Ventiquattro ore su una barella d’ospedale, dimenticata e senza possibilità di bere e andare in bagno. L’odissea sanitaria vissuta da una 98enne di Lecce, ricoverata domenica pomeriggio intorno alle 17 in Pronto soccorso, all’ospedale “Santa Caterina Novella” di Galatina, è ricostruita dalla figlia, rimasta nella sala d’attesa del nosocomio per le stesse lunghe ore, in cerca di notizie sulle condizioni di salute dell’anziana madre. La donna di 98 anni, - secondo il racconto dei fatti - è arrivata in ospedale domenica pomeriggio, 2 luglio. Dopo alcuni giorni trascorsi in casa con febbre alta, e il sospetto di un’infezione in corso, i familiari consigliati dal medico di base hanno chiamato la centrale operativa del 118. I sanitari intervenuti, constatate quindi le criticità cliniche della paziente, legate soprattutto all’età avanzata, hanno disposto il ricovero a Galatina, struttura distante circa 25 chilometri della città capoluogo.
La ricostruzione
«Da Lecce siamo partiti alla volta di Galatina.
Il ricovero "saltato" diverse volte
Alle 15 però, l’atteso ricovero è saltato nuovamente. «Un altro medico mi ha comunicato che il ricovero sarebbe slittato in serata, dopo le 19.30, perché la dimissione di un’altra paziente era stata ritardata. Dopo questa informazione ero delusa, arrabbiata e pronta a chiamare i carabinieri. Così finalmente sono riuscita a vedere mia madre – prosegue la figlia - era cosciente sulla lettiga, ma aveva necessità di bere e di andare in bagno. Ho chiesto aiuto e poi sono intervenuta». Dopo 24 ore di attesa è arrivato il ricovero nel reparto di medicina. «Mi dispiace per i sanitari, e comprendo la mole di lavoro che devono affrontare, ma non è accettabile lasciare una donna di 98 anni su una barella per 24 ore, senza posto in reparto e il conforto di un familiare. Le cure in Pronto soccorso per mia madre molto probabilmente non sono mancate – conclude la donna – ma le criticità restano tante e l’umanizzazione delle cure è solo un miraggio».