Offese social all’assessora Miglietta: «È già pronta la denuncia». Ed è valanga di solidarietà

L’assessora comunale alle Politiche urbanistiche di Lecce, Rita Miglietta
L’assessora comunale alle Politiche urbanistiche di Lecce, Rita Miglietta
di Serena COSTA
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Martedì 9 Gennaio 2024, 05:00 - Ultimo aggiornamento: 10 Gennaio, 13:02

Gli insulti sessisti ai danni dell’assessora comunale alle Politiche urbanistiche di Lecce, Rita Miglietta, rischiano di diventare una rogna giudiziaria ai danni dei “leoni da tastiera” che l’altra sera si sono resi protagonisti sui social di volgarità inaccettabili e sproloqui a sfondo sessuale rivolti proprio a Miglietta: è pronta, infatti, la denuncia-querela nei loro confronti. E la giustizia, molto presto, farà il suo corso.

L'annuncio del legale


Ad annunciarlo nelle scorse ore è stato proprio il legale dell’assessora Miglietta, l’avvocato Giuseppe Fornari: «Ho preso visione di tutti gli elementi che riguardano questa vicenda e nelle prossime ore procederemo con la denuncia verso di quei commenti infamanti su Facebook ai danni della mia assistita». Una denuncia che vedrà agire compatte la vittima e le assessore comunali Silvia Miglietta e Fabiana Cicirillo, che proprio sui social, nella serata di domenica, avevano assicurato alla loro collega che non sarebbe stata sola in questa sua battaglia. E lo stesso primo cittadino, Carlo Salvemini, ha fatto sapere di stare valutando qualsiasi tipo di azione che non sia solo quella della presa di distanza dal gesto diffamatorio.


Il grave episodio si è consumato nel primo pomeriggio di domenica quando, commentando un post relativo alla darsena di Frigole, un gruppo di utenti ha preso di mira proprio Miglietta. Insulti sessisti e ammiccamenti a sfondo sessuale. E poi risatine e “mi piace”.

Uno sproloquio che ha scatenato una valanga di indignazione da una parte e solidarietà all’assessora dall’altra. L’accaduto dell’altra sera ha rappresentato un’occasione per tenere il punto su un tema che oggi più che mai non può restare nel silenzio: la violenza verso le donne, che sia fisica o verbale, non solo non deve essere taciuta o subita senza una reazione da parte di chi la riceve, ma soprattutto deve comportare una netta presa di posizione da parte di donne e uomini della società e delle istituzioni.

La solidarietà


A incominciare dalle dichiarazioni dell’assessora regionale all’Ambiente, Anna Grazia Maraschio, che parla di «barbari insulti a sfondo sessuale» ai danni della Miglietta e che sottolinea: «Ancora più inquietante che queste offese siano state spalleggiate da uomini che fino a poco tempo fa hanno ricoperto incarichi politici. Troppo spesso le donne in politica devono fare i conti con un machismo a volte sottile. Non si può più tacere. Uno degli ostacoli principali a una maggiore rappresentanza femminile negli organi politici è costituito proprio dalle percezioni sessiste del ruolo delle donne nella società, dalle molestie sessuali e dalla violenza. Una società permeata da questa mentalità va radicalmente cambiata e questo è possibile solo con il contributo di tutti: uomini e donne, di destra, di centro, di sinistra».


Per continuare con l’assessora regionale al Welfare e alle politiche di pari opportunità, Rosa Barone: «Quanto accaduto deve spingere noi istituzioni a impegnarci ancora di più per il cambiamento culturale a cui stiamo continuando a lavorare. Simili episodi non sono più tollerabili e purtroppo non si tratterebbe dei primi attacchi subiti. Dobbiamo mantenere alta l’attenzione su quanto accaduto perché la violenza verbale ha la stessa gravità di quella fisica».


La Presidente del Consiglio regionale, Loredana Capone, avverte poi: «Non liquidiamo gli insulti a rango di battute. Perché queste battute sono intrinseche della cultura maschilista dominante. E ciò che più spiace è sentirle o leggerle da chi è impegnato in politica o in altri ruoli pubblici, nel colpevole silenzio dei propri riferimenti».
A livello provinciale, interviene la Consigliera di Parità, Antonella Pappadà: «Autori di violenze verbali e fisiche sono sempre uomini, impastati di stereotipi e pregiudizi, che sfogano in un linguaggio aggressivo e in azioni, che hanno al centro la donna intesa come oggetto di loro proprietà. La violenza di genere va contrastata, condannata e stigmatizzata sempre e comunque, nella consapevolezza che i processi di cambiamento sono lunghi e complessi».

Anche i gruppi consiliari di Palazzo Carafa hanno espresso vicinanza all’assessora Miglietta. Lecce città pubblica risponde proprio via Facebook: «Un attacco miserabile, che preferiamo non contribuire a diffondere attraverso la nostra pagina ma che ci ha scosso profondamente. La violenza sulle donne si manifesta troppo spesso attraverso queste forme di violenza verbale, che non possiamo permetterci di considerare in alcun modo “goliardiche”. È il momento di dire basta, sul serio». «Importante che donne e uomini della nostra comunità, indipendentemente dalle opinioni politiche, siano compatti e uniti nel condannare questi episodi», aggiunge il consigliere Sergio Della Giorgia.
Dalla minoranza arriva il messaggio di Andrea Guido di Fratelli d’Italia: «dove non si arriva con la cultura, con i contenuti e con la dialettica, si prova la violenza delle parole e l’ostentazione della mascolinità. Gli uomini violenti, sfortunatamente, ci sono a destra e a sinistra, nelle classi abbienti e in quelle povere, tra i laureati così come tra gli analfabeti. È compito di ognuno di noi vigilare e promuovere iniziative per debellare un costume anacronistico e intollerabile».


Da Io Sud condannano il fatto e sottolineano come l’accaduto non possa rappresentare il centrodestra leccese, la presidente Adriana Poli Bortone e il consigliere Gianpaolo Scorrano, non senza una venatura di polemica: «Dispiace che analoghi sentimenti di solidarietà non siano mai stati espressi quando gravi accadimenti di tal fatta hanno riguardato esponenti della minoranza, a prescindere dalla differenza di sesso di coloro ai quali venivano rivolti».
Ferma condanna anche da parte del partito Lecce in azione, mentre Martina Gentile di Ora Surbo considera come «sia urgente ritrovare il rispetto della donna e combattere contro qualunque forma di discriminazione, lavorando per decostruire clichès e retaggi culturali del passato che giacciono, evidentemente, sotto pelle, pronti a venire fuori alla prima occasione».

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