Non fu omicidio. La Procura di Lecce è convinta che Marianna Greco, la 37enne di Novoli trovata agonizzante nel suo letto il 30 novembre del 2016 con 4 fendenti alla gola, non sia stata uccisa. Per questo ha chiesto l'archiviazione del procedimento a carico del marito imprenditore (difeso dagli avvocati Luigi Rella e Antonio De Mauro), iscritto nel registro degli indagati inizialmente con l'accusa di istigazione al suicidio e poi con quella di omicidio volontario.
GLI ESPERTI
Si arriva così alla fine di un percorso sofferto, per la famiglia della giovane donna, e articolato, nel corso del quale i periti via via nominati dalla Procura non hanno trovato tracce o riscontri di un tentativo di difesa da parte di Marianna nei confronti del suo presunto killer.
L'ipotesi di un omicidio era stata sollevata dal consulente di parte Giuseppe Fortuni, alla luce delle indagini difensive condotte per conto dei familiari di Marianna: il perito aveva evidenziato anomalie sull’intensità dei colpi di coltello e sulla loro direzione e la presenza di ferite da taglio sull’indice, il medio e l'anulare della mano destra, secondo il consulente compatibili con una colluttazione. Un quadro che, secondo la Procura, si è dimostrato fragile: da qui, la richiesta di archiviazione.