Lecce, la tettoia Liberty è danneggiata: «Buona parte non è recuperabile»

Lo stato attuale della tettoia Liberty
Lo stato attuale della tettoia Liberty
di Stefania DE CESARE
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Martedì 10 Ottobre 2023, 05:00 - Ultimo aggiornamento: 23 Ottobre, 11:00

Sarà uno dei punti di forza del centro aggregativo e commerciale di piazza Tito Schipa. Un elemento storico, simbolo di una Lecce antica, che farà da richiamo per il complesso edilizio ultra moderno. Ma a oggi è difficile immaginare ciò che potrebbe essere. La tettoia Liberty è abbandonata all’incuria da circa 40 anni. Messa in disparte, all’aperto, all’interno del campo Coni. Senza coperture e protezioni, la struttura risulta oramai danneggiata da pioggia e vento che hanno compromesso irrimediabilmente numerosi elementi, ormai irrecuperabili. E nessun restauro potrà salvarli.

L'inaugurazione 

Eppure il destino della tettoia, per anni considerata più come un rifiuto ingombrante che come elemento di pregio, doveva essere diverso. Voluta dal sindaco Giuseppe Pellegrino, fu inaugurata il 5 dicembre 1898 e ubicata in viale Marconi, addossata alle mura del Carlo V fra i bastioni sud-est e sud-ovest, a copertura del mercato coperto della città. Il disegno porta la firma dell’ingegnere Pasquale Ruggieri che fece il progetto prevedendo elementi in ghisa e ferro. La tettoia venne smantellata nel 1981 (e il mercato trasferito “provvisoriamente” in Piazza Libertini) per un restauro dal costo di circa 350 milioni di lire (circa 200mila euro). Ma l’opera non è mai stata rimontata e da allora si trova custodita – si fa per dire - nel Campo Montefusco di via Giammatteo. 
Ogni elemento come le capriate e i tralicci (che compongono la copertura), le gonnelline (i merletti decorativi) o i pezzi in ghisa tra i quali i pilastri e le volute, sono esposti da tempo immemorabile alle intemperie, oramai arrugginiti e in parte irrecuperabili. Un danno non da poco per una delle rare testimonianze dello stile liberty - sulla quale insiste un vincolo storico-artistico della Soprintendenza – che avrebbe di certo meritato una maggiore cura e tutela nella conservazione.
Eppure la tettoia dovrebbe rinascere presto a nuova vita. La struttura, o almeno una parte di essa, infatti, sarà recuperata e installata in Piazza Tito Schipa dove sorgerà un nuovo centro commerciale con tanto di mercatino. La tettoia sarà installata sul prospetto del palazzo direzionale proprio come un tempo era installata sulle mura del castello Carlo V. Almeno questo secondo il progetto della ditta De Nuzzo, che sta realizzando il nuovo centro direzionale nell’ex caserma Massa, e che presto si occuperà anche degli interventi di recupero. 
«Il nostro progetto di restauro ovviamente tiene conto delle attuali condizioni in cui si trova la tettoia – spiega Sergio De Nuzzo, titolare della ditta “De Nuzzo & C. costruzioni” -. Buona parte di tutte le capriate dovranno essere rifatte completamente ex novo. Così come la gonnellina che è distrutta ed è tutta da rifare. Quello che possiamo recuperare e restaurare sono i pilastri, che si trovano in pessime condizioni, e le volute in ghisa». 
Così come riportato nella relazione tecnica allegata al progetto esecutivo, “il recupero della Tettoia (degli elementi in ghisa) consta nel restauro delle porzioni di maggior pregio e la riproduzione di tutti quegli elementi che sono in uno stato degrado tale da risultare irrecuperabili”.

Gli elementi costitutivi

I principali elementi costitutivi (“mal depositati e letteralmente accatastati”) come le capriate originarie “presentano dissesti molto gravi da imbozzamento, che ne compromettono il possibile riutilizzo in forma integrale”. L’intervento prevede lavori di consolidamento-restauro degli elementi in ghisa e, dove necessario il “ripristino o sostituzione delle componenti in acciaio”. Molti elementi, come le capriate in acciaio sono “gravemente danneggiate e usurate per cui necessiteranno di una completa sostituzione con nuovi elementi di uguale disegno e di una maggiorazione degli spessori dei piatti”. Si prevede il restauro delle 30 colonne in ghisa con la parte strutturale che dovrà essere rinforzata. Si procederà poi con il ripristino delle capriate secondarie (15) e delle mensole (15) prevedendo una “riproduzione fedele degli elementi strutturali irrimediabilmente compromessi”. Anche altri elementi della tettoia risultano “irrimediabilmente compromessi”, per questo si procederà con “la loro ricostruzione tramite l’utilizzo di acciaio”. 
La capriata principale verrà ricostruita e riprodotti i tralicci frontali, gli arcarecci, il tettuccio metallico e tutti i nodi.

Un lavoro non da poco, e servirà tempo prima che possa vedere la luce. E intanto la tettoia giace sul prato del Coni, con il rischio di ulteriori danni.

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