Legge, i manifesti elettorali tra slogan, rughe e occhiaie. E c'è tanto viola

Legge, i manifesti elettorali tra slogan, rughe e occhiaie. E c'è tanto viola
di Leda CESARI
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Martedì 9 Aprile 2024, 05:00

Ma il viola non portava sfiga, un tempo? Risposta marzulliana e al contempo moderna, politically correct: un tempo, appunto. Prima dello sdoganamento ad opera del mondo della moda, avvenuto qualche anno fa. Ché se oggi c’è un colore capace di sintetizzare ritrovata energia e voglia d’azione, pragmatismo e insieme attenzione ai valori intangibili della vita, quello è appunto il viola, colore di Giove. Perché sì, avete capito bene: a dispetto dell’antico rimando ai rigori della Quaresima e alle relative restrizioni – ecco perché gli attori lo temevano e ancora lo temono come la peste, a teatro – il viola, secondo la tradizione astrologica, è legato al segno dei Pesci e al suo governatore Giove. Che naturalmente – essendo lo stesso il mitologico padre degli dei – rappresenta l’autorità, spirituale e non solo. E poi il viola, scendendo nel mondo delle nuance e dei plausibili accostamenti, riesce come pochi a valorizzare gli altri colori abbinatigli: uno su tutti, il giallo.

Un esempio a caso, eh? 

Mica perché l’Adriana, “il sindaco di Lecce” – così ha voluto sottolineare l’interessata per indicare il passato, ma pure un auspicabile, prossimo futuro – abbia scelto questi due colori per il suo manifesto elettorale da sfidante dell’uscente Carlo Salvemini. E il risultato “buca”, funziona: lei in versione sorridente e volitiva, come se vent’anni non fossero mai passati, e poi una citazione che sta tra una hit dei Pooh e un celeberrimo libro di Dominique LaPierre, un invito ad adoperarsi attivamente per il cambiamento, non solo meteorologico: “C’è il sole oltre le nuvole”. Temeraria, insomma, as usual. 
Ma non è l’unica: Alessia Ferreri – stesso viola, stesso schieramento ma in quota Forza Italia - si appropria addirittura dello slogan dell’inno scritto nel 2002 da Andrea Vantini per celebrare l’avvento politico di Silvio Berlusconi (che al momento non può notoriamente protestare per lo scippo), e si autoincorona: “Meno male che Alessia c’è”. E meno male che ci sono le donne, aggiungiamo noi, a tenere alto il livello estetico e cromatico di questa competizione elettorale graficamente appena iniziata. Why? Perché il resto che è stato prodotto finora, in materia, provoca onestamente qualche riflessione. 
Le rughe sul manifesto di Paolo Foresio, ad esempio: sorriso accattivante, slogan nuziale (“Sì, lo voglio”), giallo ottimismo per lo sfondo.

Ma poi… poi lo sguardo cade sul contorno occhi, che – suggerisce la memoria e assicura chi lo frequenta tutti i giorni – l’assessore uscente al Turismo non presenta assolutamente. Tracce posticce del tempo inclemente, forse, per evidenziare lo sforzo titanico affrontato in questi anni di amministrazione? O lo scherzo maligno di un grafico (occultamente) di centrodestra, per dire, al posto del classico paio di baffi a sfregio? Si attendono ragguagli. E se per caso la cronista ricordasse male, allora citofonare Carla Bruni (o al suo chirurgo, meglio), apparsa nei giorni scorsi tra le “Belve” della Fagnani in un’incredibile versione “Il tempo delle mele”. Invidia?

Assolutamente sì

Meno rughe, ma sguardo ugualmente provato per Giacinto detto Marco - ah no, quello era Pannella – Marco detto Urban De Matteis: il potere logora chi non ce l’ha, ma l’assessorato logora chi ce l’ha. E se si tratta per giunta dell’assessorato al Traffico di una città refrattaria alle regole come Lecce, è vero il doppio. Giustificato, dunque, ma invitato a un mesetto di cura del sonno, possibilmente ad altre latitudini. 
E poi un altro povero Marco, anzi Marco Povero: nel facsimile della scheda elettorale colorito pallido, certamente dipendente dal suo stare appresso alle esigenze degli sciamannati nottambuli leccesi. Oppure è il confronto con la sua coinquilina di scheda: Valeria Giannone, abbronzatura modello Carlo Conti. Panìco o pànico? Forse la seconda, a giudicare dall’espressione, per Luca-appunto-Panìco, candidato “con l’Adriana sindaco”. Se la ride invece Christian Gnoni, assessore uscente ai Tributi (“Buona la prima” lo slogan autoassolvente) che apre la sezione “Assertivo-giulivi”: tra i salveminiani Giovanni Occhineri (e Mal non c’entra), Mattia Esposito (“per il cambiamento… dal basso!”), Alessandro Costantini (“Insieme, più di prima”), Andrea Fiore (no comment). Per i polibortoniani, invece, il redivivo e pinodanieliano Damiano D’Autilia (“Tutta un’altra storia”), Paolo Zongolo (“Oltre lo sport – Visioni e valori per il domani”), Massimo Fragola (“Concreti ed entusiasti”), Roberto Giordano Anguilla (che sembra aver visto il fantasma di Belén). Chiude la rassegna il FdI Andrea Guido, uno notoriamente pronto a buttare le mani se serve: così pronto da dotare addirittura il suo santino elettorale di numero di telefono personale. Ma non gli bastavano i call center? 

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