Scontrini e conto con sorpresa: rincari “personalizzati” al bar. Camrea di Commercio: «Ora più chiarezza con i clienti»

Il nuovo caso dopo un'estate segnata dalle polemiche. Vadrucci, presidente della Camera di Commercio: "Più chiarezza con i clienti"

Scontrini e conto con sorpresa: rincari “personalizzati” al bar. Camrea di Commercio: «Ora più chiarezza con i clienti»
di Katia PERRONE
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Mercoledì 20 Settembre 2023, 21:53 - Ultimo aggiornamento: 21 Settembre, 10:26

L’estate 2023 sta per finire ma non finisce ancora, sicuramente, la polemica sugli “scontrini” che ha contraddistinto la stagione più bella dell’anno. C’è chi ha pagato il costo di un euro per una crêpe divisa in due, chi invece l’aggiunta del costo di un pizzico di origano sulla pizza margherita. Rincari, insomma, a detta dei clienti, del tutto ingiustificati. 
Come quelli registrati ieri mattina in un bar del centro storico di Lecce per il servizio al tavolo di due caffè in ghiaccio, un ginseng, due panini da aperitivo e un pasticciotto piccolo. Una pausa caffè che è costata 13 euro e 80 centesimi. Costo giustificato, come hanno spiegato dal bar, dal servizio effettuato al tavolo. Non si è trattato però del costo in più del coperto calcolato per tre persone sedute ad un tavolo all’esterno del locale, quanto invece di un rincaro su ogni singolo prodotto scelto dai clienti. Un rincaro che varia, come ha spiegato il personale del bar, da prodotto a prodotto, e che si aggira tra il 20 e il 30 per cento. Se ne sono accorti i clienti solo dopo, nel momento esatto in cui si sono ritrovati davanti alla cassa e hanno dato un’occhiata al bancone del bar dove la consumazione per un panino piccolo costa 1,50 € e una mini baguette da aperitivo 1,80 €. Portati al tavolo, invece, sono costati 1,80 € il primo, con un rincaro del 20%, e 2,30€ il secondo, con un rincaro del 30%. Sorpresi, i clienti che hanno chiesto spiegazioni su una simile discrepanza visto che al tavolo, dopo l’ordinazione fatta a voce, nessuno dei camerieri ha chiarito che il servizio comportasse una tale differenza di prezzo: «È ovunque così - hanno aggiunto -, questa comunque è la politica aziendale».

La spiegazione

Una politica che l’esercente, naturalmente, è libero di applicare dandone magari la corretta comunicazione al cliente che è anche libero, a sua volta, di scegliere se consumare seduto comodamente al tavolo o in piedi davanti al bancone. «Sono i prezzi del listino - ha spiegato il personale del bar - e a chi siede al tavolo noi non possiamo elencare il rincaro di ogni prodotto». Ovviamente. «Sarebbe bastato però - hanno obiettato i clienti - che qualcuno avesse chiarito, prima di prendere l’ordinazione, che era necessario ordinare dopo aver scaricato il menu inquadrando il qrcode, o che almeno fosse ben esposto su ogni tavolo un avviso sull’indicazione di un sovrapprezzo per ogni singolo prodotto servito dal cameriere».
Una polemica, insomma, senza fine, che non risparmia nessuno, clienti locali o turisti che siano. L’assenza poi di un regolamento in materia non aiuta.
«Purtroppo no, non c’è un regolamento - spiega il presidente della Camera di Commercio di Lecce, Mario Vadrucci -, l’esercente può applicare il costo del prodotto o il rincaro che crede, naturalmente ha l’obbligo di esporre e mettere bene in vista e chiaro il listino prezzi, tanto all’interno quanto all’esterno del locale se effettua servizio al tavolo.

Ci vuole chiarezza con i clienti. E questa regola vale anche per i dipendenti, e forse è quella che è mancata».

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