Il forno dei "miracoli" serve la cena: ogni sera Caritas e Croce Rossa ritirano pane e dolci per i poveri

Il forno dei "miracoli" serve la cena: ogni sera Caritas e Croce Rossa ritirano pane e dolci per i poveri
di Angela Natale
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Sabato 31 Ottobre 2015, 10:28 - Ultimo aggiornamento: 14:05

La vera magia della “Magia del forno” non sta nella friabilità del pane nella variegata offerta che ravviva i banconi brulicanti di ogni ben di dio e non è neppure nella fede della tradizione. La vera magia del panificio di piazza Ludovico Ariosto è nella cultura del dono.

Il pane simbolo di fratellanza e amicizia: da qui ogni sera alle 9 in punto, mezz’ora prima della chiusura, escono decine di bustoni di pane e vassoi pieni di prelibatezze: focacce, pizzette, olivate, pucce, arancini, polpette di vitello, crocchette di riso, patate dolci arrostite, fiori di zucca impanati e fritti, cannelloni. E dolci, tanti dolci, con cui curare solitudini e abbandoni. Perché i destinatari sono i poveri della città. Quelli che mangiano alle mense della Caritas diocesana e i senzatetto che hanno “in carico” le parrocchie, insieme alla Croce rossa che la notte fa il giro della città per rifocillarli.

Così da circa due anni, tutti i giorni tranne Natale e Capodanno.

Carlo nipote del creatore dell’antico forno aperto il primo marzo del 1960 da Orazio Imparato, tende quasi a ridimensionare la portata del gesto. «Facciamo quel che possiamo», dice. Quel che si fa qui ha del sorprendente. Perché, a conti fatti, l’equivalente in denaro degli alimenti offerti in dono è tra 70 e i 100 euro. Al giorno. Il gesto nasce dal cuore e dalla onestà professionale: «Sentiamo di doverlo fare - dice il titolare - e a differenza di altri, che per esempio vendono il pane del giorno prima a metà prezzo, noi non ricicliamo niente».

La missione non nasce per smaltire gli avanzi, che inevitabilmente ci sono avendo produzione e vendita, ma dalla volontà di aiutare quanti sono in difficoltà. «Sì – ammette Carlo Imparato – faccio più infornate di pane e di tutto ciò che normalmente cuciniamo, tanto so che non va buttato». Non solo. L’esercizio commerciale chiude alle 21,30. E sino all’ultimo minuto – considerata la zona e la clientela, consistente a qualsiasi ora della mattina e della sera - si vende di tutto. Ma alle 9 della sera i “pacchi” per nutrire i bisognosi che non hanno né casa né famiglia sono già pronti.

Anche il personale, composto da 12 persone, appoggia in pieno la scelta. «Peccato buttare la roba». Oggi più che mai, con la città che su questo fronte è in emergenza, con i clochard che, a decine, dormono per strada o accampati appena fuori della stazione in tende messe a disposizione dalla Croce Rossa. Anche qui arrivano i prodotti targati “Magie del forno”. La domenica, per giunta, essendo l’esercizio chiuso alla sera, vengono distribuiti all’ora di pranzo. Ce n’è per tutti i gusti. E per tutti i palati. Accanto al pane tradizionale, c’è il “rusticano”, il kamut”, quello di orzo, segale, farro e ai cinque cereali. Esattamente tutto che si produce per essere venduto e, in questo caso, donato a quanti non possono permettersi di acquistare neppure un tozzo di pane.

L'ALTRO ESERCIZIO

"Dal Panetta" se hai bisogno prendi pure - “Se hai bisogno, prendi pure!”. La busta di pane è fuori del locale “Dal Panetta”, in via Maggiore Galliano, a due passi da “Magia del forno” dove la solidarietà si “vende” a chili. “Dal Panetta”, ogni mattina, tutto il pane rimasto dal giorno prima viene messo fuori del locale a disposizione di tutte le persone che non hanno soldi per compralo. E’ un modo, questo, per aiutare i cittadini - tanti purtroppo - che non possono permettersi di andare a fare la spesa. Gli autori dell’iniziativa di solidarietà sono Gianmarco Rutigliano e Luca De Salvatore, proprietari della paninoteca aperta a due passi da piazza Ludovico Ariosto lo scorso gennaio. «Non ci riteniamo speciali o migliori di altri, viviamo semplicemente la vita di tutti i giorni in questo triste Paese», hanno scritto in una locandina postata su Facebook. L’obiettivo, ciascuno con le proprie forze, è quello di dare una mano.

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