Manager del turismo: bienno di formazione al tecnico superiore

Turisti a Lecce
Turisti a Lecce
di Angela NATALE
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Martedì 1 Novembre 2016, 09:21 - Ultimo aggiornamento: 16:54
Selezionarli, Formarli, occuparli. Quello che con i giovani in cerca di autore non riesce a fare il pubblico, lo fa il privato. Per meglio dire, pubblico e privato insieme.
È la formula che sostiene dalle fondamenta l’“Istituto tecnico superiore per l’industria dell’ospitalità e del turismo allargato” nato ufficialmente ieri a Lecce sulla scia del lavoro fatto dal Polo sperimentale regionale sui turismi messo in piedi nel 2013 grazie al lungimirante progetto coltivato dalla professoressa Giuseppina Antonaci, allora preside dell’istituto De Pace, e da Artis Puglia sviluppo.organismo consortile, braccio operativo da luglio 2015. Anno in cui, il 2015, è nata anche la Fondazione, presieduta da Antonaci, e i corsi Its di 2/3 anni di alta specializzazione benedetti dal Miur e dalla Regione Puglia hanno potuto prendere il volo andando a coprire atavici vuoti nei percorsi di studio post diploma e aprendo alla speranza il futuro lavorativo di decine di giovani.
 
Cinquanta gli ammessi su un ottantina di partecipanti al bando di selezione regionale. Venticinque promossi per il corso sulla ricettività che si tiene a Lecce; gli altri venticinque impegnati a Vieste su temi cari all’enogastronomia, altri punto di forza dell’offerta turistica territoriale. Quello di Lecce si terrà alle Officine Cantelmo, dove ieri, presenti i futuri manager dell’ospitalità, il progetto è stato lanciato in orbita dall’assessore regionale Sebastiano Leo e approvato a piedi voti da una vasta pletora di addetti ai lavori, politici e rappresentanti di associazioni datoriali come Confindustria e Laica. 
Il corso di Lecce sulle strutture ricettive lo hanno richiesto ad alta voce i direttori d’albergo, i primi a lanciare l’SOS per la carenza di figure professionali adeguate a una domanda che è sempre più globale, così come la concorrenza. Basta con l’improvvisazione e il fai da te. Il settore è strategico, le parole chiave sono formazione e specializzazione. La Regione ci ha messo parecchio di suo per sostenere i progetti: diversi milioni di euro equamente distribuiti sui sei percorsi di specializzazione individuati, uno per provincia, esclusa la Bat, che spaziano dal turismo alla logistica, all’agrolimentare, alle nuove tecnologie.
«Il mondo corre, va avanti velocemente in maniera tecnologicamente avanzata: bisogna prendere la cassette degli attrezzi e riempirla di competenze - ha detto l’assessore regionale Leo bypassando la scuola che deve rimanere un’agenzia formativa e l’Università perché costruire un percorso di laurea senza le competenze non serve a nulla, anche se le università, che prima stavano su Marte, pare siano finalmente scese sulla terra».
Alta formazione, dunque. I diplomi di tecnico superiore corrispondono al V livello del quadro europeo delle qualifiche per l’apprendimento permanente (EQF) e costituiscono titolo per l’accesso ai pubblici concorsi. Il corso di studi prevede mille ore complessive all’anno, di cui 400 in aula e 600 tra laboratori e stage aziendali. Le materie spaziano tra lingue, strategie aziendali d’impresa, gestione front e back office, organizzazione e pianificazione di un evento turistico, tecniche e applicazioni informatiche per il turismo, confezionamento dei pacchetti turistici, organizzazione e gestione risorse umane e tante altre ancora.
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