Lecce, fare la spesa costa sempre di più: viaggio fra mercati ortofrutticoli e centri commerciali della città. Le voci dei consumatori

Lecce, fare la spesa costa sempre di più: viaggio fra mercati ortofrutticoli e centri commerciali della città. Le voci dei consumatori
di Paolo CONTE
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Sabato 11 Settembre 2021, 20:27

«Fare la spesa senza svuotare totalmente il portafogli diventa sempre più difficile. Sento in giro che i prezzi saliranno ancora, la situazione sta diventando insostenibile». Anche a Lecce il caro prezzi dei generi alimentari si ripercuote sulle tasche dei consumatori e le parole di Enza Campanile sono un grido d’allarme. «Sono una semplice pensionata - aggiunge la signora intenta a fare la spesa presso il mercato di Porta Rudiae -. Come farò a tirare a campare? Mi auguro che qualcuno faccia qualcosa». 
L’aumento dei costi delle materie prime e il conseguente caro prezzi dei generi alimentari, hanno generato le lamentele dei salentini al tramonto dell’estate. Un effetto a catena giunto nei mercati della città che ha provocato il malcontento generale. «Nel bel mezzo di un periodo così delicato che il Paese sta attraversando a causa degli effetti della pandemia, dovrebbero vigere le regole del buonsenso, ma purtroppo è sempre il consumatore finale a farne le spese - dice Francesco Rizzo mentre seleziona alcuni prodotti presso il mercato di Settelacquare -. Ormai si specula sulle tasche dei cittadini senza alcuna pietà».


I mugugni si rincorrono dai supermercati ai centri commerciali del capoluogo leccese. E anche al supermercato di Lecce un consumatore manifesta il proprio disappunto: «Ormai sono saliti i prezzi anche nei market in cui si comprava a tariffe più contenute. Il rincaro degli alimenti purtroppo è tangibile e di questo passo non so dove andremo a finire».
La lunga sequela di lamentele è riconducibile alla ultime stime che, rispetto ad un anno fa, hanno fatto registrare un considerevole rincaro delle materie prime necessarie all’alimentazione animale come il mais (+67%) e la soia (+50%). Costi di produzione in rialzo anche per il latte, il pomodoro per la salsa e il grano. In particolare per la semola di grano duro, secondo i panificatori, i prezzi sono raddoppiati con conseguente aumento dei costi di pane e pasta.
E intanto la rabbia dei consumatori imperversa nei grandi magazzini. «Non capisco questo aumento dei prezzi - dice Marco Anastasia all’Ipercoop -.

Le attività di generi alimentari sono tra le pochissime che non hanno conosciuto crisi anche ai tempi della quarantena. Sicuramente non è colpa loro perché sono costretti ad adeguarsi all’aumento dei costi di produzione, ma con questa politica non si va da nessuna parte perché oggi le maggior parte delle persone vive con i soldi contati per mancanza di lavoro».


L’impennata dei prezzi l’avevano già subita gli agricoltori alla fine del mese scorso a causa dell’aumento dei prezzi delle materie prime utilizzate per la loro produzione. E nel frattempo le prime vendemmie hanno prodotto rese inferiori del 20% gettando un’ombra incombente su vendemmia e stagione olivicola. 
«Non capisco cosa sta succedendo - esclama Luca De Carlo mentre compra la pasta -. Il carovita aumenta e le persone guadagnano meno. Lecce sta diventando una città sempre più cara. E non parlo solo per i generi alimentari, ma in tutti i settori. Non siamo in settentrione. Qui c’è poco lavoro ed è anche mal pagato, poi non ci lamentiamo se i nostri conterranei emigrano. Ormai la gente non ha più alternative». E se i prezzi degli alimenti «aumenteranno ancora, farò prima ad andare a mangiare al ristorante - conclude Aldo Ravi mentre sta in fila in un supermercato di piazza Mazzini -. Ma che si sono messi in testa? Questa è pura speculazione e la povera gente ne paga le conseguenze».

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