Lecce, in un mese contagi aumentati del 170%. Il sindaco: «Terza ondata, rispettiamo le restrizioni»

Lecce, in un mese contagi aumentati del 170%. Il sindaco: «Terza ondata, rispettiamo le restrizioni»
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Sabato 20 Marzo 2021, 18:21 - Ultimo aggiornamento: 21 Marzo, 14:50

In un mese i contagi a Lecce sono aumentati del 170%. E la città che, fino a oggi, si è distinta per aver saputo mantenere sempre bassi il numero di infettati e di morti, rischia di essere travolta da questa terza ondata di Covid-19, più insidiosa perché alimentata dalle varianti del virus. Per questo il sindaco Carlo Salvemini ha pubblicato un grafico (curato da Domenica Cucinella) per mostrare l'impennata della curva dei contagi in città e per richiamare i cittadini a un ultimo sforzo. «Tutto è cambiato - ha scritto - con l'arrivo anche in Puglia della mutazione del virus originario, la cosiddetta variante inglese. Da quel momento l'andamento settimanale dei contagi è cresciuto regolarmente, con percentuali impressionanti: in poco di un mese l'aumento dei contagi è del +170% circa».

I NUMERI

«Il dato di ieri (248 nuovi contagi settimanali) - ha aggiunto il primo cittadino leccese - indica oggettivamente che siamo sopra i 250 casi ogni 100.000 abitanti a Lecce, parametro che secondo diposizioni del Ministero della Salute inserite nel decreto del 2 marzo porta automaticamente un territorio in zona rossa. Nonostante i provvedimenti assunti da tempo per sospendere le attività didattiche in presenza. Convinciamoci, purtroppo, che anche a Lecce (diversamente da quel che qualcuno sostiene) siamo nel vivo della terza ondata che ci costringe, faticosamente, a misurarci con le conseguenze delle misure restrittive imposteci dalle nuove ordinanze. Emanate dal Governo nazionale e regionale con obiettivo di rallentare la curva: per proteggere i più fragili, contenere i ricoveri, preservare la funzionalità degli ospedali e di tutti i pazienti, evitare nuovi decessi.
Ricordiamoci che la posta in gioco è sempre dolorosamente questa».


«Le difficoltà drammatiche che stiamo vivendo - ha proseguito Salvemini - portano automaticamente alla ricerca di una spiegazione, spesso di colpe da attribuire. Arriverà il momento in cui potremo stabilire col voto chi ha fatto bene, chi no. A partire dal sottoscritto e dall’amministrazione di cui sono alla guida. Ma in una emergenza come questa - ancora in corso – non dobbiamo sprecare tempo ed energie per dividere il Paese e le città in buoni e cattivi, ma restare uniti. Sapersi riconoscere come comunità e agire in maniera empatica verso gli altri è fondamentale e rappresenta un’arma strategica per vincere la battaglia contro il virus.
La tutela della salute pubblica è un valore più importante delle divisioni di ogni genere».

L'APPELLO

«Ancora per un poco, ciascuno di noi sarà chiamato a dare il proprio contributo per rallentare la corsa del virus, per non dargli gambe. E dovrà attenersi alle restrizioni previste, che ci chiedono di limitare le relazioni sociali per le necessità e le urgenze. Nel frattempo, la campagna vaccinale per tutelare i più fragili è ripresa dopo lo stop di questa settimana. E' straordinariamente importante completarla. Ricordiamoci che siamo riusciti ad avere i primi vaccini in meno di un anno: un tempo record se consideriamo che in passato sono stati necessari fino a 10 anni di lavoro. Intanto il Governo ha presentato ieri i nuovi provvedimenti per 32 miliardi di euro che saranno d’aiuto ad imprese, famiglie, professionisti, lavoratori per superare questo ultimo miglio, fornendo ossigeno a chi oggi è affanno.

Vi ringrazio sin d'ora per quello che avete finora garantito e per il contributo che sono certo ancora darete: la nostra comunità è salda nonostante la situazione difficile».

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