Passi carrai fantasma, ma le multe sono vere e con la mora: «Il Comune ci tartassa». La replica dell'assessore

Passi carrai fantasma, ma le multe sono vere e con la mora: "Il Comune ci tartassa"
Passi carrai fantasma, ma le multe sono vere e con la mora: "Il Comune ci tartassa"
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Venerdì 9 Febbraio 2024, 13:24 - Ultimo aggiornamento: 10 Febbraio, 08:08

Il passo carraio non c'è, ma il Comune di Lecce sollecita il pagamento della Tosap, anche quando il giudice gli dà torto. A far emergere la questione relativa alla riscossione della Tassa di occupazione di suolo pubblico è il Codacons di Lecce, pronto a depositare contro Palazzo Carafa un esposto alla Corte dei Conti e in Procura. 


I fatti


Nel 2021 tre cittadini di Lecce si sono visti recapitare dalla società concessionaria per la riscossione dei tributi comunali a Lecce un avviso di accertamento - con allegata la multa - per l’anno 2016 relativo proprio all'occupazione di suolo pubblico derivante dall'inesistente passo carraio. Il Comune, insomma, tramite la società che si occupa della riscossione ha chiesto a questi cittadini di pagare la Tosap, maggiorata degli interessi nonostante gli stessi cittadini non fossero titolari di passi carrai pertinenti a garage, abitazioni o negozi di sorta. 


I tre cittadini si rivolgono quindi all'avvocato Luisa Carpentieri del Codacons Lecce, che prima presenta istanza di autotutela al Comune evidenziando il macroscopico errore e chiedendo all'ente, sostanzialmente, di fare un passo indietro.

Poi si è rivolta alla Commissione tributaria provinciale, che ha dato ragione ai tre cittadini: i varchi in prossimità di immobili di loro proprietà non avevano né le caratteristiche fisiche né quelle giuridiche per essere assimilati a passi carrai. Accertamento e multa sono stati annullati, ma la società titolare del servizio di riscossione per conto del Comune li ha impugnati e la causa di appello è ancora in corso. "Tuttavia nel gennaio 2023 - spiega il responsabile del Codacons Lecce, Christian Marchello - la stessa società concessionaria notificava un ulteriore avviso di accertamento con irrogazione delle sanzioni questa volta riferito all’annualità 2017". Anche in questo caso i cittadini hanno impugnato l'accertamento e l'avvocato Carpentieri ha riproposto prima l'istanza di autotutela - rimasta sempre senza risposta - e poi il ricorso in Commissione tributaria, accolto con annullamento della sanzione. Quest'ultima sentenza non è stata impugnata ed è ormai definitiva.


Il commento del Codacons


"Dinanzi a ben due Sentenze della Corte Tributaria (peraltro emesse da sezioni diverse) una buona e corretta amministrazione - commenta ancora Marchello - avrebbe dovuto sospendere ogni ulteriore attività. Ed invece, come buona novella dell’anno nuovo, ecco la notifica di un terzo avviso di accertamento ed irrogazione di sanzione, questa volta per l’anno 2018. E, non contenti, dopo l’invio dell’ennesima istanza di autotutela da parte del legale, è stato notificato l’accertamento e irrogazione di sanzione anche per l’anno 2019. Un vero e proprio stillicidio, peraltro contrario ai principi della buona amministrazione che vessa i cittadini, costringendoli a dispendiosi ricorsi alla Corte Tributaria contro tasse ingiuste e nonostante le sentenze a loro favorevoli. È inoltre incomprensibile - dice Marchello - la scelta di parcellizzare le intimazioni anziché notificare un unico atto contenente più annualità. Una situazione identica a quella che si verifica per i Consorzi di Bonifica dove è invalsa proprio l’abitudine di emettere cartelle anno per anno, impedendo ai cittadini di impugnare con un unico atto più annualità". Il Codacons valuterà, a questo punto, "se presentare un esposto alla Procura della Repubblica e a quella della Corte dei Conti" chiude Marchello.

La replica dell'assessore ai Tributi
 

«Preciso che, contrariamente a quanto sostiene il Codacons - ribatte l'assessore comunale Christian Gnoni -, le sentenze non sono passate in giudicato ma pendono ancora dinanzi alla Corte di Giustizia Tributaria di 2° grado, davanti alla quale la società concessionaria, alla quale il servizio di riscossione del Comune è stato esternalizzato, le ha impugnate. L'ulteriore avviso di accertamento per l'anno 2018 è stato doverosamente notificato in virtù della scadenza del termine quinquennale imposto dalla legge, altrimenti si sarebbe profilato il rischio di danno erariale. Attendiamo, quindi, le pronunce definitive della giustizia tributaria. Rispedisco poi decisamente al mittente le accuse sgrammaticate che il Codacons muove nei confronti del Comune che utilizzerebbe i cittadini come Bancomat. Niente di più falso, prova ne sia che questa Amministrazione comunale ha disposto per il 2023 l'abbattimento del 70% della tassa sui passi carrai».

La controreplica dell'avvocato

«Siamo lieti che l’assessore abbia dato una risposta al Codacons, anche se in maniera scomposta e parziale - spiega ancora Marchello - Sarebbe stato ancora meglio se le risposte le avesse fornite ai cittadini interessati, quando hanno presentato le istanze di annullamento in autotutela contro pretese tributarie semplicemente infondate. D’altro canto spiace prendere atto che la volontà dell’assessore è quella di continuare a far notificare gli atti nonostante le sentenze favorevoli ai cittadini che quindi dovranno continuare a spendere tempo e denaro per affrontare i processi. Si fa sommessamente notare che il Comune di Lecce non presente in nessuno di questi giudizi per cui non ha diretta conoscenza dei fatti».

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