Elezioni comunali, medici e sanitari candidati. Ma la Asl avverte: «Vietato fare campagna elettorale in ospedale»

Elezioni comunali, medici e sanitari candidati. Ma la Asl avverte: «Vietato fare campagna elettorale in ospedale»
di Andrea TAFURO
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Lunedì 1 Maggio 2023, 05:00

“Ai dipendenti aziendali e di Sanitaservice che abbiano presentato la propria candidatura alle elezioni amministrative 2023, ovvero abbiano notizia della candidatura di parenti ed affini, si rammenta il dovere di astensione da qualsivoglia attività istituzionale che possa inficiare l’imparzialità dell’agire amministrativo della Asl di Lecce”. L’Asl Lecce entra nella prossima tornata elettorale, del 14 e 15 maggio per il rinnovo dei consigli comunali in 13 centri della provincia. E detta le linee guida a medici e dipendenti candidati alle elezioni sul comportamento da tenere in campagna elettorale per evitare “conflitti d’interesse”. 

Il richiamo della responsabile anticorruzione

L’indicazione fornita in una nota a tutto il personale aziendale e di Sanitaservice, dalla responsabile dell’ufficio prevenzione e anticorruzione dell’Asl, non è un obbligo ma accende un faro sulla delicata fase della campagna elettorale e punta a scongiurare casi di incompatibilità tra incarichi politici e l’esercizio delle funzioni affidate ai dipendenti pubblici. Il criterio è quello di mantenere la distinzione tra le funzioni di indirizzo politico e quello di amministrazione e tra attività di controllo e gestione. 
La nota, diramata nei giorni scorsi – secondo routine amministrativa fanno sapere dagli uffici dell’Azienda sanitaria – potrebbe tuttavia aver avuto input da alcune segnalazioni pervenute dai territori coinvolti nel rinnovo delle cariche politiche alla direzione strategica dell’Asl.

Nessun riferimento diretto, va detto.

L'esercito dei medici e sanitari candidati nel Salento

Tant’è però, che i candidati in lizza, in “quota sanità” sono tanti. Ad esempio Surbo c’è Pasquale Paladini, primario del reparto di pediatria del “Vito Fazzi” di Lecce. In lista anche Raffaele Mancarella (dipendente Sanitaservice) e l’infermiere Claudio Guerra. Copione che si ripete anche a Veglie dove sono scesi in campo, il candidato a primo cittadino Giuseppe Landolfo, assistente amministrativo nell’ufficio gestione del personale dell’Asl e l’ex sindaco Claudio Paladini, medico anestesista all’ospedale di Gallipoli. Tra i nomi per il rinnovo dell’assise di Santa Cesarea Terme compaiono invece Cinzia Mita, dottoressa del 118 a Poggiardo, e l’infermiere Lucio Guida. A Squinzano invece la candidatura a sindaco di Andrea Pulli, figlio del direttore del distretto sanitario di Campi Salentina, Roberto Pulli, avrebbe “convinto” quest’ultimo a prendere un periodo di ferie sino al termine della campagna elettorale. Il candidato consigliere Jacopo Tonello invece, dipendente del Cup di Campi Salentina, è stato trasferito in questa fase nell’ufficio economato della direzione Asl di Lecce. 

La regola vale anche per chi ha parenti in lista

Chiarito tuttavia che non c’è alcun veto o indagine in corso, l’iniziativa dell’Asl Lecce punta a prevenire le incompatibilità di ruolo e “consigliare” i dipendenti aziendali e della società in house “che abbiano presentato la propria candidatura alle Elezioni amministrative 2023, ovvero abbiano notizia della candidatura di parenti ed affini”, “di compiere attività di propaganda elettorale al di fuori dell’esercizio delle proprie funzioni istituzionali, sempre che, a tal fine, non vengano utilizzati mezzi, risorse, personale e strutture assegnati dalla Asl di Lecce, per lo svolgimento delle loro competenze”. Ribadito quindi il concetto di divieto di propaganda elettorale attiva nei luoghi di lavoro. “La violazione del principio di imparzialità integra la fattispecie di cui all’art. 6 del Codice di comportamento aziendale, sul conflitto di interessi – è riportato nella nota indirizzata dall’Asl ai dipendenti - con conseguente attivazione del procedimento disciplinare”.
Non solo: “il dipendente si deve astenere dal prendere decisioni o svolgere attività inerenti alle sue mansioni in situazioni di conflitto di interessi, anche potenziale, con interessi personali, del coniuge, di conviventi, di parenti, di affini entro il secondo grado. Il conflitto – conclude la nota a firma della responsabile anticorruzione Sonia Cioffi - può riguardare interessi di qualsiasi natura, anche non patrimonio/i, come quelli derivanti dall’intento di voler assecondare pressioni politiche, sindacali o dei superiori gerarchici”. 
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