Travolse due ragazzi, condanna "scontata" a 4 anni e 9 mesi.
L'imputato: «Sentenza condizionata»

Travolse due ragazzi, condanna "scontata" a 4 anni e 9 mesi. L'imputato: «Sentenza condizionata»
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Mercoledì 13 Aprile 2016, 17:01 - Ultimo aggiornamento: 14 Aprile, 10:53

E' stato condannato a 4 anni e 9 mesi di reclusione Antonio Gravina, 33 anni, di Lecce, sotto processo per la morte di due giovani amici. I giudici di Appello hanno concesso all'imputato un lieve "sconto" rispetto alla conferma dei 6 anni di reclusione (la sentenza del primo grado) che erano stati chiesti dal sostituto procuratore generale, Claudio Oliva, per il reato di omicidio colposo plurimo. Antonio Gravina a proposito della sentenza aveva peraltro distribuito un volantino per sostenere che potrebbe essere stata condizionata dalla notorietà delle vittime.

Le due giovani vittime, Mattia Marchello e Michael Tresi, di 16 e 17 anni, il primo di Merine e l'altro di Castromediano di Lecce, la sera del 6 aprile del 2009 vennero tamponati ed ammazzati dalla Fiat Bravo guidata da Gravina: erano fermi all'incrocio di San Ligorio della strada a quattro corsie, con spartitraffico, San Cataldo-Lecce. Si trovavano sulla corsia sinistra in sella a uno scooter Aprilia Rx 50, fermi al semaforo e pronti a svoltare a sinistra. La Bravo superò le auto incolonnate sulla destra e travolse lo scooter e scagliando i ragazzi 40 metri più avanti. Andava a circa 100 all'ora, disse il consulente della Procura, su un tratto di strada dove il limite di velocità è di 50 all'ora.
In primo grado Gravina era stato condannato il 21 febbraio del 2013 dal giudice per l'udienza preliminare, Giovanni Gallo: 6 anni, con la riduzione di un terzo della pena prevista dal rito abbreviato e ben prima della recente intriduzione del reato di omicidio stradale. In Appello l'avvocato difensore Pia Perricci, del foro di Pesaro, aveva chiesto l'annullamento della sentenza di primo grado, il rinnovo dell'istruttoria dibattimentale e, in subordine, il minimo della pena.

Gravina aveva manifestato davanti al Tribunale a dicembre dell'anno scorso, il giorno della prima udienza d'Appello, distribuendo un volantino in cui sono stati riepilogate altre sentenze di condanna per incidenti stradali, del Tribunale di Lecce e di altre città italiane. E lo stesso volantino è circolato nella giornata di martedì e anche ieri, per ricordare che in nessun altro caso la pena fosse stata così elevata: «Il 13 aprile 2016 è prevista l'udienza in Corte d'Appello contro questa sconcertante sentenza...Non chiedo un miracolo, chiedo che la legge venga applicata in maniera apolitica e asettica, senza tenere conto dei sentimenti - si legge nel volantino - ma valutando le prove e le responsabilità da enmtrambi le parti, senza cercare di nascondere le violazioni poste in essere dai defunti solo perché tali, o solo perché minori, o solo perché conosciuti».
In realtà proprio nella giornata di lunedì un altro giudice del Tribunale di Lecce, Simona Panzera, ha inferto 6 anni di reclusione a un automobilista che uccise padre e figlio sulla Veglie-San Pancrazio il 6 gennaio del 2015.

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