Pazienti derubati al “Fazzi”. Rinviata a giudizio una Oss

Pazienti derubati al “Fazzi”. Rinviata a giudizio una Oss
3 Minuti di Lettura
Martedì 19 Settembre 2023, 22:14 - Ultimo aggiornamento: 20 Settembre, 07:37

Dovrà sostenere un processo con rito ordinario una operatrice socio sanitaria in servizio all'ospedale Vito Fazzi di Lecce, accusata di aver compiuto diversi furti all’interno del nosocomio in danno di ignari pazienti. 
Lo ha stabilito il gup Anna Paola Capano, nell’udienza preliminare che si è svolta ieri. Si è costituita parte civile la Asl di Lecce, con l’avvocato Alfredo Cacciapaglia. Chiede i danni per quanto sottratto e per il danno di immagine che sarebbe stato arrecato all’ente. L’imputata, di 47 anni, originaria di Galatina, è difesa dall’avvocato Mario Stefanizzi. Era stata individuata e denunciata dagli agenti della Squadra mobile della questura di Lecce, coordinati dal sostituto procuratore Massimiliano Carducci. 

Due i furti contestati


Due gli episodi finiti in tempi diversi sotto la lente degli investigatori.

Il primo furto in corsia è stato collocato nella notte tra il 14 e il 15 dicembre 2021, ai danni di un paziente 78enne ricoverato in Pronto soccorso: l’operatrice socio sanitaria, secondo l’accusa, avrebbe prelevato dagli effetti personali che l’uomo aveva con sé al momento dell’ingresso in ospedale, la carta bancomat insieme al pin, per effettuare un prelievo di 500 euro dalla postazione bancomat dell’ospedale. Eseguita l’operazione sarebbe rientrata quindi nell’area del ricovero per riporre la carta lì dove l’aveva trovata. Le è stata contestata anche l’aggravante dell’abuso di prestazione d’opera, ossia di aver approfittato del suo ruolo di operatrice socio sanitaria e di circostanze di tempo, di luogo e di persona, anche con riferimento all’età della persona offesa e alle gravi condizioni di salute della stessa. 


Il secondo “prelievo” è invece datato dagli investigatori il 5 ottobre 2022. Quel giorno in Pronto soccorso arrivò una paziente in stato di “stroke” e in attesa del ricovero nel reparto di Neurologia. La donna, con destrezza, avrebbe simulato un gesto di gentilezza nei confronti della paziente dandole una carezza sul viso per distrarla e strapparle la collana che aveva al collo. Aggravanti di tempo, di luogo e di persona, già riscontrate nel primo furto attribuite alla donna anche per questo secondo fatto. Gli episodi catturati dalle telecamere del circuito interno dell’ospedale hanno permesso quindi alla Procura leccese di concentrare i sospetti sulla donna e di chiudere il cerchio, dal punt di vista meramente investigativo, almeno per i primi due casi.

La richiesta di rinvio a giudizio


Dopo la conclusione delle indagini preliminari è stata spiccata dal pm la richiesta di rinvio a giudizio. E la vicenda è finita all’attenzione del giudice dell’udienza preliminare che si è pronunciato ieri. L’azienda sanitaria leccese ha deciso di prendere parte al giudizio in veste di “danneggiata”. Chiede i danni per quanto ritiene di aver subito, non solo dal punto di vista patrimoniale ma anche per una presunta lesione dell’immagine. 
A processo l’imputata, nel contraddittorio tra accusa e difesa, potrà far emergere la propria versione dei fatti.

© RIPRODUZIONE RISERVATA