L’obiettivo è quello di limitare rumori assordanti e schiamazzi notturni per tutelare il riposo dei residenti dell’area antica. La movida leccese si “spegne”: stop a musica e suoni a mezzanotte fuori dai locali a Lecce. Ma niente pugno duro sull’orario di chiusura degli esercizi che potranno abbassare le serrande alle 3.
Alla fine l’ordinanza ci sarà. Anche per questa estate il sindaco Carlo Salvemini è pronto a firmare un provvedimento per mettere ordine alla vita notturna della città, spesso chiassosa e in passato poco avvezza al rispetto delle regole.
L'incontro
Ieri mattina il primo cittadino ha incontrato i rappresentanti di Confcommercio, Confesercenti e Fedimprese per condividere con le associazioni di categoria la decisione di voler procedere con una ordinanza “bis” sulla scia di quella firmata lo scorso anno. Dodici mesi fa, infatti, a seguito di alcuni episodi di disturbo alla quiete pubblica e dietro indicazione del Comitato provinciale per l’ordine e della sicurezza, Salvemini ordinò la chiusura anticipata dei locali alle 2 e lo stop a musica a mezzanotte nei pubblici esercizi del centro storico. Un provvedimento mal digerito dagli addetti ai lavori che lamentarono una perdita di clienti e di incassi.
L’ordinanza, a dire il vero, non era attesa alla luce degli annunci fatti dall’amministrazione circa un mese fa quando, per bocca dell’assessore alle Attività produttive Paolo Foresio, aveva fatto sapere di non voler prendere provvedimenti relativi a chiusure anticipate o a limitazioni per le emissioni sonore.
Le lamentele
A fine maggio gli abitanti della zona antica si erano rivolti al sindaco, al comandante della Polizia locale, al prefetto e al questore chiedendo provvedimenti per contrastare la “malamovida” con una maggiore attenzione verso la vivibilità delle zone intorno all’Ovale. Tanti i disagi denunciati dai residenti, tra cui disturbi della quiete pubblica e inquinamento acustico con “musica assordante, karaoke all’aperto, continui schiamazzi e urla, feste con canti e fuochi d’artificio”. Nella missiva i cittadini hanno chiesto di “vietare il posizionamento delle casse acustiche all’esterno dei locali e rimuovere quelle che già sono state fissate” e l’applicazione delle regole a oggi vigenti, “soprattutto in materia di immissioni sonore, fumi e odori”. Così come impostata, quindi, l’ordinanza punta a venire incontro alle richieste dei cittadini ed evitare così eventuali ricorsi dei residenti che, a seguito di una recente sentenza della Corte dei Cassazione, possono chiedere un risarcimento danni alle amministrazioni comunali che non garantiscano il rispetto delle norme di quiete pubblica.