Il tempo dell'attesa deve finire: aprite il cantiere della 275

Il tempo dell'attesa deve finire: aprite il cantiere della 275
di Rosario TORNESELLO
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Sabato 12 Novembre 2022, 10:22 - Ultimo aggiornamento: 21 Gennaio, 14:51

Verrebbe naturale titolare con l'esclamazione - due parole appena - che ha segnato un'epoca, quella dell'impegno dopo le catastrofi. FATE PRESTO. Le usò per primo il Mattino di Napoli dopo il devastante terremoto dell'Irpinia, nel novembre 1980. Le ha adoperate 31 anni dopo il Sole 24 Ore per scuotere un'Italia finita sull'orlo del baratro economico. Novembre 2011. Il mese ricorre: è ancora novembre, anche oggi. L'urgenza cambia volto ma s'impone con identica perentorietà: lo stillicidio di morti lungo la statale 275 tra Maglie e Leuca (l'ultimo pochi giorni fa, vittima un giovane di 32 anni arrivato in Salento per amore e spazzato via con tutti i suoi sogni) richiama alla mente proprio quelle due parole. Fate presto. Meglio ancora: FATE PRESTO.

Il progetto di ammodernamento c'è, almeno per il primo lotto, 23 chilometri fino a Tricase; il finanziamento anche, 288 milioni sui 244 richiesti (il di più andrà al secondo lotto, fino a Leuca).

Si aspetta l'apertura del cantiere, da Maglie a scendere. Si aspetta, sia chiaro, da quasi trent'anni, 28 a essere precisi. Da quelle parti c'è un vasto territorio che attende. Aspettano le persone, aspettano le aziende. Aspettano le famiglie. Aspetta il futuro. Inutile ricordare dove eravamo, tutti, trent'anni fa: i mezzi di trasporto, le mode, le comodità, le angosce, la politica, la tecnologia. Le cabine telefoniche. Preistoria. Il Capo di Leuca - quanto a collegamenti - è rimasto pressoché lì. Più o meno con le stesse strade, in una vasta area, il Salento, già di suo povera in infrastrutture.

Questa battaglia del giornale, così come già quella per il Frecciarossa, non è contro qualcuno, ma è per il territorio, e perciò per noi. Siamo tutti coinvolti, nessuno escluso. Troppi lutti, troppe tragedie, troppo dolore. Raccoglieremo le parole - tra sollecitazioni e rabbia - di chi vorrà dare voce a questo impegno, a uno stato d'animo condiviso, e le gireremo a chi ha sul tavolo carta e penna per decidere e firmare. Ministero, Anas, Regione. Perché sentano il respiro profondo e l'impazienza di un territorio che aspetta da tempo, molto, e che nell'attesa sconta i ritardi e conta i morti, tanti, troppi se anche uno soltanto è intollerabile. Per questo non titoliamo, ma lo diciamo con la massima chiarezza: FATE PRESTO.

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