Giustizia, i dati: il Tribunale di Lecce è laborioso, meno arretrato al civile e al penale

Giustizia, i dati: il Tribunale di Lecce è laborioso, meno arretrato al civile e al penale
di Roberta GRASSI
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Domenica 12 Novembre 2023, 05:00

Semaforo verde, su tutti i fronti: la giustizia penale e la giustizia civile. Gli indicatori del ministero della Giustizia per il primo trimestre 2023, il più recente banco di prova di un sistema ormai “a regime” in ottica Pnrr, premiano il lavoro svolto tra viale De Pietro e via Brenta, a Lecce. In entrambi i palazzi il numero di fascicoli smaltiti supera quello dei procedimenti iscritti, in quasi tutte le sezioni. Nonostante una cronica e riconosciuta carenza di magistrati che è il frutto di una serie di spostamenti e di congiunture varie che ci sono stati negli ultimi tempi.
Le statistiche (quella nazionali sono relative al primo semestre 2023) sono state pubblicate di recente.

I dati nazionali e locali 

A livello generale, ha rilevato il ministero della Giustizia la durata media di un processo penale, in tutte le sue fasi, è scesa al di sotto della soglia dei mille giorni. E in termini percentuali il calo che si registra al 30 giugno di quest’anno rispetto al 2019 (anno di riferimento fissato nel Pnrr) è del 29 per cento. Nel civile la riduzione della durata dei processi è pari al 19,2% . Mentre lo smaltimento dell’arretrato, sempre nel settore civile, è pari al -19,7% in Tribunale e al -33,7% in Corte di appello.
In linea i dati del Tribunale di Lecce. Nel penale si registra un -23,2% di pendenze rispetto al 2020 (dato aggiornato al marzo 2023) che risente certamente anche della produttività dovuta alla ripresa post covid. 
Per dirla coi numeri, nel 2020 erano 15.020 i procedimenti pendenti. Quest’anno sono scesi a 11.529. Stessa situazione al civile, settore un po’ problematico in tutto il resto dei distretti italiani. La variazione è del 19,9 per cento in meno. Erano infatti 29.991 i fascicoli pendenti al 31 dicembre 2020, sono ora circa 24mila. 
Più nel dettaglio, al penale nei primi tre mesi del 2023, sono stati smaltiti 3.606 procedimenti, un numero superiore rispetto ai sopravvenuti che sono stati 3.290. 
Stessa situazione al civile: 5.092 gli iscritti, 5.795 i definiti. Con un indicatore, il clearance rate (che per essere positivo deve superare l’1) di 1,14 al civile e di 1,10 al penale. La situazione è simile in tutti i Tribunali del distretto, fatta qualche rara e motivata eccezione. 
«Si riduce la durata dei processi ed accelera l’abbattimento dell’arretrato, in linea con gli obiettivi del Pnrr concordati con l’Europa.

Questo il quadro che emerge dai dati di monitoraggio del primo semestre 2023, il primo dopo l’entrata in vigore delle riforme del processo civile e penale, e che registra gli effetti dei cambiamenti organizzativi attuati dagli uffici giudiziari, anche con l’arrivo degli addetti all’Ufficio per il processo», si legge in una nota del ministero della Giustizia che riguarda tutto il Paese. 

L'ufficio del processo

Ufficio del processo attivo e a quanto viene rilevato molto produttivo anche a Lecce. Nel febbraio 2022 al Tribunale di Lecce hanno preso servizio complessivamente 95 unità (83 a febbraio, 5 a maggio per scorrimento graduatoria e 7 a settembre per esito ricorso al Tar), alcuni hanno rassegnato le dimissioni, in quanto vincitrici di procedure concorsuali a tempo indeterminato. Hanno vinto altri concorsi, e hanno dovuto lasciare. Ad ogni modo “l’esercito” di funzionari, sebbene a tempo determinato, con scadenza nel 2026. 
Restano i problemi relativi al numero di magistrati in servizio e alle scoperture nell’organico che andranno in qualche modo sanate. Ma non si rilevano criticità di alcun genere, a differenza di quanto accaduto in tempi ormai passati, prima del 2021 quando - complice la stasi dovuta alla pandemia che ha probabilmente anche incentivato l’adozione di pratiche più snelle, oltre a importanti innesti sul fronte degli amministrativi - la macchina ha cominciato a funzionare più rapidamente. L’obiettivo è chiaro, sveltire le procedure così come richiesto dall’Europa. E gli ingranaggi sembrano essere ormai ben oliati. 

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