«Fare la spesa senza svuotare totalmente il portafogli diventa sempre più difficile. Sento in giro che i prezzi saliranno ancora, la situazione sta diventando insostenibile». Anche a Lecce il caro prezzi dei generi alimentari si ripercuote sulle tasche dei consumatori e le parole di Enza Campanile sono un grido d’allarme. «Sono una semplice pensionata - aggiunge la signora intenta a fare la spesa presso il mercato di Porta Rudiae -. Come farò a tirare a campare? Mi auguro che qualcuno faccia qualcosa».
L’aumento dei costi delle materie prime e il conseguente caro prezzi dei generi alimentari, hanno generato le lamentele dei salentini al tramonto dell’estate. Un effetto a catena giunto nei mercati della città che ha provocato il malcontento generale. «Nel bel mezzo di un periodo così delicato che il Paese sta attraversando a causa degli effetti della pandemia, dovrebbero vigere le regole del buonsenso, ma purtroppo è sempre il consumatore finale a farne le spese - dice Francesco Rizzo mentre seleziona alcuni prodotti presso il mercato di Settelacquare -. Ormai si specula sulle tasche dei cittadini senza alcuna pietà».
I mugugni si rincorrono dai supermercati ai centri commerciali del capoluogo leccese. E anche al supermercato di Lecce un consumatore manifesta il proprio disappunto: «Ormai sono saliti i prezzi anche nei market in cui si comprava a tariffe più contenute. Il rincaro degli alimenti purtroppo è tangibile e di questo passo non so dove andremo a finire».
La lunga sequela di lamentele è riconducibile alla ultime stime che, rispetto ad un anno fa, hanno fatto registrare un considerevole rincaro delle materie prime necessarie all’alimentazione animale come il mais (+67%) e la soia (+50%). Costi di produzione in rialzo anche per il latte, il pomodoro per la salsa e il grano. In particolare per la semola di grano duro, secondo i panificatori, i prezzi sono raddoppiati con conseguente aumento dei costi di pane e pasta.
E intanto la rabbia dei consumatori imperversa nei grandi magazzini. «Non capisco questo aumento dei prezzi - dice Marco Anastasia all’Ipercoop -.
L’impennata dei prezzi l’avevano già subita gli agricoltori alla fine del mese scorso a causa dell’aumento dei prezzi delle materie prime utilizzate per la loro produzione. E nel frattempo le prime vendemmie hanno prodotto rese inferiori del 20% gettando un’ombra incombente su vendemmia e stagione olivicola.
«Non capisco cosa sta succedendo - esclama Luca De Carlo mentre compra la pasta -. Il carovita aumenta e le persone guadagnano meno. Lecce sta diventando una città sempre più cara. E non parlo solo per i generi alimentari, ma in tutti i settori. Non siamo in settentrione. Qui c’è poco lavoro ed è anche mal pagato, poi non ci lamentiamo se i nostri conterranei emigrano. Ormai la gente non ha più alternative». E se i prezzi degli alimenti «aumenteranno ancora, farò prima ad andare a mangiare al ristorante - conclude Aldo Ravi mentre sta in fila in un supermercato di piazza Mazzini -. Ma che si sono messi in testa? Questa è pura speculazione e la povera gente ne paga le conseguenze».