Lottizzazione Franite, aperta un'inchiesta

Le Franite
Le Franite
di Maurizio TARANTINO
3 Minuti di Lettura
Mercoledì 3 Aprile 2019, 07:58 - Ultimo aggiornamento: 08:33
Con un esposto molto dettagliato, firmato da 19 componenti del Coordinamento Tutela Territorio Magliese, si riapre la querelle sull'edificazione di alcune villette private nel comparto delle Franite. La Procura dovrà verificare se esistono i margini per configurare il reato di «una illegittima e abusiva lottizzazione attraverso la violazione delle prescrizioni poste dal parere paesaggistico», come sottolinea l'avvocato Francesco Calabro.
Nell'esposto, in sostanza, si censura il tentativo di soppiantare la competenza esclusiva della Giunta Regionale e l'efficacia della sua delibera del 2014 «con mere considerazioni di alcuni dirigenti regionali prive di qualsiasi valore e fondamento. Le circostanze che sia rimasta inalterata la volumetria espressa dall'insediamento nonostante la giunta ne avesse stralciato circa un terzo, che siano stati mantenuti gli assi e i prolungamenti viari che la giunta aveva imposto di eliminare, anzi ne siano stati creati di nuovi, assieme a tutte le altre violazioni al parere regionale, puntualmente descritte nell'esposto, non possono passare sotto traccia».
Dopo l'adozione del piano di lottizzazione, intervenuta nel 2013, la Giunta Regionale aveva imposto delle prescrizioni estremamente precise, a tutela del paesaggio e delle emergenze territoriali riscontrate, e destinate a incidere in maniera profonda sul progetto finale e di conseguenza, in termini economici, anche sull'investimento programmato dai privati. «I proponenti e funzionari comunali e regionali - spiega Calabro - avevano avviato un'interlocuzione con documenti che, invece di mirare ad assicurare la puntuale ottemperanza delle prescrizioni contenute nel parere, dimostrano come essa, in realtà, abbia puntato a eludere le stesse prescrizioni, attraverso l'individuazione di una soluzione condivisa che fungesse da nuovo riferimento per le successive valutazioni di conformità».
In particolare, dopo aver ricevuto dai lottizzanti gli elaborati progettuali modificati, il Comune di Maglie ha indebitamente utilizzato una nota della Sezione Assetto del Territorio della Regione Puglia del 2016 come surrogato della verifica di ottemperanza che avrebbe dovuto effettuare e non ha mai effettuato. Una falsa attestazione manipolata dai tecnici regionali che hanno sostituito la frase non si rilevano per le soluzioni progettuali prospettate aspetti di contrasto con la suddetta deliberazione di Giunta Regionale, con una frase dal senso assai diverso: La scrivente sezione ritiene le soluzioni progettuali prospettate ottemperanti alla suddetta deliberazione di Giunta Regionale.
«Pur essendo stato posto a conoscenza del fatto che gli elaborati progettuali non sono stati adeguati alle prescrizioni impartite dalla Giunta Regionale - sottolinea il legale -, il Comune di Maglie non li ha restituiti ai proponenti, come avrebbe dovuto, ma ha scelto di dare ulteriore impulso a un procedimento che, in presenza di quegli elaborati e di quel parere, non ha nessuna possibilità di essere definito da provvedimenti legittimi».
Il Coordinamento chiede che vengano accertate le responsabilità: «Credevamo che, una volta evidenziate le palesi violazioni al parere paesaggistico e le incontestabili violazioni intervenute nel procedimento amministrativo attraverso irrituali carteggi intercorsi con dei semplici tecnici, il Comune avrebbe provveduto autonomamente a sanare le proprie condotte. Invece, vista la perseveranza degli uffici, inerti persino davanti ad una nostra diffida, ci rivolgiamo alla magistratura affinché si salvaguardi la zona delle Franite come bene paesaggistico riconosciuto, si scongiuri il pericolo di una lottizzazione abusiva e si valutino tutte le responsabilità, civili, amministrative e penali per tutti i soggetti che risulteranno consapevolmente coinvolti».
© RIPRODUZIONE RISERVATA