marina di Pescoluse - è possibile notare movimenti di sabbia e pietre oltre a tracce di mezzi pesanti. Impegnati per la salvaguardia del territorio, nelle giornate del 15 e 16 marzo ci siamo recati in loco e abbiamo realizzato alcuni scatti fotografici». La firma è di Simona Conte, Claudio Martella, Matteo Pepe e Massimo Chirivì.

«Nelle foto allegate alla presente - aggiungono - sono evidenti i segni dovuti al passaggio di mezzi meccanici pesanti e a una movimentazione di sabbia e pietre non naturale. Preoccupati dall’evidente trasformazione dello stato dei luoghi, sia del cordone dunale che dello spazio retrostante alle dune, come si può notare dalle foto vecchie e nuove, vi chiediamo se tali attività o trasformazioni sono state autorizzate e con quali autorizzazioni». Sono seguite anche verifiche in Comune, per avere contezza dell’esistenza di eventuali permessi. La zona, come è noto, è particolarmente soggetta all’erosione costiera. Ieri è scattato il controllo e sono stati bloccati i lavori e apposti i sigilli, ritenuti necessari anche al fine di compiere ulteriori approfondimenti.

«Abbiamo iniziato a chiedere le autorizzazioni a settembre - dichiara il proprietario della struttura, Vito Vergine - attendevamo di procedere, sulla base del silenzio-assenso della Soprintendenza. Abbiamo iniziato a fare unicamente lavori di pulizia: cominciare tutto fra dieci giorni non ci avrebbe consentito di avviare la stagione a metà maggio. Non sono stati riscontrati danni ambientali, si tratta unicamente della rimozione di un vecchio fabbricato, frutto di vecchio abuso sanato da altri proprietari, all’incirca 15 anni fa. Tutti i pareri che abbiamo ottenuto sono favorevoli all’opera, siamo in grado di poter chiarire tutto e chiedere la revoca del sequestro. In alternativa si tratterebbe di ricostruire il bar laddove esso provocava davvero danno all’ambiente circostante». 

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