Il bimbo non trova “l'uscita”: la mamma lo aiuta ballando

Il bimbo non trova “l'uscita”: la mamma lo aiuta ballando
di Rita DE BERNART
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Domenica 24 Novembre 2019, 08:48 - Ultimo aggiornamento: 16 Febbraio, 16:22
Nascere con la musica dentro, letteralmente. Sembra essere il destino di Mattia, venuto al mondo tra danze latino americane e musica pop, sulle note di Iris dei Goo goo Dolls, mentre la sua mamma cantava a tutto fiato per agevolare la spinta delle contrazioni, grazie all'intuito di una ostetrica.

Il particolare parto danzante è avvenuto nella notte tra il 18 e il 19 novembre scorsi all'ospedale Sacro Cuore di Gesù a Gallipoli, in provincia di Lecce, dove la filosofia del reparto di Ostetricia è orientata a un'idea di naturalezza del parto secondo le inclinazioni delle donne partorienti. Mamma Alessandra, 27 anni, di Soleto, già pensa a un tatuaggio con alcune frasi tratte dal brano che ha fatto da colonna sonora al primo pianto del suo primo bimbo. «La musica racconta radiosa e divertita - mi ha accompagnato in tutte le fasi del lunghissimo pomeriggio che ha portato alla nascita di Mattia. Non è escluso che farò un tatuaggio dedicato a lui con alcune frasi di questa canzone che ormai fa parte di noi».
 


Tutto è iniziato alle diciotto del pomeriggio quando la donna, allarmata da insoliti, e sospetti dolori ha chiamato la sua ostetrica, la donna l'ha subito raggiunta e, dopo una prima valutazione e dopo averla tranquillizzata, da Soleto, dove entrambe abitano, è scattata la corsa in ospedale. «In reparto abbiamo accertato che Alessandra era in travaglio pieno commenta l'ostetrica, Debora Enrione - ma ci siamo resi conto però che il feto non era ancora nella giusta posizione; una circostanza dovuta anche al fatto che la gravidanza era ancora alla 36esima settimana rispetto alle 40 totali. Le contrazioni erano forti, ma Mattia non era ancora pronto, la sua testolina era posizionata male».

A quel punto, Debora, Didì per gli amici, 43 anni, nata a Torino, con un diploma di laurea in Ostetricia conseguito nel 1996 e ancora con contratti precari, ha messo in campo tutta la sua dedizione e preparazione. «In queste circostanze - continua - occorre osservare le mamme, le donne, seguire le loro inclinazioni, assecondarle nel modo più naturale possibile. È una questione di fiducia totale ed empatia. Questa è la filosofia del nostro reparto a Gallipoli. Le abbiamo provate tutte: movimenti rotatori, esercizi con la palla da fitness, posizioni che normalmente favoriscono il posizionamento. Le ho detto di sentirsi libera di fare qualsiasi cosa. Ho visto che per darsi sollievo Alessandra muoveva il bacino e da lì ho pensato al ballo della bachata, le ho chiesto se ne conosceva qualcuna in particolare e l'abbiamo cercata. La danza latino americana stimola l'apertura del bacino e con quei movimenti il piccolo è riuscito ad orientarsi e ruotarsi».

Ma non è tutto. La mamma una volta in sala parto ha chiesto di avere della musica più energica da cantare per favorire le spinte. «Non ho mai avuto davvero paura racconta ancora la giovane mamma - perché vedevo Didì tranquilla e trasmetteva tranquillità e sicurezza anche a me. Ma non avrei mai pensato di trovarmi in questa situazione perché nel ballo mi sono sempre ritenuta legnosa e rigida. Ma in quel momento era ciò che il mio corpo chiedeva. Poi ho chiesto della musica pop anche durante le fasi del parto». E mentre mamma e ostetrica cantavano insieme, alle 3 e 6 minuti del mattino è nato Mattia, 2 chili e 490 grammi. Piccolo, ma già con la sua storia da raccontare. Anche la sorella gemella di Alessandra, Sara, lo scorso ottobre aveva partorito cantando seguita per tutto il suo percorso di maternità dalla stessa ostetrica. «Nel momento in cui è nata Azzurra, Sara cantava la frase di un brano che dice la felicità credo che abbia a che fare con te». La felicità ha a che fare oggi con Mattia e con la vita che esplode. A suon di musica.
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