«Restauro sant'Oronzo colpito dal fulmine»: Quarta mecenate, per la statua della piazza intitolata al padre

«Restauro sant'Oronzo colpito dal fulmine»: Quarta mecenate, per la statua della piazza intitolata al padre
di Leda CESARI
3 Minuti di Lettura
Lunedì 14 Giugno 2021, 07:47 - Ultimo aggiornamento: 15:16

Un benefattore speciale per la statua in pietra leccese di sant'Oronzo che campeggia su Porta Rudiae danneggiata da un fulmine nei giorni scorsi con gravi danni: si tratta dell'imprenditore salentino Antonio Quarta pronto a contribuire al restauro del manufatto. Il motivo della scelta è presto detto: la piazza sovrastata da Sant'Oronzo è intitolata da dicembre 2011 a Gaetano Quarta, padre di Antonio e fondatore dell'azienda piacevolmente responsabile di tanti momenti di relax dei salentini, che considerano il caffè Quarta un prodotto tipico locale.

Le parole dell'imprenditore


«Una decisione quasi obbligatoria per noi - spiega l'imprenditore leccese - non solo perché sant'Oronzo è il nostro protettore, non solo perché la piazzetta su cui svettano la porta e la statua è dedicata a mio padre, ma anche e soprattutto perché riteniamo giusto, visto che l'azienda riceve tanto da questo territorio, contraccambiare questo affetto e fare qualcosa di concreto per la città.

Che non può essere amata solo a parole, ma che dovrebbe ricevere maggiori attenzioni da parte di noi tutti: in fondo è la nostra casa comune ed è interesse generale che il territorio sia sempre più bello, ordinato e funzionale».

Il maltempo e i danni


La statua, colpita da un fulmine il 7 giugno scorso durante un forte temporale che ha danneggiato anche le vetrate del Duomo, si è rotta in più pezzi la mano benedicente, il volto e il busto del Santo - che sono stati recuperati dai vigili urbani e trasportati al Comando di polizia municipale, e poi stati presi in consegna dall'Ufficio centro storico del Comune in attesa di decidere il da farsi. La statua è stata invece messa in sicurezza con una rete metallica transitoria in attesa del restauro, per evitare rischi per i passanti.
Gaetano Quarta, da tutti chiamato familiarmente don Nino, aveva avviato l'azienda di torrefazione negli anni Cinquanta, imponendosi subito sulla scena imprenditoriale salentina non solo per la qualità del prodotto, ma anche e soprattutto per lo stile aziendale illuminato e attento alle istanze del territorio. Presidente del Consorzio Torrefattori Italia per molti anni e Cavaliere del lavoro al merito dal '96, don Nino aveva una sensibilità ambientale negli anni in cui parlare di ecologia e riciclo ti iscriveva di diritto al partito dei visionari e oggi pienamente condivisa dai nipoti Gaetano ed Edoardo: fu lui a decidere di creare un modello di azienda ecocompatibile con la produzione di energia da fonti rinnovabili. Scelta perfezionata dal figlio Antonio che ha incrementato la vision aziendale in materia, rendendo la fabbrica in parte autonoma dal punto di vista energetico con la produzione eolica e fotovoltaica. Per questo la città, a pochi anni dalla morte di Gaetano Quarta - avvenuta improvvisamente il 9 ottobre 2003 in fabbrica mentre l'imprenditore raccontava il suo miracolo imprenditoriale a una delegazione Nato aveva sentito il bisogno di sottolineare quel feeling intitolandogli la piazza antistante la porta più prestigiosa di Lecce.

© RIPRODUZIONE RISERVATA