Galatina, in ospedale l'odissea: «A 98 anni per 24 ore su una barella»

Una corsia d'ospedale
Una corsia d'ospedale
di Andrea TAFURO
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Martedì 4 Luglio 2023, 05:00

Ventiquattro ore su una barella d’ospedale, dimenticata e senza possibilità di bere e andare in bagno. L’odissea sanitaria vissuta da una 98enne di Lecce, ricoverata domenica pomeriggio intorno alle 17 in Pronto soccorso, all’ospedale “Santa Caterina Novella” di Galatina, è ricostruita dalla figlia, rimasta nella sala d’attesa del nosocomio per le stesse lunghe ore, in cerca di notizie sulle condizioni di salute dell’anziana madre. La donna di 98 anni, - secondo il racconto dei fatti - è arrivata in ospedale domenica pomeriggio, 2 luglio. Dopo alcuni giorni trascorsi in casa con febbre alta, e il sospetto di un’infezione in corso, i familiari consigliati dal medico di base hanno chiamato la centrale operativa del 118. I sanitari intervenuti, constatate quindi le criticità cliniche della paziente, legate soprattutto all’età avanzata, hanno disposto il ricovero a Galatina, struttura distante circa 25 chilometri della città capoluogo. 

La ricostruzione 

«Da Lecce siamo partiti alla volta di Galatina.

Non conosco il perché della scelta, forse al Dea non c’erano posti letto disponibili. L’ambulanza è arrivata in pronto soccorso intorno alle 17.30 del pomeriggio – ricorda la donna che ha seguito la madre in ospedale - l’accesso nell’area medica è stato quasi immediato, ma poi tutto è precipitato nell’arco di poche ore. Col passare del tempo nessun medico o infermiere veniva fuori per illustrarmi la situazione clinica di mia madre, in più la sala d’attesa gradualmente ha iniziato a riempirsi di pazienti. Anziani e bambini erano seduti, in attesa, tutti insieme». In serata poi, il primo confronto con un operatore sanitario. «Poco dopo le 21 di domenica sera, un medico mi ha rassicurata sulle condizioni di salute di mia madre – prosegue la donna - poi mi ha informata che avrebbero proceduto al ricovero in reparto entro le 22.30. Non sono riuscita ad accertarmi del previsto trasferimento dal Pronto soccorso in reparto e la notte è trascorsa senza alcuna informazione». La donna quindi, con tutte le paure e le ansie che possono generarsi al pensiero che la propria madre di 98 anni sia in un letto d’ospedale, il lunedì mattina ha cercato un nuovo contatto con il personale medico del Santa Caterina Novella. «Non è stato semplice, il personale in Pronto soccorso era poco, mentre il lavoro aumentava. In direzione sanitaria non ho trovato nessuno a cui rivolgermi. Poi finalmente, una dottoressa mi ha informata che il ricovero previsto per la sera prima era stato posticipato alle 15, per carenza di posti letto in Medicina. Con rammarico ho accettato la comunicazione, ma le ore passavano e la mia preoccupazione è aumentata».

Il ricovero "saltato" diverse volte 

Alle 15 però, l’atteso ricovero è saltato nuovamente. «Un altro medico mi ha comunicato che il ricovero sarebbe slittato in serata, dopo le 19.30, perché la dimissione di un’altra paziente era stata ritardata. Dopo questa informazione ero delusa, arrabbiata e pronta a chiamare i carabinieri. Così finalmente sono riuscita a vedere mia madre – prosegue la figlia - era cosciente sulla lettiga, ma aveva necessità di bere e di andare in bagno. Ho chiesto aiuto e poi sono intervenuta». Dopo 24 ore di attesa è arrivato il ricovero nel reparto di medicina. «Mi dispiace per i sanitari, e comprendo la mole di lavoro che devono affrontare, ma non è accettabile lasciare una donna di 98 anni su una barella per 24 ore, senza posto in reparto e il conforto di un familiare. Le cure in Pronto soccorso per mia madre molto probabilmente non sono mancate – conclude la donna – ma le criticità restano tante e l’umanizzazione delle cure è solo un miraggio».

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